Klaxons: "la truffa"
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Michele SorvilloQuattro anni dopo Surfing the Void, il trio londinese ritorna con un nuovo album, Love Frequency, il prossimo 16 giugno. Ascoltando i primi singoli, il gruppo ha deciso d'imbrogliare tutti: incontro con i Klaxons, una band di bricconi inafferrabili, per meglio sopravvivere.
« Facciamo sempre quello che nessun'altro ha voglia di fare » . Così, senza mezzi termini, Jamie Reynolds, leader del gruppo, risponde a quelli che cercano ancora le ragioni per le quali i klaxons si sono sperduti nei meandri del Pop. Poichè è bene dirlo subito che i due estratti assai dance di Love Frequency lasciano un gusto amaro in bocca tra quelli che applaudivano l'inventività del gruppo otto anni fa. "Abbiamo sempre detto, dall'inizio, che eravamo un gruppo pop", ricorda tuttavia Jamie.
Un potere superiore ci ha donato le nostre canzoni
Myths of the Near Future, è il primo album uscito nel 2007, che non aveva niente di pop. Quando fu pubblicato, la critica e il pubblico l'avevano salutato come la nascita di un nuovo genere ben presto battezzato new rave. Jamie, ci vide semplicemente un segno: «È come se avessimo avuto accesso ad un potere superiore che ci aveva inviato queste canzoni. Ora non so dire cosa accaddeva, ma deve esserci una sorta di ragione magica!» Con influenze prese dal rock, hip-hop e dance, gli undici brani suonavano all'epoca come alieni messi su una scena musicale allora rotta dal ritorno del rock classico dei primi anni 2000. Otto anni dopo, tutto cambia. La musica, il successo, il modo di vivere (James Righton è nel frattempo divenuto guarda caso il marito dell'attrice Keira Knightley, ndr)… Resta il look stridente come lo testiamonia la tshirt di James, la stessa che sulle ultime foto di gruppo viene affiancata a motivi ormai più classici come la giacca scozzese di Simon ed il jeans nero di Jamie.
Lo stile dei Klaxons è sempre stato più complicato a descrivere piuttostp che a spiegare. Infatti, non dobbiamo stupirci quando scopriamo che il gruppo londinese non era proprio in uno stato normale mentre componeva i primi pezzi. "Eravamo veramente sfondati", racconta Jamie. « Avevamo bevuto parecchie birre e divorato patatine fritte!", aggiunge James, felice. "C'era una buona friggitoria dall'altra parte della strada che c'ispirava in qualche modo!" Simon, il chitarrista, resta serio di fronte alle battute dei suoi compagni e preferisce ricordare che "sin dall'inizio volevamo essere un gruppo immerso nei colori e richiamarci alla scena rave. Trovavamo eccitante vedere gruppi vestiti completamente in nero e piuttosto tristi. Noi volevamo invece evitare tutto questo ed essere più colorati, cioè un gruppo divertente da vedere."
Truffa, imbroglio e meccanica
Per sapere come sono nati i Klaxons dobbiamo fare un salto indietro di dieci anni. Un viaggio nel tempo difficile da intraprendere pure per Jamie, il quale tenta di passare la patata bollente a Simon Taylor-Davis, impassibile.
"Credo che tocca a te rispondere ora", gli dice Jamie che poi continua. "Né parlavamo da un po' di tempo tutti e due ma non vivevamo nello stesso posto. Quando ci siamo ritrovati nella stessa città, allora ci siamo detti che era arrivato il momento di fare qualcosa. Poi abbiamo incontrato James (Righton) e siamo partiti". E prosegue: "penso che tutto sia cominciato a Nottingham", dove Simon frequentava l'università. "Allora andavmo spesso al Liars Club e assistevamo a delle serate con dei gruppi che suonavano dal vivo. Ricordo che dicevamo: sono delle schiappe, noi possiamo fare meglio".
All'epoca Jamie lavorava in un negozio di dischi e James insegnava l'inglese, o quasi. Quando gli ricordiamo l'epoca cela l'imbarazzo con un sorriso. "Non ero qualificato per quel lavoro, non ero un vero professore!" "Eri un prof hippie», gli fa eco Jamie. "Passavo il tempo a chiacchierare con i miei studenti, riprende l'interessato. Era una truffa!"
Una truffa i Klaxons? Piuttosto la storia di un gruppo di giovani spiantati che hanno preso molto dagli altri senza dare niente in cambio. "Facevamo musica dance senza essere attrezzati. I nostri sintetizzatori e chitarre eranoi cattive condizioni, non sapevamo mai come pagarci i cavi perchè tutti senza un soldo, disoccupati! Ci facevamo prestare di tutto." A volte da un giovane chitarrista filantropo quando il trio si è tenuto gli strumenti dopo averlo mandato via. Oppure con Finn (Finnigan Kidd), loro ex batterista che lascerà il gruppo. "Sta bene", assicura Jamie, piegato in due. "È stato pure ad un nostro after a Londra dopo un concerto", spiega Simon.
È così che, carico di strumenti e di casini, il trio si prepara per l'uscita del suo terzo album "Love Frequency", fissata per il 16 giugno prossimo. Delle critiche i Klaxons se ne infischiano, per niente preoccupati di come sarà accolto il disco. "Non vediamo l'ora!", confessa James. Per niente in disagio quando si tratta di negoziare la loro svolta pop-machine. "Abbiamo cambiato la realizzazione e la scelta degli strumenti, ma la scrittura delle canzoni è la stessa del primo disco», spiega Jamie. "Siamo le stesse persone che hanno fatto quell'album, siamo sempre noi tre!". Tuttavia, Love Frequency stringe volentieri un featuring con Tom Rowlands dei Chemical Brothers, DJ Erol Alkan, Gorgon City…E a spazzare via le critiche una volta per tutte ci pensa Jamie:«Ci sono diverse sfumature di musica elettronica insieme a degli elementi più accessibili. Come nel primo album."
Un manifesto del futuro
Le ore passano, i ragazzi parlano, le battute scorrono. Il momento è buono per entrare nella leggenda di questo manifesto futurista da dove il nome del gruppo sarebbe sbucato. È vero? "Credo che tutto cio' sia stato un po' deformato. Volevo che il nome cominciasse con un K. Avevo letto che la lettera era stata ritirata dall'alfabeto, era vietata, poi vi ha fatto ritorno. Una sera passavamo sotto un ponte a Deptford (vicino Londra ndr.) ed il nome mi è balenato in mente. Era una parola che colpisce, che si richiama alla cultura rave e a tanto rumore, tutto quello che il gruppo rappresenta!"
Di rumore, i Klaxons ne fanno già alla vigilia d'un album che, attraverso i due singoli "There is no other Time" e "Children of the Sun" si annuncia come la grande sorpresa di quest'inizio estate. Che piaccia o meno, molti mediteranno sulle nuove avventure musicali del trio. "Più interessante provocare che piacere a tutti", dice Simon a cui non dispiace filosofare.
Klaxons - There Is No Other Time (no, non sono i Backstreet Boys)
Translated from Les Klaxons : « c’était une arnaque »