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La marcia delle donne e degli uomini scalzi: Firenze marcia coi profughi

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Firenze

L'iniziativa, che si è tenuta non solo a Firenze, ha visto una buona partecipazione di cittadini. Un corteo ha sfilato per le strade del centro, passando di fianco al Battistero alla presenza di molti turisti che applaudivano i manifestanti. Conclusione in piazza della Repubblica, con un flash mob molto commovente.

Anche a Firenze, come in circa altre 60 città di tutta Italia, l'11 settembre è andata in scena la Marcia delle donne e degli uomini scalzi in segno di solidarietà alle migliaia di rifugiati (nemmeno migranti, come in tanti erroneamente si ostinano a dire) che in questi mesi stanno cercando di raggiungere il Vecchio Continente dal Nordafrica e dal Medio Oriente. In questa data che rievoca brutti momenti della storia, il movimento creato da Andrea Segre ha organizzato infatti una serie di manifestazioni che hanno preso la forma di cortei e flash mob, tutti accomunati dal richiamo all'umanità dei cittadini nell'offrire aiuto a chi fugge da anni di guerre, bombardamenti, sangue, morte e distruzione. “Non stiamo attraversando un bel momento neppure noi italiani,” ci dice Marta, una delle ragazze presenti alla manifestazione, “ma c'è chi sta peggio di noi ed è nostro dovere di esseri umani aiutarli come meglio possiamo!”. In particolare si chiede l'apertura di corridoi umanitari per facilitare l'arrivo dei profughi ed un'accoglienza dignitosa nei loro confronti. Si vuole così da agevolarne l'integrazione in Europa, invece di rinchiuderli in centri di concentrazione, che fanno rivivere i vecchi fantasmi di 70 anni fa, con scene che non possono non far tornare alla mente il trattamento riservato agli ebrei negli anni '30 e '40.

Il ritrovo

Il ritrovo è alle 18 in Piazza Santa Maria Novella e da lì il corteo attraversa via de' Cerretani fino ad arrivare in piazza del Duomo, per poi terminare il proprio percorso in piazza della Repubblica. Sono circa un migliaio i presenti, dando vita ad un serpentone che intona slogan contro le politiche repressive di molti Paesi europei e contro l'indifferenza delle istituzioni europee di fronte alle tragedie che ogni giorno si consumano nel mar Mediterraneo e nei Balcani. Quasi tutti camminano scalzi, un gesto simbolico che vuole rappresentare le interminabili marce che tanti profughi si trovano a fare per cercare un futuro migliore. Fino a consumare addirittura le proprie scarpe. Fino a ritrovarsi scalzi, appunto.

Il flash mob

Una volta arrivati in Piazza della Repubblica la manifestazione termina con un flash mob. Vengono distribuiti dei bigliettini ad ogni partecipante, ognuno con scritto un anno. Dall'altoparlante vengono letti il numero di morti per ogni anno ed ogni manifestante, quando viene chiamato il proprio anno, deposita le proprie scarpe al centro della piazza. L'atmosfera è surreale, c'è un silenzio di tomba ed un'empatia collettiva che rende il tutto ancora più struggente e toccante. Intorno alle scarpe, che nel giro di 15 minuti diventano qualche centinaio di paia, molti manifestanti si sdraiano a terra spontaneamente. Il richiamo, inevitabile, è per Aylan, il bambino ritrovato morto sulla spiaggia di Bodrum la cui foto è salita alla ribalta mondiale, ma il gesto vuole simboleggiare anche gli stremi e gli stenti a cui sono sottoposti i profughi durante queste interminabili marce della speranza. Sperando che immagini come quella di Aylan e le tante altre che vediamo in questi giorni non si ripetano.