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La cantante ungherese Erzsi Kiss: canto parole inventate piene di senso

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Alessandro Parotti

Cultura

Chi non ha mai cantato storpiando le parole? Quante volte una parola inventata ci è sembrata molto più adatta alla musica di una parola vera? Erzsi Zene, vocalist del gruppo ungherese Egy Kiss Erzsi Zene, ha fatto una scelta radicale. Ha creato lei stessa una lingua apposta per i suoi brani: il "kiss erzi". "Parole inventate -spiega-, ma piene di senso".

Cafebabel.com: I testi delle canzoni sono composti da parole inventate di sana pianta. Come è venuta l'idea di un ‘linguaggio senza parole’?

Erzsi Kiss: Non seguo un modello preciso – è qualcosa che viene dalla mia infanzia. Quando ho iniziato a fare teatro, spesso dovevo improvvisare o imitare linguaggi africani e tamburi. Ho trovato i linguaggi africani molto affini agli strumenti a percussione e ho cercato spesso di riprodurre questo tipo di linguaggio onomatopeico. Ho avuto due fonti di ispirazione: idee occidentali, elementi musicali e canzoni su cui sto lavorando sin dall'infanzia, ma anche i ritmi arabi e slavi che ho usato per improvvisare sul palco.

Cafebabel.com: Di cosa parlano i testi delle tue canzoni? Puoi spiegare nil significato di questo cosiddetto ‘linguaggio Kiss Erzsi’?

Erzsi Kiss: Quando vedo qualcuno cercare di imitare dei quasi-linguaggi o anche solo parlare in una lingua inventata, posso capire se quello che dice ha un senso oppure no. Per contrasto, il mio linguaggio si basa su una considerevole musicalità. Di solito compongo le melodie insieme a parole e a concetti. La melodia incalza e il testo deve saper rifletterla. Il linguaggio si deve unire alla dimensione musicale che voglio ricreare. Per esempio, se il motivo da creare è quello di una canzone, un testo in stile francese è il più indicato, mentre la musica potrebbe essere più gitana, uno stile slavo potrebbe andare ancora meglio. Inoltre c’è la possibilità di esprimere le sensazioni in modi diversi, in modo più tenero o più intenso per esempio, evocando diversi stati d'animo in chi ascolta.

Cafebabel.com: Possiamo trovare un significato preciso o una storia all’interno dei testi?

Erzsi Kiss: Il significato è percepito attraverso le emozioni. Ci sono parole e sillabe universalmente condivise, come 'mamma'. Credo che la maggior parte dei centro-europei possano afferrare il significato delle mie canzoni, ma con tutta probabilità anche gli altri le capiscono.

Cafebabel.com: I testi delle sue canzoni vengono scritti, o preferisce registrarli direttamente per poi riprodurli?

Erzsi Kiss: Per la maggior parte vengono registrati. Questo perché voglio riprodurre accuratamente quello che in origine riesco a migliorare. Tuttavia, a volte mi capita di cantare insieme a János. In questi casi i testi devono essere scritti, in modo che entrambi possiamo impararli.

Cafebabel.com: Come hanno fatto tutti gli elementi del gruppo a incontrarsi?

Erzsi Kiss: Abbiamo formato il gruppo nel 1996. Mi sentivo davvero pronta a cantare e quindi ho iniziato a cercare altre persone con cui suonare. Ho contattato Csaba Hajnóczy nel ’95 e insieme abbiamo sperimentato per un anno. Successivamente Csaba ha invitato Gabi Kenderesi e più tardi Árpád Vajdovich, ancora membro della band.

Cafebabel.com: I cambiamenti all'interno della band hanno alterato il suo stile?

Erzsi Kiss: Certamente. La mia musica è influenzata dalle mie idee, dall’effetto del trambusto nella mia mente e dalla musica intorno a me. Si può percepire l’influenza di János, di Hunor G. Szabó e di Zoli Farkas ascoltando i nostri album.

Cafebabel.com: Ti dedichi interamente alla musica o ti occupi ancora di teatro?

Erzsi Kiss: Per fortuna non sono costretta a separare le due cose. Da qualche tempo sto componendo musica per spettacoli di burattini. L’anteprima della mia ultima esibizione si è svolta alla fine del 2010. Insieme al regista belga Karel Van Ransbeeck e ad Ákos Futó, un burattinaio di Veszprém, una città nella parte occidentale dell’ungheria, mi occupo di spettacoli di burattini per bambini. Abbiamo una collaborazione con la compagnia Theater De Spiegel e il teatro delle marionette Kabóca di Veszprém. Al Kolibri festival di settembre sono stata insignita del premio Michel Indali per la mia performance. Mi piace molto esibirmi. Cantiamo per bambini molto piccoli, accompagnati da un ukulele e dalla voce di Ákos. Usiamo pupazzi astratti, a forma di sfere o di cubi. Questo tipo di astrazione è presente nella tradizione della parte settentrionale dell’Ungheria. Non c’è una vera e propria storia; l’intero spettacolo consiste di piccoli sketch. Per mezz’ora questi bimbi sono affascinati, e guardano senza piangere. Alla fine dello show, i piccoli vengono portati dai pupazzi per farglieli toccare. I bambini di oggi abituati a rappresentazioni digitali restano a bocca aperta davanti a queste sfere di feltro e ai cubi di legno. È davvero meraviglioso.

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Images: © Egy Kiss Erzsi Zene/ Facebook

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Translated from Hungarian singer Erzsi Kiss: ‘My language is based on musicality’