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La pioggia è molto Jazz

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Torino

Il Jazz Festival di Torino del 2013, alla sua seconda edizione, ha preso il via venerdì scorso e porterà la musica dal vivo per le strade della città fino al concerto del Primo Maggio. Nella serata inaugurale, sul palco di Piazza Castello, il quintetto di Enrico Rava e l'Orchestra del Teatro Regio di Torino, diretta da Paolo Silvestri, è stata ascoltata da migliaia di persone.

Dopo un'ora è arrivata la pioggia, ma oramai sembra che il Jazz Festival di Torino non ne possa fare a meno.

Il gruppo organizzativo guidato dal direttore artistico Stefano Zenni, il cui curriculum non è riassumibile in poche parole, ha disseminato Torino di palchi e concerti, da piazza Castello al piazzale Valdo Fusi (i palchi principali), fino ai locali di via Po e ai Murazzi sul lungo fiume, che così hanno anche ripreso vita, tra le note di un sassofono e un panino sorsegganto birra artigianale. Peccato per l'acqua che, durante la serata inaugurale, ha impedito al contrabassista Furio Di Castri di esibirsi su di una chiatta nel mezzo del fiume. Ma poco male, il maltempo non ha fermato né i musicisti né il pubblico.

La giornata di sabato ha visto esibirsi prima Roy Paci e i Corleone, in un concerto energetico e travolgente, e poi Tania Maria che ha fatto ballare a ritmo di bossanova una piazza gremitissima di gente. E il festival prosegue nelle prossime ore e giorni: oggi pomeriggio alle 18, il concerto di Abdullah Ibrahim, che si terrà al Teatro Regio per via del maltempo (ancora qualche biglietto sarà disponibile in giornata presso la biglietteria).

Questo festival non è solo musica, ma è anche proiezioni, incontri ed esposizioni, in diversi angoli della città: basta prendere il programma e sfogliarlo per comprendere la ricchezza dell'offerta. "A Torino c'è una tale ricchezza anche di questo tipo – sottolinea Stefano Zenni – che questa edizione è solo il primo passo di un'integrazione molto più ampia e profonda che deve esserci.” Il direttore artistico non nasconde comunque le difficoltà di organizzare un festival su di un territorio molto complesso che però è caratterizzato da “una ripresa culturale con un potenziale pazzesco”. Dunque, ora ci si gode la musica, ma già si pensa al prossimo anno.

Buon Jazz a tutti quanti.

Mattia Marello