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La resistenza a Lukashenko? Va in scena

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Cultura

In Bielorussia il Teatro libero di Minsk critica il regime a colpi di spettacoli. Ora in scena a Parigi.

Appartamenti, bar clandestini o foreste (tempo permettendo). In Bielorussia sono molti gli attori che devono recitare di nascosto. Non c'è bisogno di aprire botteghini: gli spettatori sono avvisati tramite sms o blog.

Dalla sua creazione nel marzo 2005 in questa ex repubblica dell'Unione Sovietica asfissiata da 12 anni di dittatura del presidente Lukashenko, il teatro libero di Minsk (Tlm per gli aficionados) coltiva creatività... sottobanco. La compagnia raggruppa 17 attori e drammaturghi professionisti, alcuni dei quali lavorano anche per il Kupala, il teatro di Stato bielorusso. Sebbene in patria questi artisti non possano esibirsi alla luce del sole, in Occidente sono invece accolti a braccia aperte, grazie a padrini prestigiosi come il regista e sceneggiatore inglese Tom Stoppard o l'ex dissidente e poi Presidente ceco Vaclav Havel. Ora il Tlm è in tournée in Francia e dal 15 maggio al 2 giugno sarà ospitato dal Teatro-studio di Alfortville, alla periferia di Parigi.

Chernobyl artistica

In un Paese dove il livello della creazione artistica è in caduta libera e dove alcuni già paragonano la situazione del mondo culturale locale a una "Chernobyl bis", il Tlm è una perla rara. È una compagnia ricca di immaginazione ma anche sovversiva. Propone, tra adattamenti di opere straniere e testi originali, storie di ragazzi di periferia, di sesso o di droga e mette in scena le aspirazioni di una "generazione jeans" che, secondo le autorità, pretende un po' troppa libertà.

Con Essere Harold Pinter o Noi. Bellywood il Tlm non cerca di sviluppare la "salute mentale dei bielorussi" tanto cara al padre-padrone della cara patria Lukashenko, ma di risvegliare le coscienze. Gli autori delle opere, assunti su concorso, hanno tutti meno di 30 anni e alcuni di loro cominciano a essere richiesti all'estero per la loro originalità e libertà di tono, soprattutto in Russia.

La quiete prima della tempesta

All'origine di questo collettivo teatrale, diventato oggi un simbolo della contro-cultura bielorussa, c'è una coppia: Nicola Khalezine, 42 anni, ex giornalista diventato autore di teatro e Natalia Koliada, 33 anni, attivista per i diritti umani. Entrambi si presentano come ferventi oppositori dell'attuale regime. «Nel marzo 2006 – spiega fiduciosa Natalia – la manifestazione pacifica che ha riunito migliaia di bielorussi in piazza d’Ottobre per protestare, nonostante le minacce del Kgb, contro la rielezione fraudolenta di Lukashenko, ha dato la sensazione di una nazione forte che aspira al cambiamento».

Un anno dopo bisogna constatare che la situazione è peggiorata. La morsa del presidente-dittatore si è progressivamente stretta sulla società civile: il padrone di Minsk ha vietato tutti i media di opposizione, moltiplicato gli arresti politici e imposto una vasta propaganda. Le associazioni contrarie al Presidente sono state smantellate e la resistenza politica è stata messa con le spalle al muro. Ma il dissenso sopravvive e si diffonde grazie alla creazione artistica clandestina, nonostante le difficoltà economiche.

Nuovi gruppi rock fioriscono nelle cantine di Minsk, la lingua bielorussa è diventato un segnale di solidarietà tra la popolazione (in opposizione al russo propugnato dal regime) e il Teatro libero la nuova pedana di lancio di questa avanguardia dissidente che, probabilmente, inaugurerà una nuova era. Come ama profetizzare Nicola Khalézine «in Bielorussia oggi c’è la quiete che precede la tempesta».

Tre domande a Vladimir Scherban, 32 anni, regista

Qual è l’obiettivo del Teatro libero di Minsk?

Il nostro tema principale è "chi sono i Bielorussi oggi", un problema del quale il teatro ufficiale non si occupa. Ci troviamo nel cuore di un conflitto tra l’estetica di tipo sovietico e tutte le altre forme di creatività non accettate dal regime. È il momento di capire perché ci troviamo in questa situazione: dobbiamo guardarla in faccia. Noi rivendichiamo la libertà di espressione. Il teatro non politico dà un contributo irrisorio.

Quale posto occupa il Tlm sulla scena teatrale europea?

La Bielorussia è completamente isolata dal resto del mondo. Promuovere i nostri spettacoli in Europa risulta quindi indispensabile. Le nostre tournée all’estero sono un antidoto alla censura di cui siamo vittime nel nostro Paese. Il nostro modo di concepire il teatro rappresenta uno dei rari spazi liberi in cui è possibile promuovere la cultura bielorussa.

Quale relazione tra il Tlm e il suo pubblico?

All'inizio per molte persone non è stato facile capire la nostra estetica, ma oggi si sono abituati e reclamano toni ancora più radicali. Vogliamo obbligare gli spettatori a essere attivi. Il Teatro libero, per alcuni di loro, è un modo di vivere più che una forma di espressione. Con alcune persone abbiamo instaurato una relazione quasi telepatica: restano fedeli anche se è sempre più difficile trovare spazi dove mettere in scena gli spettacoli. Abbiamo insegnato agli attori e agli spettatori a guardarsi negli occhi. Il pubblico è diventato più libero: la nostra missione è compiuta.

Le immagini del Teatro Libero di Minsk.

Grazie a Youri Vavokhine per il suo prezioso aiuto e per la traduzione dal bielorusso al francese.

Il Tlm va in scena al Teatro-studio di Alfortville nei dintorni di Parigi fino al 2 giugno.

Théâtre Studio d'Alfortville,

rue Marcelin-Berthelot, Alfortville (94).

Tél. : 01 43 76 86 56

Translated from Théâtre Libre de Minsk : la résistance par les planches