La Generazione Y, dal porno su Internet all'amore di una volta
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Chiara TamburiniPretenziosi o semplicemente ambiziosi, infedeli al proprio lavoro o soltanto alla ricerca di un modo per coniugare la vita professionale alla propria vita personale: eccovi in tutte le sue sfumature il ritratto della Generazione Y.
Ma a voi dice qualcosa il termine «Generazione Y»? Di fatto,tale concetto, in queste ultime settimane, è stato protagonista di molte prime pagine della stampa francese, come la copertina di Inrocks e l'uscita uno dopo l'altro di due libri sul medesimo tema, senza poi tenere in considerazione le diverse interviste radiofoniche e il fervore di cui è stata preda la stampa tradizionale.
«La Generazione Y conquista il potere», «La Generazione Y ridisegna l'Europa», o ancora, «La Generazione Y: priorità alla qualità di vita e all'innovazione», ecco quello che si leggeva sulla moda di quest'ultimo fenomeno sociale.
Ma, di fatto, che cos'è la Generazione Y? Gli specialisti sottolineano che "gli Y" (così sono soprannominati) sono giovani nati tra il 1980 e la metà degli anni '90 e sono la prima generazione ad avere scoperto Internet senza essere ancora entrati nell'età adulta (possiamo anche definirli «i nati sotto il segno del digitale»). Originariamente il soprannome «Generazione Y» è nato a metà del 2000nel settore manageriale, con l'arrivo sul mercato del lavoro di nuove reclute con nuovi codici e comportamenti che hanno spinto i DRU (direttori delle risorse umane) a revisionare i loro manuali di condotta.
Flessibili, pluridiplomati e ... infedeli
Il libro delle giornaliste francesi Julia Tissiere Myriam Levain, La Génération Y par elle-même (pubblicato nel 2012 dalla casa editrice François Bourin), ci rivela alcuni elementi per riconoscere un Y. Nel manuale le due giornaliste, una di 27 e l'altra di 29 anni, tirano le orecchie agli stereotipi sulla famosa generazioneY dei 18 – 30 anni. «Sono degli individualisti», «sono dopati o scostumati», «sono ignoranti»: ecco alcuni tra i tanti luoghi comuni e modi di dire da sfatare.
Per le due giovani giornaliste gli Y sono «sempre connessi», come se fossero nati con un portatile in mano, per questo considerano Internet come un rifugio, una seconda casa. Le due giovani donne ci spiegano, ancora, che i nostri Y sono pluridiplomati, flessibili ed esperti conoscitori della crisi economica e della disoccupazione, ragione per cui evidentemente non possono avere lo stesso rapporto con il lavoro dei loro predecessori. E, soprattutto, quello che lega tutti gli Y è la totale mancanza di fiducia verso la propria occupazione: «per la generazione Y la lealtà verso il datore di lavoro non rappresenta più un valore. Quando tutte le strade ci sono chiuse in partenza e sistematicamente siamo gli ultimi ad essere presi in considerazione, questo non è poi così sorprendente. Il fatto che ottenere un contratto a tempo indeterminato o un alloggio decente sia una conquista quasi impossibile, ci ha permesso di sviluppare una certa combattività che spesso, in maniera inopportuna, viene giudicata dai più anziani come insolenza». Quotidianamente confrontati a questa società che non regala loro niente, gli Y hanno dovuto sviluppare un certo senso di autonomia, adattamento e, bisogna ammetterlo, anche un certo cinismo.
Stuzzicati dal Web fin dalla loro adolescenza, gli Y fanno fatica a fare una distinzione tra vita personale e vita professionale, così la differenziazione tra i due universi diventa impossibile; da un lato perché, anche in ufficio, Facebook, la segreteria telefonica o ancora il cellulare li richiamano continuamente alla «vita esterna», e dall'altro perché il telefonino e le mail alle quali rispondono senza orari (diurni e notturni) e giorni precisi fanno chiaramente entrare la vita professionale in quella privata.
Ma la Generazione Y esiste veramente?
«Possiamo dire degli Y che sono una generazione porno? No, non più delle altre»
Malgrado questo, se l'evoluzione della nostra società è innegabile (e Internet ha svolto in questo un ruolo determinante), è molto meno evidente dimostrare come il comportamento di una persona in sede lavorativa o nella vita amorosa cambi in base all'età.
Detto ciò, la peggior cosa che possano fare le due autrici è compromettere, nel tentativo di demolire i luoghi comuni più diffusi, la specificità pretesa dalla generazione Y.
Così a livello sessuale apparentemente niente è nuovo: «quando si parla di sesso la società crea di noi l' immagine di una generazione sfrenata. Dunque che gli Y sono una generazione porno? Assolutamente no, almeno non più di qualsiasi altra. La nascita della pornografia non risale ai giorni nostri». Lo stesso vale per tutto ciò che riguarda il rapporto di coppia e la fedeltà. Quali sono i valori che che ci rappresentano? Anche se può sembrare sorprendente, sono quelli classici. La fedeltà rimane un «valore basilare per le giovani generazioni, dato che le coppie sembrano essere fondate su un amore fatto di fiducia reciproca», constata Ghislaine Paris, sessuologo.
Ma la generazione Y, così vicina alle altre generazioni sulla concezione del sesso e del rapporto di coppia, sembra di fatto avere con queste anche altre similitudini. Un numero talmente alto di affinità che viene da chiederci se questa generazione Y in fondo esista davvero. ... E questo dilemma non riscuote certo una risposta unanime in campo scientifico.
Di fatto, ciò che distingue a colpo sicuro la generazione Y dalle sue sorelle maggiori è appunto la pretesa che questa sia... la sorella minore, e quindi la più giovane.
Foto di copertina: (cc)Giuseppe Bognanni/flickr; Myriam Levain e Julia Tissier © cortesia di François Bourin éditeur; video: (cc) euronews.net/YouTube, e (cc) gioiafelice/flickr
Translated from La Génération Y au pied de la lettre