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La grande marcia repubblicana: una seconda rivoluzione francese

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società

Erano 2 milioni. Hanno marciato su Parigi per rendere omaggio alle vittime dell'attentato contro la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo e contro la presa degli ostaggi. Erano più numerosi che per la liberazione di Parigi e del maggio '68. Una storica manifestazione di solidarietà che ha riunito tutti e che si è svolta senza incidenti.

11 gennaio 2015: la marcia repubblicana di Parigi

Ore 15, marcia repubblicana. Punto di partenza: Place de la République, Parigi invasa da una marea di bandiere multicolore. E' difficile dire con esattezza quale sia stato il numero di persone presenti domenica per le strade della capitale francese. Si stimano circa 2 milioni di partecipanti.

"Vieni, amiamoci" o "L'amore è più forte dell'odio": frasi che compaiono sulle prime pagine più conosciute di Charlie Hebdo.

L'11 gennaio, grandi e piccoli, giovani e meno giovani, tutti i paesi, tutte le religioni hanno marciato per la libertà.

Le matite della solidarietà.

Un simbolo onnipresente durante la marcia repubblicana dell'11 gennaio 2015 a Parigi.

In realtà, la marcia non era unica: prima delle 15, tutti i viali e le vie adiacenti a place de la République erano gremiti di persone. In altre parole, questa marcia per la libertà somigliava di più a una grande adunanza. I più coraggiosi hanno impiegato tra le 4 e le 5 ore per raggiungere la place de la Nation.

Con 6,63 milioni di tweet in onore di Charlie Hebdo, l'hashtag #JeSuisCharlie non è il più twittato della storia del social network. Nel novembre 2014, dopo la morte di un giovane afroamericano ucciso da un poliziotto nella cittadina di Ferguson (Missouri), l'hashtag #Ferguson è stato twittato 18 milioni di volte in soli pochi giorni.

Alcune foto fanno pensare a una seconda Rivoluzione Francese: l'idea repubblicana di laicità fa il suo ritorno in primo piano.

"J'ai mal aux mots" - "Ho mal di parole"

Al di là delle bandiere del mondo intero presenti in Place de la République, la Marsigliese, intonata da alcuni, non lo è stata da altri. Daniel Cohn-Bendit, ex deputato dei Verdi nonché sessantottino, ha dichiarato: «Quelli che cantano la Marsigliese per Charlie Hebdo non hanno capito niente».

«Preferisco morire in piedi piuttosto che vivere in ginocchio». Charb.

Translated from Marsch der Republik: #JeSuisCharlie größer als '68