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La Francia si mette alla flessicurezza ?

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JSeb 2.0

La Parisienne di cafébabel

Esaltata a Bruxelles, già esistente nei paesi del Nord Europa, la flessicurezza dovrebbe apparire fra poco in Francia. E nato un accordo tra sindacati e padronati, dopo quattro mesi di negoziati. In discussione tra le forze sociali, la riforma del mercato del lavoro sta per avere un esito positivo.

I sindacati (FO, CGT, CFE-CGC, CFTC, CFDT) e il padronato (MEDEF, CGPME, UPA) sembrano aver trovato un terreno d’intesa. Le prime dichiarazioni riguardando i dettagli dell’accordo confermano la tendenza attuale che prevale in Europa : la flessicurezza.

Agenda di Lisbona

La flessicurezza è valorizzata dalle istituzioni europee, che la vedono come il modo di adattarsi alla mondializzazione, nel quadro della strategia di Lisbona.Elaborata, nel 2000, deve fare dell’Unione euopea, la zona economica più competitiva del mondo.

I paesi del Nord Europa, hanno creato questo concetto di flessicurezza negli anni 90, quando hanno iniziato le loro riforme del mercato del lavoro. E spesso citato a esempio il Danimarca.

Dal lato della flessibilità

Il testo francese prevede il prolungamento del periodo di prova. Sarebbe di uno a due mesi per gli operai e gli impiegati, di due a tre mesi per gli impiegati di concetto, e di tre o quattro mesi per i quadri. Sarebbe possible il rinnovo solo una volta.

In parallelo, un nuovo contratto a durata determinata apparirebbe, di una durata di 18 a 36 mesi, riservato ai quadri e agli ingegneri. Sarebbe strettamente regolamentato, e servirebbe solo alla realizzazione di missioni precise.

Soggetto di dibattiti, la rottura sul contratto a durata indeterminata in via amichevole sarebbe accettata dai sindacati, con parapetto, la necessità che sia validata su una dilazione a quindici goirni dal direttore dipartimentale del lavoro.

Dal lato della sicurezza

In cambio di queste concessioni, i sindacati hanno ottenuto per i lavoratori, liquidazioni più importanti dopo un anno di anzianità e il diritto di fare trasferire alcuni diritti (formazione, cassa mutua e previdenza), da un’impresa a un’altra, nel caso di un licenziamento.

« Che stanno bene »

Il 17 gennaio, quattro organizzazioni di lavoratori su cinque avevano firmato l’accordo. Solo la CGT ha fatto sapere che rifiuterebbe di firmare questo testo. Considera che farà solo crescere la precarietà dei lavoratori : una flessicurezza, senza sicurezza in un certo qual modo…

Il testo della riforma dovrebbe essere votato, senza emendamenti da parte del governo o dei parlamentari, dopo le elezioni municipali del marzo 2008. Quindi la sua applicazione dovrebbe entrare in vigore dal secondo semestro 2008.

Dopo l’annuncio di questi risultati, il primo ministro francese, François Fillon ha dichiarato che la Francia entrerà prossimamente « nel gruppo dei paesi europei che hanno scelto la flessicurezza e che stanno bene ».

Tuttavia, la Francia conserva la sua norma abituale : il contratto a duratta indeterminata rimane la norma. Se ne è rallegrato il sindacato FO : « contrariamente alle volontà europee di flessicurezza, il CDI rimane la norma (…) e qualsiasi licenziamento deve avere un motivo vero e serio ».

Per quando riguarda il ministro del Lavoro, Xavier Bertrand, anche se il testo è meno ambizioso che quello che prevedeva il governo, non ha l’intenzione di rimetterlo in discussione. « Se hanno trovato un accordo, sopratutto se sono numerosi ad averlo firmato, io, ministro del Lavoro, non romperò o cambierò il loro accordo”.

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