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Kamp!: "Vogliamo far ballare la gente"

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Cultura

Kamp! è un trio elec­tropop po­lac­co che, dopo una stre­pi­to­sa asce­sa in Po­lo­nia - cul­mi­na­ta con la pub­bli­ca­zio­ne del loro primo LP omo­ni­mo, Kamp! (eti­chet­ta Brenn­nes­sel) nel 2013 ,-   si pre­pa­ra a con­qui­sta­re il pub­bli­co eu­ro­peo. La prima tappa è stata Gro­nin­gen, al fe­sti­val Eu­ro­so­nics 2014. Cafébabel li ha incontrati per voi.

Ven­go­no da Łódź, dal cuore della Po­lo­nia, e stan­no cer­can­do di cam­bia­re la scena elec­tropop del loro Paese. Mi­chail, Tom e Radik, alias Kamp!, sono stati in­vi­ta­ti al fe­sti­val Eu­ro­so­nics 2014 di Gro­nin­gen come rap­pre­sen­tan­ti dei grup­pi emer­gen­ti po­lac­chi. Fi­no­ra, hanno suo­na­to in Ger­ma­nia, Regno Unito, Slo­vac­chia, Fran­cia e Sve­zia oltre ad aver fatto un paio di ap­pa­ri­zio­ni negli Stati Uniti d’A­me­ri­ca. A detta loro sono so­prat­tut­to i “la­ti­noa­me­ri­ca­ni ad an­da­re pazzi per la loro mu­si­ca”. Sul palco, tra una can­zo­ne e l'al­tra, si scam­bia­no gli stru­men­ti a vi­cen­da. Pianola, bat­te­ria elet­tri­ca, chi­tar­ra: non ci sono ruoli de­fi­ni­ti. Del resto, ognu­no di loro ha una sto­ria mu­si­ca­le del tutto di­ver­sa. Dal black metal, ai Bea­tles, pas­san­do per i Queen, Ro­xet­te e Mi­chael Jack­son: i Kamp!  non si pon­go­no li­mi­ti di ispi­ra­zio­ne. In­ter­vi­sta.

Ca­fé­ba­bel (Cb): Eu­ro­so­nics è un fe­sti­val de­di­ca­to ai mu­si­ci­sti emer­gen­ti eu­ro­pei. Ep­pu­re, anche nella ca­te­go­ria elec­tropop sono pre­sen­ti so­prat­tut­to grup­pi pro­ve­nien­ti dal nord. Come mai?

Kamp!Cre­dia­mo sia una con­se­guen­za della sto­ria e della pre­sen­za del re­gi­me co­mu­ni­sta nel no­stro Paese. Prima del 1989 era dif­fi­ci­le en­tra­re in con­tat­to con la mu­si­ca e l’ar­te eu­ro­pea. Era quasi im­pos­si­bi­le tro­va­re gli stru­men­ti adat­ti per fare mu­si­ca elet­tro­ni­ca. Inol­tre, in Po­lo­nia c’è sem­pre stato un pro­ble­ma cul­tu­ra­le. C’è un certo stile mu­si­ca­le “po­lac­co” che va per la mag­gio­re e che non è trop­po ap­prez­za­to al­l’o­ve­st.

Cb: Uno stile “po­lac­co” … ?

Kamp!: C’è una mag­gio­re sen­si­bi­li­tà per le me­lo­die. Siamo un po­po­lo ab­ba­stan­za emo­ti­vo e ogni ar­ti­sta cerca di tro­va­re la me­lo­dia per­fet­ta. Il ritmo, per esem­pio, è un ele­men­to che va in se­con­do piano.

Cb: Quin­di non c’è modo di col­ma­re il gap con l’o­ve­st nel­l’e­let­tro­ni­ca?

Kamp!: Sì, ma credo sem­pli­ce­men­te che, ri­spet­to al pa­no­ra­ma eu­ro­peo, la Po­lo­nia sia in­die­tro di un paio di anni.

Melt (video uf­fi­cia­le) - Kamp!

Cb: A parte la cen­tra­li­tà della “me­lo­dia” quale è lo stato della scena elec­tropop po­lac­ca?

