La FRANCIA IGNARA VA VERSO LA ROVINA ECONOMICA
Published on
Translation by:
Giulia LenaLa France ha una grande e ricca economia. E vero oggi come è stato vero per secoli. Ogni altro scenario è difficile da immaginare. Ma la sua noncuranza per i problemi potrebbe portarla ignara alla rovina economica. Una serie di frasi fatte potrebbero descrivere questa discesa catastrofica. "Niente dura per sempre"... "Più sono grandi più fanno rumore quando cadono"... e così via
Non vicino a casa mia nel quinto arrondissement di Parigi, c'è una calmissima strada a senso unico. Vi passano pochissime automobili, ma nonostante ciò ci sono delle inutilissime strisce pedonali con tanto di semaforo. Potete immaginarvi il mio stupore quando al semaforo è stato aggiunto un poliziotto ad agitare entusiasticamente la sua paletta alle auto che occasionalmente passano per di là, sentendosi importante anche se completamente superfluo. Potreste pensare che degli eccessi così spropositati sono il segno di una florida economia e di un governo che non sa cosa fare di tutti i soldi che ha. Beh, non proprio.
Come un bradipo sotto valium
Il debito nazionale francese sta aumentando vertiginosamente. L'esagono ha arraffato il mantello dell'"uomo malato d'Europa" ai paesi più travagliati come la Grecia e l'Irlanda. Mentre il resto d'Europa è stato sufficientemente colpito e ha ridotto il suo deficit, il governo francese ha affrontato la crisi con il vigore e lo stile di un bradipo sotto valium. La seconda economia d'Europa sta procedendo ad occhi chiusi verso il baratro.
A quattro secoli dalla formulazione della teoria del ministro dell'Economia di Luigi XIV, Jean-Baptiste Colbert, i governi francesi ripetono ancora, come le pecore ben educate di Orwell, "Stato forte bene, mecato libero male". I problemi della Francia vengono dallo Stato forte. Il governo spende il 56.6% del PIL, più di ogni altro governo dell'Eurozona. In Germania è il 44.7%, in Svizzera il 34.1% e addirittura il fragile governo greco spende solo il 53.6% del PIL.
Perché è un problema se lo Stato spende così tanto? Non è vero che le spese dello Stato possono simolare la crescita? Questo è vero in un certo senso, e inoltre, la sicurezza sociale francese è giustamente un'enorme fonte di orgoglio. Comunque sia uno stato enorme richiede tasse elevate e in Francia le tasse sono un argomento delicato. Il governo tassa fortemente le imprese, perciò queste si spostano altrove, lasciando la Francia con un settore secondario in recessione. Tra il 2000 i il 2013 i costi salariali sono cresciuti del 45% in Francia e solo del 24% in Germania. La competitività della Francia è debole e perciò le imprese si spostano naturalmente oltre il confine. Il sistema di sicurezza sociale francese dovrebbe migliorare la qualità della vita ma in realtà sta producendo l'effetto contrario poiché le tasse elevate che comporta portano le imprese e quindi il lavoro a allontanarsi dallo Stato. Risultato: la disoccupazione è a un massimo storico per l'era moderna, 11.1% e 25% per i minori di 24 anni. Sembra quasi che l'amore dello Stato francese stia soffocando la nazione.
COMBATTERE François CON CAVOLI E TRATTORI
Il debito nazionale francese ammonta quasi a duemila miliardi di euro. Una cifra che in banconote da un dollaro ci porterebbe a metà strada dalla luna. Nel 2014 il governo butterà via 46.7 miliardi di euro solo per questo debito. Bisogna agire subito, ma François Hollande non tollererà i tagli necessari al budget. La gente lo rimprovera per la sua inefficienza al riguardo e l'appoggio al Presidente francese è a un minimo storico, 15%. Ma i francesi lo odiano ancora di più quando fa qualcosa e si oppongono ad ogni sua mossa con tutte le loro forze. Hollande è bloccato in una strada senza via di uscita. Invece di rendersene conto, invertire la marcia e prendere decisioni difficili, se ne va in giro a cercare un passaggio inesistente.
Ha cercato di imporre tasse alle minoranze nello stesso modo codardo con cui David Cameron ha tagliato gli aiuti sociali alle minoranze nel Regno Unito. Tutti sanno che i francesi adorano protestare, ma nessuno era preparato a una reazione così furiosa all'aumento delle tasse di Hollande. In ottobre ha provato a imporre una nuova tassa sui veicoli pesanti. Gli agricoltori hanno bloccato le strade in Bretagna con trattori e montagne di cavoli. Hanno indossato berretti rossi in memoria della rivolta del XVII secolo contro Luigi XIV e Colbert. Hollande ha fatto un passo indietro. Ha provato ad imporre una tassa crudele e bizzarra del 15.5% sui piani di risparmio. Ha fatto un altro passo indietro dopo aver fatto infuriare tutti, senza troppe sorprese, dagli imprenditori di successo alle vecchiette che temevano per i loro risparmi della pensione.
LA PANACEA SEMPRE PRESENTE DI BIRRA E DANZE
Con i prestiti governativi a solo 2.32% (bond a 10 anni), la Francia può continuare la sua marcia ad occhi chiusi verso il disastro per ancora un bel po'. Il che significa che il peso del debito francese, sebben astronomico, è ancora sostenibile perché possono ancora continuare a chiedere in prestito più soldi per pagarlo. Tuttavia, l'8 novembre, l'agenzia di rating Standard and Poor ha abbassato il rating del debito pubblico francese per la seconda volta. Il che dovrebbe far suonare i campanelli di allarme, se non altro perchè un abbassamento del rating è spesso una profezia che parla da sola. Quando un'agenzia di rating declassa il debito di un paese gli investitori chiedono dei tassi di interesse più alti sui soldi che prestano, i costi di prestito aumentano e il governo è più a rischio di cadere. Il declassamento aumenta il rischio di default della Francia semplicemente perché dice che la Francia è più a rischio di fare default. Peraltro, questo è solo uno dei motivi per cui le agenzie di rating sono lontane dall'essere utili, e peggio ancora pericolose.
Ciò che è evidente è che le cose non sono messe bene per l'economia francese e, allo stesso modo, per l'Europa intera. Dato che non c'è niente che noi, singoli individui, possiamo fare per alleviare l'atmosfera cupa che regna attorno a noi, dobbiamo affidarci alle nostre fonti garantite di felicità, a quella fonte interna di allegria e positività che chiamiamo cervello. Obbligazioni emesse e deflazione lontano dalle nostre menti, dimenticatevi anche di aver letto quest'articolo per farvi travolgere da quella panacea sempre presente di birra e danze.
Translated from France is sleepwalking towards economic ruin