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La Danimarca vieta il burqa, prima donna multata

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Translation by:

Marina Gregna

photoSocietyDanimarcaReligioni

Il divieto ad indossare il velo è entrato in vigore ad inizio agosto in Danimarca. L'approvazione della legge ha portato centinaia di manifestanti in piazza. Membri e leader dell'organizzazione della manifestazione, Kvinder i Dialog (Donne in Dialogo), e sostenitori raccolti in supporto dietro un messaggio per il governo danese: "siamo contro questo divieto!".

Pioggia, tuoni e lampi salutano i cieli di Copenaghen, interrompendo una delle estati danesi più calde e soleggiate mai registrate. Il clima adatto per donne, ragazze e sostenitori che occupano le strade di Nørrebro in segno di protesta contro la recente legge che proibisce alle donne musulmane di indossare burqua e niquab.

La prima donna in Danimarca a subire gli effetti di un divieto molto controverso ha 28 anni ed è stata denunciata da un passante. La polizia ha riferito di essere stata chiamata a intervenire. I video delle telecamere di sorveglianza confermano che la giovane si è rifiutata categoricamante di togliersi il niqab, dopo essere stata redarguita da una passante.

Poche donne in niquab hanno accettato di farsi intervistare durante la marcia. Le multe per aver violato la legge vanno dalle 1000 alle 10.000 corone danesi (€134-€1.341). A decidere che un viso coperto stia contravvenendo al nuovo divieto è la polizia, ma nessuno è stato perseguito. Alcuni poliziotti e donne hanno pacatamente bloccato il traffico e guidato la marcia lungo Mimersgade fino alla stazione di polizia Bellahøj. Macchine fotografiche, taccuini, live-stream e striscioni erano ovunque, nel mare delle centinaia di supporter che si sono presentati all'evento. Sembrava che nessuno avesse paura di essere visto o sentito, e questo è stato sufficiente.

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Sostenitori uniti in una catena umana presso la stazione di polizia Bellahøj con cartelli che dicono: "Divieto/ban sul niquab = oppressione". © Julia Rignot
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Dimostranti fronteggiano pacificamente la polizia di Copenaghen fuori dalla stazione di polizia Bellahøj. © Julia Rignot
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Giovani partecipanti siedono su una scultura in uno dei punti di raccolta della dimostrazione, Den Sorte Plads, ascoltando il discorso al pubblico di Kvinder i Dialog. © Julia Rignot
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Il vicinato di Nørrebro si riunisce in supporto ai dimostranti che marciano per le strade sottostanti. © Julia Rignot
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Hana, una manifestante. © Julia Rignot
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Marciando lungo Mimersgade con le braccia congiunte, madri musulmane si uniscono ai canti di "Vestiti miei, scelta mia" e "No ai razzisti nelle nostre strade!" © Julia Rignot
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Un membro anonimo di Kvinder I Dialog porta un messaggio che racchiude la retorica del ban sul burqua : “Ipocrisia liberale” © Julia Rignot
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Michelle, una sostenitrice, marcia spingendo la sua bicicletta con una mano e tenendo con l'altra il suo unico messaggio: "Topless o burka? C'è spazio per tutti", accanto ai suoi compagni, i cui cartelli dicono: "Vestite o svestite - lo decidiamo noi”. © Julia Rignot
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Tamia, “Per tutti.” © Julia Rignot
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Dimostranti siedono fuori dalla stazione di polizia Bellahøj a Nørrebro, Copenhagen. © Julia Rignot

Story by

Julia Rignot

Freelance video journalist headquartered in Copenhagen

Translated from Denmark burqa ban: "My clothes, my choice"