Kamp!: Si­cu­ra­men­te è un ge­ne­re in espan­sio­ne anche se non ci sono molte band. Quan­do si parla di elec­tropop, i volti di punta sono so­prat­tut­to pro­dut­to­ri e dj. Su tutti, Catz N’ Dogz e PetsRe­cor­dings (eti­chet­ta in­di­pen­den­te). In quan­to band, credo che ab­bia­mo lan­cia­to una nuova ten­den­za. Per quan­to ri­guar­da lo stile, l’e­lec­tropop nel no­stro Paese è sem­pre stata molto in­fluen­za­ta dalla Tech­no Har­d­co­re e dalla Dark Elec­tro. In que­sto senso, in­sie­me alla no­stra eti­chet­ta stia­mo cer­can­do di ar­ric­chi­re il pa­no­ra­ma.

Cb: Qual è  l’o­biet­ti­vo che avete in mente quan­do com­po­ne­te?

Kamp!: Ci piace “far bal­la­re la gente”, ma non solo. Cer­chia­mo di crea­re una mu­si­ca che si adat­ti a più con­te­sti: dal viag­gio in mac­chi­na al­l’ap­pun­ta­men­to di fron­te a un drink. Ci te­nia­mo a dire che scri­via­mo can­zo­ni e non trac­ce ready made per i dj. In ef­fet­ti que­st’ul­ti­mi ci di­co­no che hanno dif­fi­col­tà a uti­liz­za­re i no­stri brani per la loro strut­tu­ra piut­to­sto va­rie­ga­ta.

Cb: Qual è il vo­stro punto di ri­fe­ri­men­to con­tem­po­ra­neo?

Kamp!Cut Copy e John Ta­la­bot, ma in real­tà non ascol­tia­mo molto grup­pi elec­tropop. Quan­do hai a che fare con que­sto ge­ne­re di mu­si­ca dalla mat­ti­na alla sera, non ne puoi più (ri­sa­te, nda.). Cer­chia­mo di ascol­ta­re grup­pi e mu­si­ca che ap­pa­ren­te­men­te non hanno nulla a che fare con le no­stre com­po­si­zio­ni, come l’hard rock per esem­pio.

Cb: Il mi­glio­re palco per ascol­ta­re elec­tropop in Po­lo­nia?

Kamp!: Il Pal­la­dium a Var­sa­via.

Cb: Qual è stata la mi­glio­re au­dien­ce eu­ro­pea fino a ora?

Kamp!: Ber­li­no, Co­lo­nia e Dort­mund, in una pa­ro­la: la Ger­ma­nia. Il pub­bli­co te­de­sco è più ri­las­sa­to e in­te­ra­gi­sce in ma­nie­ra di­ver­sa. Fuori dal con­ti­nen­te dob­bia­mo men­zio­na­re anche i su­da­me­ri­ca­ni che vi­vo­no negli Stati Uniti. So­prat­tut­to i mes­si­ca­ni: vanno pazzi per la no­stra mu­si­ca. Lo ab­bia­mo spe­ri­men­ta­to a Au­sten e Los An­ge­les.

Cb: Per­ché?

Kamp!: E’ dif­fi­ci­le da spie­ga­re. Pro­ba­bil­men­te di­pen­de senso del­l’ar­mo­nia che hanno nel san­gue.

Cb: Quale è la cri­ti­ca più biz­zar­ra che avete ri­ce­vu­to?

Kamp!: Dopo un’e­si­bi­zio­ne a Lu­blin, ab­bia­mo letto una re­cen­sio­ne del con­cer­to. L’au­to­re ha scrit­to che era­va­mo un duo in­ve­ce che un trio e che era im­pos­si­bi­le che fos­si­mo pia­ciu­ti così tanto al pub­bli­co. Se­con­do lui, ave­va­mo messo in play­back una folla che bat­te­va le mani.

Cb: Il com­pli­men­to di cui an­da­te più fieri?

Kamp!: Spes­so, anche ad anni di di­stan­za da un’e­si­bi­zio­ne, chi era pre­sen­te al con­cer­to ci fa i com­pli­men­ti… Non ci sono pa­ro­le per de­scri­ve­re quel­lo che si prova.

Da ascol­ta­re: Kamp!