La Francia e i figli d'arte: i nuovi raccomandati
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Giulia ZilioAi francesi piace giocare alla famiglia felice. Soprattutto ne "Le jeu de 7 familles", alla lettera "Il gioco delle 7 famiglie", popolare programma tv, pensato per promuovere i progetti cinematografici di giovani talenti emergenti. Tuttavia, quando tra i lavori selezionati c'è anche l'opera di una concorrente molto vicina a due dei giurati, tutta la commissione grida allora allo scandalo.
Un affaire spinoso che punta i riflettori su quella che assomiglia sempre più a una tradizione: il nepotismo (la consanguineità?) nel mondo culturale francese.
Il community manager della pagina facebook "La Collection de Canal +" si ricorderà a lungo di questo mese di ottobre appena trascorso. Riassumendo: nell’agosto scorso, il canale privato della televisione francese Canal+, tra i più seguiti, ha organizzato un concorso destinato a giovani talenti, "Le jeu de 7 familles", ispirato a un popolare gioco di carte francese, in cui la giuria era composta da due membri della stessa famiglia di attori popolari francesi (i Bohringer). Fino a qui sembra tutto regolare. Fin quando non si viene a sapere che il padre (Richard) e la figlia (Romane) hanno selezionato tra i partecipanti proprio Lou Bohringer (rispettivamente la figlia e la sorella dei due giurati). Anche se il caso non sembra oltrepassare il gioco televisivo, tuttavia, ha fatto scandalo. E questo perché riporta l'attenzione su un tema scottante: il favoritismo come meccanismo proprio della cultura francese.
Epic #fail
Nel mondo dello spettacolo francese (dal cinema al teatro passando per la televisione), i “figli di" hanno fatto la storia. Ormai è raro che una persona dal cognome sconosciuto faccia successo. Oggi la Francia si basa su vere e proprie dinastie di attori/cantanti/stelle. Citiamo per esempio le sorelle Charlotte Gainsbourg et Lou Doillon, figlie di Jane Birkin o ancora David e Laura, figli dell'osannata star francese Johnny Hallyday (il primo porta il suo nome d'arte, la seconda invece, preferisce mantenere il suo vero nome, Smet). Alcuni di questi, come Charlotte Gainsbourg (attrice e cantante) hanno ancora oggi una bella carriera, altri invece trovano più difficoltà come il caso di Anthony Delon, affascinante come il padre, ma non altrettanto fortunato nella carriera.
Di recente, la giornalista Marie-Dominique Lelièvre, sulle pagine di Libération, è andata giù pesante con la cantante/modella e attrice Lou Doillon che ha appena presentato il suo nuovo album (che ha scatenato un vivace dibattito anche tra una coppia di giornalisti di Cafebabel) definito dalla giornalista di Next: "enfant d'oligarques", vale a dire un delfino, figlio di aristocratici. Giudicato severamente, l’articolo non voleva rivolgersi direttamente a Doillon; ma piuttosto al ritratto di una ragazza, non necessariamente senza talento, costantemente paragonata alla madre alla sorella, che si è sentita quasi obbligata a lanciarsi nel mondo della musica. A confronto, una ragazza qualunque con lo stesso fisico e lo stesso filo di voce di Lou Doillon avrebbe incontrato molte più difficoltà a farsi conoscere.
Insomma, si dice che in Francia, se la celebrità si trasmette, il talento è meno ereditario.Voi mi risponderete che sicuramente un figlio di un medico ha più possibilità di ereditare la vocazione e lo studio del padre o che, per metterla sulla sociologia con Bourdieu, la società influenza le nostre scelte. Ebbene sia! Ma ammetterete che tra gestire il panificio dei genitori e recitare nei film c’è una grande differenza!E l'affaire Bohringer non passa inosservato in un concorso pensato apposta per chi non ha santi in paradiso.
Illustrazione © Adrien Le Coarer
Translated from Culture française et népotisme : le jeu des 7 familles