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La Cecenia chiama, Strasburgo non risponde.

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In un incontro con alcuni eurodeputati, i rappresentanti del governo ceceno denunciano la "soluzione finale" decretata da Putin. E lanciano un appello all'Europa.

STRASBURGO - L'ambasciatore russo presso le istituzioni europee è stato ricevuto questa mattina da una commissione del Parlamento europeo per illustrare gli avvenimenti ceceni, parlando di una crisi ormai avviata a risolversi ed in cui Mosca avrebbe trionfato contro i "suoi" terroristi islamici.

Un'ora dopo alcuni deputati del gruppo dei verdi e i radicali italiani, capeggiati da Olivier Dupuis, stremato da 14 giorni di uno sciopero della fame lanciato proprio in solidarietà col popolo ceceno, incontrano in una sala gremitissima i rappresentanti del governo ceceno Ilyas Akmadov (ministro degli esteri), Akmed Zakaev (ministro della cultura) e Omar Khambiev (ministro della salute).

In quaranta minuti si delinea un quadro di desolazione. I ministri spiegano che dopo l'11 settembre la situazione cecena è peggiorata. La Cecenia è un posto inaccessibile. Vietato l'ingresso agli osservatori dell'OSCE. Vietato l'ingresso ai giornalisti occidentali, che sono spesso imprigionati o assassinati, come il reporter di Radio Radicale Antonio Russo. Vietato l'ingresso agli stessi russi.

Nessuno può raccontare ciò che avviene in Cecenia. "Possiamo farlo solo noi" dicono i ministri, visto che la Russia tace.

E fuori da ogni diplomazia piovono le accuse contro i russi, contro gli americani e contro il disinteresse europeo.

Si parla di campi di concentramento, di un mese di dicembre tremendo con 1305 feriti, 624 morti e 2100 persone scomparse senza lasciar traccia, di vendita di cadaveri, di 5 fosse comuni. Un ferito in cecenia non puo' essere curato: niente ospedali, nessuna ONG umanitaria. Ed è vietato lasciare la regione per farsi curare in Azerbaijan o in Turchia.

Il ministro degli esteri Akmadov accusa: "Il Parlamento Europeo detiene queste informazioni. Ha tonnellate di informazioni. E nessuno sembra reagire a questa situazione, dando a Mosca la sensazione di avere un nulla osta per poter fare di tutto".

Da parte sua il Consiglio d'Europa sembra essere ancora più passivo. I rappresentanti russi sono stati sospesi, ma non si è cercato di prendere nessun contatto con il governo ceceno.

La soluzione della crisi necessita di un luogo di incontro tra le due parti. Ed una proposta viene avanzata da Olivier Dupuis: invitare il primo ministro ceceno Mashkadov alla prossima riunione congiunta delle assemblee del Consiglio d'Europa e dell'Unione Europea.

Akmadov accetta l'invito e sbraita: "La Cecenia fa parte dell'Europa. Da due anni e mezzo c'è la guerra. E' un'aberrazione. Centoventimila morti non bastano?". Il tutto mentre, solo tre giorni fa, proprio il Parlamento europeo, su proposta di PPE e PSE, aveva tolto dall'ordine del giorno della sessione plenaria la questione cecena.