La movida londinese perde lentamente la propria vitalità
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Valentina MuraceDa qualche anno la vita notturna della metropoli inglese è in netto declino. Il suo spirito vivo e la sua fama di città più creativa d'Europa sono altamente a rischio.
Il buttafuori mi guarda dritto negli occhi e mi chiede la carta d'identità, che poggia su un bancone di vetro. Mentre i miei dati vengono verificati, una fotocamera immortala la mia faccia. Dopo che il suo collega mi ha palpato per bene, tanto da rendere geloso il mio urologo, posso passare sotto al metal detector e, cinque minuti più tardi, riesco finalmente a entrare.
No, non si tratta di un controllo di massima sicurezza all'aeroporto, ma di una normale serata in un locale della capitale inglese. Tutti coloro che vogliono semplicemente scuotersi di dosso una lunga settimana devono sopportare questa procedura. Altri non l'accettano e organizzano rave illegali fuori città. Così Londra rischia di non essere più annoverata tra le città maggiormente creative, quali Berlino o Belgrado.
E se la chicane all'ingresso non fosse abbastanza, all'interno del locale la trafila continua. I buttafuori danno continuamente la caccia alla droga sulla pista e ordinano ai fumatori, con tono militaresco: "Tu laggiù, sparisci!" Così si dovrebbe creare un pò di spazio, ma non ha alcun senso, visto che gli inglesi sono così calmi e tranquilli nel mettersi in fila.
Fabric appartiene al passato
Tutte queste precauzioni in realtà sono inutili, dato che in ogni caso la gente riesce a procurarsi droga all'interno dei locali. "Nascondo sempre l'ecstasy nella fica", mi riferisce chi mi ha accompagnato alla mia ultima visita al Fabric, in pratica il Berghein londinese. E proprio così riesce ad aggirare senza problemi tutti i controlli. Recentemente il tempio della tecno ha dovuto chiudere i battenti, a causa della morte di due giovani per overdose. A partire dal 2008 una sorte simile è toccata alla metà dei locali londinesi, in una metropoli che una volta era nota per offrire una movida così permissiva.
Dopo gli anni Novanta, le autorità hanno lasciato ben poca libertà ai locali, mettendogli sempre più spesso i bastoni fra le ruote. Controlli più serrati dovevano limitare il consumo di droghe, pena il ritiro della licenza agli stessi locali. Eppure questi provvedimenti non hanno fatto altro che prolungare l'abuso di droghe. Oggi, mentre agli angoli dei quartieri Shoreditch, Hackney o Dalston si avverte un profumo dolciastro e le persone escono dai bagni con le pupille dilatate, una persona che frequenta di rado i locali può essere buttata fuori anche per una piccola quantità di erba, dato che sarebbero i proprietari a pagarne le conseguenze.
Invasi dagli hipster
Tuttavia, la politica antri-droga fallimentare non è l'unico problema che i gestori dei locali devono affrontare. Anche l'onnipresente gentrificazione è un fattore rilevante. Mickey Smith dirige dal 2007 il Bussey Building nel noto quartiere Peckham. "Quando abbiamo inaugurato, il consiglio comunale non voleva proteggere Peckham da noi, ma noi da Peckham", dice. Allora regnava la criminalità tra bande e quasi nessuno voleva addentrarsi in quel quartiere depravato. Tuttavia, persone come lui hanno contribuito a migliorarlo nel corso degli anni. Nei mesi passati è stato quasi sopraffatto dagli hipster e da allora sono sorti pub e locali più tranquilli accanto ai negozi più recenti.
Eppure, come molti temevano, gli appartamenti di lusso, emblemi della gentrificazione di Londra, non hanno tardato ad arrivare. Appena una parte della città si accinge a diventare il prossimo Shoreditch, i prezzi vanno alle stelle e costringono gli abitanti e le imprese locali a spostarsi, per via degli affitti troppo elevati. Gli abitanti più o meno pacifici si lamentano del volume dei locali che essi stessi frequentavano dieci anni prima.
Nel dicembre dello scorso anno Mickey ha ricevuto una lettera in cui si dichiarava la costruzione di nuovi edifici di fronte al Bussey Building. Per una delle mete più amate nel sud della città, ciò avrebbe significato la fine, proprio a causa di un possibile regolamento contro il baccano prodotto dal locale. Oltre per i DJ ormai famosi, Bussey rappresenta anche una possibilità per gli artisti emergenti, per cui la sua chiusura avrebbe significato una perdita ancora più grave per il panorama artistico-musicale della città. Inoltre, senza l'evento Soul Train, Peckham perderebbe anche la sua vera anima.
Così l'indispettito esperto del marketing ha appeso sulla porta del locale una grande insegna con scritto "Chiuso". Nell'arco di tre giorni si sono registrate circa 3.500 lamentele e in quattro giorni sono state raccolte 15.000 firme per riaprire il locale", ha detto pieno di orgoglio. Ciò rispiecchia anche il riconoscimento degli abitanti nei confronti di un locale così importante. Nonostante o proprio a grazie agli scarsi controlli di sicurezza, il locale non ha avuto grandi problemi.
Alla fine, il progetto atto a costruire questi nuovi edifici è stato cancellato e il locale ha avuto il via libera per la riapertura. Nonostante la sua vittoria, Mickey vede la gentrificazione come una minaccia rilevante per la movida londinese. "Dubstep, Jungle, Grime, nel giro di qualche anno nasce da qui una novità. Londra senza i suoi locali non ha senso e non è nemmeno più interessante agli occhi degli investitori esteri".
Si spera che tutto questo interessi almeno al nuovo sindaco Sadiq Khan, che ha annunciato di proteggere la movida londinese. Resta ancora da vedere se alle parole seguiranno anche i fatti. Sarebbe comunque opportuno, dato che è proprio la vita notturna che ha reso Londra quella che è. Senza la sua movida Londra sarebbe soltanto un ammasso di appartamenti costosi privi di anima.
Translated from Londons Clubs kämpfen ums Überleben