Kasabian, Colpo di Stato!
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Michele SorvilloPretenziosi per alcuni, eredi della tradizione inglese per gli altri, i Kasabian dividono. Chi sono davvero quelli che si sono attribuiti il titolo di miglior gruppo britannico? Dopo quindici anni di vita e cinque album il gruppo continua a mischiare i generi.
Reading, 2012. Fa buio, il rumore dell'attesa si sente nella penombra. Gli schermi giganti restano spenti, muti. 60mila persone scalpitano. Tutto d'un tratto un gemito lontano, un canto di sirena... Le luci abbaglianti, le grida. I primi riff violenti. Quattro sagome si agitano in lontananza, « I'm waiting, right here now, I'm waiting / for someone or something to take me, to take me over ». I Kasabian provocano ma nessuno replica. Tom Meighan saltella sulla scena, urla qualcosa, Sergio Pizzorno maltratta le corde della sua chitarra, lo sguardo nascosto dietro un gran cappello scuro.
Quando i leader sono due...
La ricetta di un buon gruppo è spesso dietro un leader carismatico. Quando ce ne sono due, la piu parte delle volte si tratta di un gruppo di leggende. La storia parla chiaro a proposito: i Beatles, gli Stones, I Libertines, Oasis, Clash. Ebbene, anche nei Kasabian ce ne sono due. Meighan et Pizzorno s'incontrano tra i banchi del liceo, a Leicester. Gli piace il calcio, i Stones Roses, la chitarra e essere i migliori. Iperattivo Tom, volubile, provocatore, lega bene con il discreto, riflessivo Sergio. Tra i due, il secondo è il genio, dicono. Il Noel Gallagher, il Pete Townschend (compositore dei Who, ndr). Quello che scrive le canzoni, quando Meighan cura l'immagine. In effetti, questa seconda parte consiste nel sparlare della concorrenza. Ricordando i grandi duelli tra Oasis e Blur, il cantante dei Kasabian divulga tranquillamente le sue opinioni: Peter Doherty è "un barbone", Julian Casablancas è un "sciatore snob", e Timberlake " un nano con i baffi". " Se andate al circo, dovete vendere i biglietti", mormora Pizzorno al Guardian. Lo "sputtanare" come strategia di marketing? Un'arte che sembra veramente autentica da parte di Tom Meighan, quello che parla in fretta e, eventualmente, ci ripensa dopo. Un po' come lo yin - vetrine del rock nazionale, vecchia ricetta rassicurante- e lo yang - che innova dietro la scena, discreto sciamano, Frankestein del rock... Kasabian o la ricetta del golpe del decennio.
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Il gruppo sbarca nel 2004 con un album omonimo. I Libertines si sono appena sciolti, gli Artic Monkeys hanno diciotto anni. Il pezzo L.S.F ha la provocazione dei vecchi tempi, le atmosfere dell'andry song inglese e la sicurezza di un Liam Gallagher ubriaco. Insomma, si fa presto a piazzare i Kasabian nella fila indiana creata dai potenziali eredi degli Oasis. Poche parole ma in compenso un'aggresività musicale che diventerà il marchio di fabbrica dei megliori pezzi del gruppo. Il singolo "Club Foot" è automaticamente catalogato canto degli appassionati di calcio, un pezzo che si ascolta di notte nei Pub. Il video, omaggio a Jan Palach, studente ceco che si è immolato ala fine della Primavera di Praga fa meno audience. Nel 2006, il gruppo stupisce tutti con la collerica Empire, bel pezzo di chiatrre e di parole, il successo comincia a disegnarsi. Ai Kasabian piacciono i travestimenti e la regia, sogni di macchine da guerra mainstream.
Fino all'apocalisse West Ryder Pauper Lunatic Asylum rock psychedelico, molto strano ma ben eseguito. Successo nelle classifiche, premiato da una pioggia di awards. Il gruppo trova il suo posto, il primo in genere. Uscirà Velociraptor! poi il mese scorso 48:13, fusione di rock, musica elettronica ed hip hop. Questi inglesi che bruciano le tappe.
Kasabian - « Club Foot »
L’ultimo imbroglio
"Preferiamo un'attidudine da conquistatori, la quale forse potrebbe esser presa male per aggressività e sfrontatezza" diranno agli Inrocks, dopo una paio di commenti acidi. Ci vuole tuttavia una buona dose di "cazzimma" per mentire al proprio pubblico. Nessuno, dopo tutto, non bisogno di sapere che Pizzorno cita Bukowsky, parla di Ennio Morricone o s'ispira ai film di Alessandro Jodorowsky. Infatti, non è proprio il caso di gridarlo dai tetti che le loro vere ispirazioni non sono ne gli Oasis nei i Who ma Dj Shadow e i Silver Apples. Poco importa se le si associa a degli incoscienti illetterati, erano il gran nome sul tabellone del Festival Glastonbury.
Kasabian non è mai stato un gruppo interessato alle piccole esibizioni di nicchia, per il pubblico vicino, per il gusto autentico della 8.6. L'ambizione dei ragazzi dei Kasabian era piuttosto il Wembley Stadium campagne e folle in delirio.
« Is there a place for me in history? », domandano in Acid Turkish Bath. La storia - e l'industria - non aveva bisogno di un gruppo che si chiamasse in questo modo dopo Linda Kasabian, membro della "family" assassina di Charles Manson. La storia e l'Inghilterra hanno bisogno di un rock homemade. Britpop? I Kasabian giocano su questo malinteso da oltre quindici anni, facendosi passare a volte per dei grezzi perchè dopo tutto, i grezzi pure hanno il diritto di comprare i loro album. Popolari ed intellettuali, rock e psychedelici, appassasionati di calcio e cineasti, Pizzorno e Meighan traggono ispieazione un po' dappertutto.
Tuttavia con 48.13 (si è la durata dell'album e non la pigrizia creativa, un modo per "andare diritto allo scopo, come le canzoni" - Pizzorno o l'ultimo imbroglio) la band spinge la miscela di stili un po' più lontano. Troppo? Risposta l'avremo tra quindici anni quando, forse, l'inganno sarà smascherato.
Kasabian - « eez-eh »
Écouter : 48:13 de Kasabian
Translated from Kasabian, le coup d'État