La redazione dell'estate: Parigi
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Lorenzo BelliniCi siamo, dopo diversi anni di pausa, La Parisienne (la redazione locale di volontari a Parigi) riapre i battenti! E dato che è meglio iniziare con le presentazioni, ne approfittiamo per mostrarvi anche i nostri luoghi preferiti di Parigi.
Salomé: «Strasbourg–Saint-Denis: ci trovi gente, rumore, un po' di vita insomma. Per me, probabilmente, è uno dei luoghi più evocativi di Parigi».
Jérémie: «La coulée verte (parco a sud della città, n.d.r.): insolito, arioso, ricco di verde, bucolico, all'aria aperta, piacevole, senza tempo, sotterraneo, selvaggio, la freschezza, un viaggio, e ancora un pizzico di piacere».
Lise: «Appollaiata lassù in alto, mi immagino quello che si nasconde sotto i tetti zincati. Mi piace l'idea che sotto questo piccolo tetto sul mondo si celino tanti diversi universi, che sfuggono ai radar. Al di là dello schema metro-ufficio-letto tipico del parigino medio, ritrovo un'energia che risveglia la voglia di uscire, di scoprire, di fare dei nuovi incontri. Di vivere insomma».
Jean Marcel: «Per me, le fontane Wallace sono uno dei simboli della mia città: alte fino a 2 metri e 70, di un verde intenso (lo stesso colore di tutto l'arredo urbano parigino), fioriscono armoniosamente in seno al paesaggio, tra gli alberi e gli edifici. Una presenza rassicurante per chi si trova a girovagare, da quasi 150 anni».
José: «Parigi è una vetrina. La città dove tutto si fa per mettersi in mostra, dove a volte si tratta solo di guardare o di essere visti, una città insieme bella e crudele. Anche i tavolini all'aperto contribuiscono a tutto questo. Si dice spesso che è causa dei marciapiedi stretti che manca spazio in questa grande città con più di due milioni di abitanti. Non ci credo. I francesi, secondo me, ai miei occhi di immigrato spagnolo, hanno un gusto particolare per la bellezza e l'armonia; un gusto che si riesce ad apprezzare nei piccoli dettagli, quelli che fanno di una città o di un Paese un luogo speciale. Sta a voi mostrarli, o nasconderli».
Hélène: «La metro, le sue ore di punta, i suoi momenti di grazia, i suoi vagoni carichi di lavoratori o di festaioli esausti di primo mattino; i suoi finestrini graffitati, le sue piastrelle bianche, i suoi ingressi Liberty, i suoi lunghi corridoi e le sue scorciatoie; il suo coniglietto rosa dai buoni consigli, la sua "sindrome". Un passaggio obbligato per la Parisienne».
Laurence: «Una bella addormentata».
Antoine: «Arrivando a Parigi per la prima volta, sono stato felicemente sorpreso dalla scoperta di questa strada dove si concentrano non meno di tre cinema di arte e d'essais: Le Champo, Le Reflet Médicis e La Filmothèque du Quartier latin. Si possono andare a vedere (e rivedere) film recenti come pure proiezioni di classici, capolavori o film più intimi. E sul marciapiede di destra, si puó discutere tra cinefili davanti a un bicchiere nel bar Le Reflet. Per me la rue Champollion rappresenta (insieme alla Cinematheque française, naturalmente) il luogo più alto della cinefilia francese».
Translated from L'équipe de l'été : Paris