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La più grande democrazia al mondo? Ha votato!

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Translation by:

gabriele lanzi

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L'India ha appena eletto a suffragio diretto i suoi nuovi rappresentanti alla Lok Sabha, la camera bassa del parlamento. 714 milioni di votanti si sono recati alle urne tra il 16 aprile e il 16 maggio per designare 543 deputati.

Lo scacchiere politico nazionale per queste elezioni parlamentari si poteva riassumere a tre grandi gruppi: la United Progressive Alliance (Upa) guidata dal partito attualmente al potere, il partito del Congresso, rappresentato da Manmohan Singh, Primo Ministro; la National Democratic Alliance (Nda), diretta dal Bjp vale a dire la destra indù, rappresentata da Lal Krishna Advani, già Primo Ministro, e infine il Third Front (Tf) rappresentato da Mayawati Kumari, una donna molto popolare tra gli intoccabili e i senza casta. Alla fine Manmohan Singh è stato rieletto Primo Ministro fino al 2014. L'Upa non ha ottenuto la maggioranza assoluta, ma dispone di un solido vantaggio: 261 deputati, contro 158 per la Nda e 68 per il Tf. La composizione del nuovo Governo sarà comunicata il 2 giugno. Le trattative con gli altri partiti dovrebbero permettere a questo governo di avere un buon margine di manovra. Gli indiani che abitano all'estero non hanno avuto il diritto di votare, dolendosene come Santosh, dottorando in robotica all'università di Wageningen in Olanda: «Se si considera che la maggioranza dei “votanti decisivi” fanno studi all'estero, il non permettergli di votare significa escluderli dalla futura elite politica».

Con "solamente" 375 milioni di votanti, le elezioni europee saranno sicuramente di più facile organizzazione. Tanto più che in pochi si attendono un tasso di partecipazione superiore al 50 % del 2004. La media delle fasi di voto in India è stata invece intorno al 60%.

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