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La Revue Dessinée: la nouvelle vague del reportage a fumetti

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BrunchCultura

Si chiama La Revue Dessinée, letteralmente la rivista disegnata, il trimestrale a fumetti, che debutterà il prossimo settembre, presentato in occasione della 40sima edizione del Festival di Angoulême. La promessa editoriale? 200 pagine interamente a fumetti, con reportage inediti, inchieste e rubriche, disponibili su carta e su tablet.

Il risultato, a giudicare dall’entusiasmo dei primi sostenitori, sembra garantito. Intervista, in un caffè di un’affollatissima Angoulême, con Kris, disegnatore e autore, tra i responsabili del progetto.

Siamo seduti al tavolo di un caffè alle spalle de Le Monde des Bulles, gigantesco padiglione che raccoglie le più importanti case editrici consacrate al fumetto, nel centro di Angoulême. Christophe Goret, per gli amici, anche i più recenti, semplicemente Kris, è una delle sei menti che, circa un anno fa, hanno deciso di dare via al progetto de La Revue Dessinée.

Abbiamo due obiettivi: uno strettamente artistico, finalizzato a fare della rivista un appuntamento regolare per i lettori di reportage a fumetti, un punto di riferimento che riesca a mettere insieme più orizzonti, diversi modi di fare giornalismo a fumetti”, mi spiega, “ma niente taccuini di viaggio o souvenir”, ci tiene a specificare, “il giornalismo è un mestiere”. Il secondo obiettivo, tuttavia, sembra quasi stargli più a cuore. Tra i fondatori del sindacato che raggruppa tutti gli autori di fumetti, Kris mi spiega: “La nostra rivista è anche un atto di militanza”, soprattutto in un momento come questo in cui sulla scena francese, ma non solo, hanno debuttato non poche riviste a fumetti. “Quello che non riusciamo a ottenere attraverso la negoziazione, cerchiamo di prendercelo con la creazione”, conclude, "perché se c’è un settore in cui il digitale potrebbe far avanzare l’editoria, è proprio il reportage a fumetti”.

La Revue Dessinée per ora conta su nove azionisti privati, sul sostegno della casa editrice Gallimard, socia al 5%, e su una schiera di insperati sostenitori che hanno fatto sì che, a soli tre giorni dal lancio della campagna di raccolta fondi sul sito di crowdfunding ulule, il neonato magazine potesse già dire raggiunto il proprio obiettivo, doppiato dopo appena pochi giorni, prima della partenza per Angoulême. In cifre, oggi il progetto risulta finanziato al 323%, con un capitale di più di 16.000 euro a fronte dei soli 5.000 richiesti. Una soddisfazione che permette loro di contare già sulle prossime cinque uscite della rivista.

Tra un caffè, una sigaretta e un raggio di sole che finalmente rischiara un’Angoulême vittima di un uragano al mio primo giorno di festival, la conversazione prende il largo a bordo di una fregata, in compagnia della nuova leva di marinai francesi. “È il soggetto del reportage di Christian Cailleaux, sulle pagine del primo numero”, racconta Kris, “insieme a un’inchiesta di Collombat e Davodeau sulla violenza politica negli anni Settanta e un lavoro su Fukushima firmato da Emmanuel Lepage”.

Il fumetto è necessariamente soggettivo, è qualcosa che ti sussurra all’orecchio, intimo, personale e noi siamo costretti a usare la prima persona

Non inseguiamo necessariamente l’attualità”, sembra quasi rassicurare ribadendo quella che sembra essere una tendenza e un desiderio condiviso nel giornalismo contemporaneo, soprattutto guardando alla rivista XXI, tra le prime ad accogliere tra le sue pagine un reportage a fumetti. “Faremo piuttosto dell’analisi a lungo termine, con la possibilità di ritornare su temi attuali”, con cronache, reportage storici, biografie. “C’est du réel”, conclude. La realtà, niente di più, la stessa che spesso viene forzata a rientrare in un titolo o in una copertina. “L’intenzione è quella di fare del sito un punto di riferimento per tutto il giornalismo a fumetti”, continua, “ e di creare contenuti esclusivi per la versione on-line”. Kris fa parte di quella schiera, ben folta stando a quanto si dice nelle conferenze e nei dibattiti qui ad Angoulême, di coloro i quali non sentono la necessità di scegliere tra la carta e il digitale: “è un piacere differente, una lettura diversa”, mi spiega, “chi ci segue comprerà entrambi i formati”, per approfondire on-line attraverso una lettura multimediale, inviare il link di un reportage a un amico, a un collega durante la pausa, e per abbandonarsi alla lettura, rivista in mano, per un intero pomeriggio, senza essere disturbato da nessuno.

Abbiamo deciso di costruire passo dopo passo la nostra politica editoriale”, mi conferma Kris. “Hai presente un film? Quante singole immagini ci sono in un film? Migliaia. In un reportage a fumetti, il più lungo che tu possa immaginare ci saranno 400 immagini…questo vuol dire che la metà della storia la fa il lettore, la costruisce lui, la sua immaginazione. Ad esempio, un uomo corre, dopo due vignette si ritrova con la faccia terra. Nessuno ha disegnato la caduta, e tu sei libero di immaginarla come meglio credi", e abbozza con le mani una caduta. "Il fumetto è necessariamente soggettivo, è qualcosa che ti sussurra all’orecchio, intimo, personale. Siamo costretti a usare la prima persona, e non perché siamo tutti degli inguaribili egocentrici”.

"Quella raccontata dal reportage a fumetti è una versione della storia, non La Storia, una presa di posizione reale, uno sguardo coinvolto, imbrigliato nella trama. Questo è quello che chiederemo ai nostri autori". Intanto, il sole sembra avere avuto pietà di Angoulême, si avvicina l’ora di pranzo, e un Kris a briglia sciolta, entusiasta di svelarmi tutti i retroscena della nuova rivista, ha esaurito tutte le mie curiosità. Tranne una. “I miei autori preferiti? Quelli che io chiamo i 'prolo de la bd', i proletari della bande dessinée, a cominciare da Manu Larcenet, un autore tutto d’un pezzo, quasi la vecchia guardia del fumetto". E preoccupato di lasciare la sua interlocutrice con altre curiosità insoddisfatte, nella confusione del sabato mattina al festival, mi invita a passare allo stand di Futuropolis. Che lascio con una stretta di mano e un fumetto in regalo. E l’impazienza di avere tra le mani la loro Revue Dessinée.

Foto: copertina © Christian Cailleaux per La Revue Dessinée; nel testo: Kris © Sébastien Chauchot; sulla fregata © Christian Cailleaux; Mister Eco © La Revue Dessinée.