La hackathon di Tbilisi e la disuguaglianza di genere digitale
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Matteo PosaQuesta settimana Tbilisi ha ospitato la hackathon universitaria più grande d'Europa. In Georgia, la tecnologia digitale decolla, ma lascia indietro le donne. Il destino è condiviso anche da Europa e Stati Uniti. Dietro al mondo digitale si nasconde la nuova frontiera della discriminazione di genere?
Questa settimana, a Tbilisi, ha avuto luogo la più grande Hackathon europea. Organizzata da Uni Hack, un ente no-profit, e promossa da diverse banche e compagnie di software georgiane, l’evento ha riunito oltre 500 studenti delle università del Paese: futuri programmatori, sviluppatori, grafici e ingegneri. Per ironia della sorte, gli studenti che hanno fondato Uni Hack nel dicembre del 2013, hanno frequentato la Tech University della Georgia, omonimo stato degli Stati Uniti. La Caucasus School of Technology con sede a Tbilisi ha fornito lo spazio per la "maratona degli hacker", mentre gli studenti hanno pensato a tutto il resto. Oggi, 3 mesi dopo l’evento, l’organizzazione della seconda edizione degli hackathon gode già del supporto di 8 importanti sponsor che offrono fino a 10.000 GEL (4.000 €) in premi. Tuttavia l’evento ha anche messo in luce una tendenza allarmante: la maggioranza dei partecipanti erano di sesso maschile. Solo una delle 50 squadre in gara era composta esclusivamente da donne e nessuno tra i 10 speaker era di sesso femminile.
Disuguaglianza di genere
Nel campo della tecnologia, le donne sono sottorappresentate e non fanno eccezione neanche i Paesi più sviluppati: nonostante negli Stati Uniti occupino il 57% dei posti di lavoro questa percentuale scende al 25% nel settore informatico. Logicamente, la medesima tendenza si riscontra nel numero di lauree ottenute in questa discipilina da parte delle studentesse: un misero 14%. Il dato interessante è che negli ultimi decenni la percentuale di laureande in scienze informatiche è sceso costantemente: dal 37% del 1985 al 18% del 2010. Allo stesso modo, sebbene nel Regno Unito il 49% dei posti lavoro siano occupati da donne, questa percentuale scende al 17% nel campo dell’informatica e delle telecomunicazioni.
In Georgia, le disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro sono ancora più grandi. Il Paese è devastato dalla povertà e solo il 30% delle donne afferma di avere un posto di lavoro: la tradizione vuole che quest’ultime si occupino prima di tutto dei figli e della famiglia. Ma Jump-Start-Georgia, un’altra organizzazione non-profit che usa la tecnologia per divulgare e semplificare le informazioni complesse, sta rompendo questa tendenza: è la prima ong del Paese ad avere un personale composto per oltre il 50% da donne. Unendo le abilità di programmatori, grafisti e giornalisti di precisione, JumpStart ha creato il sito web feradi.info. Nel 2009, quando ha aperto i battenti, la maggioranza dei dipendenti erano di sesso maschile. Con il tempo però, le cose sono cambiate e oggi la bilancia pende dalla parte feminile. La domenica pomeriggio, molte impiegate condividono la loro passione per la tecnologia con altre donne georgiane tramite attività di volontariato. Inoltre, JumpStart ha aperto una sede di Girls Who Code (organizzazione non-profit con sede a New York) a Tbilisi.
Altro che Google
"Pensavo che la programmazione fosse il dominio dei fanatici della matematica e che non fosse adatta a sociologi come me. Ma poi mi sono unita a ‘Girls that Code’ e ho scoperto il contrario! Le tecniche che si apprendono sono utili per qualsiasi lavoro. Nel mio caso, mi permetteranno di mantenere trasparenti le azioni del governo che così dovrà rispondere delle sue azioni", racconta Tamara Sartania, giovane professionista che lavora per il National Democratic Institute in Georgia. Tamara e JumpStart hanno toccato un punto importantissimo. La programmazione va oltre il costruire un sito web o ottenere un buon lavoro in una azienda come Google. Soprattutto nei Paesi dove la trasparenza dell'amministrazione pubblica è inesistente, è una capacità vitale per chi vuole capire la società in cui vive e, soprattutto, migliorarla.
Translated from Hackathons and digital feminism in Tbilisi, Georgia