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Julie Gray: l'Europa scrive per Hollywood

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La sceneggiatura di un film di 90 minuti conta dai 90 ai 100 fogli in A4. Delle vagonate di sceneggiature non richieste che gli uffici di produzione cinematografica di Hollywood ricevono ogni giorno, solo una su cento viene visionata. Julie Gray, esperta di sceneggiature ambientate a Los Angeles è a Oxford per parlarci delle indiscrezioni, delle tendenze e della delusione di Hollywood.

Hollywood rappresenta la Mecca dell’industria cinematografica mondiale. Secondo l’Osservatorio europeo dell'Audiovisivo tuttavia, soltanto in Europa lo scorso anno, sono stati venduti circa un miliardo di biglietti, una cifra da record raggiunta l’ultima volta nel 2004. Gli ultimi grandi successi di Hollywood, in prima visione, includevano “Avatar” e “Prince of Persia”, sebbene entrambi fossero il risultato di esperienza filmica e finanze europee. È stata Julie Gray, esperta di sceneggiature di Hollywood e direttore generale del dipartimento sceneggiature, a sottoporre alla mia attenzione questi dati non proprio noti.

Ci incontriamo per pranzo allo storico ristorante sul tetto del museo Ashmoleum di Oxford, ritrovo prescelto dagli intellettuali e artisti del posto, tra i quali Colin Dexter e Richard Dawkins. «Il modello dei film americani è più dinamico di quello europeo, - dice Gray, un’attraente americana dalla personalità brillante. - Gli scrittori europei vengono esortati ad imitare il paradigma strutturale e il format americano se vogliono che la loro agognata prospettiva e voce europea sfondi negli Stati Uniti».

Una vita nelle sceneggiature

Julie Gray, le sceneggiature e Hollywood

Julie è in città per un workshop di un giorno sulla sceneggiatura cinematografica. Guida e mentore per gli scrittori di Hollywood, Julie spiega che «la scrittura per il cinema a Hollywood è un’arte sottovalutata dall’industria. I giorni in cui gli scrittori erano multimilionari sono finiti. Dal momento che l’industria cerca di ridurre i costi, stiamo assistendo ad un ritorno al vecchio sistema degli studios, con l’aumento di piccole realtà dal budget limitato che producono film come “District 9” (30 milioni) e “Paranormal Activity” (15, 000 dollari) che dominano la scena». Al di fuori di Hollywood, entusiasti aspiranti scrittori hanno frequentato i suoi workshop in tutto il mondo, compresi quelli ad Oxford e Bristol. Gray è anche una fervente promotrice del progetto “Afghan women’s writing” a Kabul.

«Attualmente, troppi film sono in perdita e tutti sono in cerca della formula per il successo, mentre la paura del fallimento ossessiona l’industria»

Quello che stupisce Gray dell’industria del cinema è il fatto che molti aspiranti scrittori ignorino le effettive dinamiche del business e sembrino convinti che l’aspetto affascinante dell’industria cinematografica si la realtà. «Il punto è che Hollywood è principalmente orientata verso il guadagno, - dice Gray. - Attualmente, troppi film sono in perdita e tutti sono in cerca della formula per il successo, mentre la paura del fallimento ossessiona l’industria. È per questo che si cerca sempre più di non correre rischi, tendenza che spiega l’incremento di film insulsi o remake di precedenti film di successo come “Robin Hood” e “Scontro tra Titani”. Un altro problema è che l’industria cinematografica è ormai a corto di idee realmente originali». Le opere di molti scrittori europei sono già state depredate dall’industria in cerca di spunti per nuove trame cinematografiche. I dirigenti di Hollywood sono consapevoli che trovare una sceneggiatura che sia veramente originale e di successo è probabile quanto mettere a segno un ace per un golfista. Sempre più spesso si fa ricorso a vecchie idee rielaborate secondo nuovi approcci. Non ci sorprende quindi il fatto che stiamo assistendo ad un ritorno al genere di film di spada e sandali come “Il Gladiatore”, “Troy” e “Centurion”.

Come diventare sceneggiatore

«La maggior parte degli aspiranti scrittori pensa che una storia che ha come soggetto il proprio divorzio, una storia d’amore o l’esperienza militare possa essere accettata senza riserve»

Julie Gray ci svela che molti aspiranti scrittori vedono respinta la propria sceneggiatura perché non in linea con i canoni della casa cinematografica, che questa sia la United Artists, la MGM, la Warner, o la Sony. Altre motivazioni riguardano le questioni grammaticali, gli errori di ortografia, la carenza di struttura, l’incapacità di attenersi ai fondamenti della scrittura drammatica e la mancanza di originalità. «La maggior parte degli aspiranti scrittori pensa che una storia che ha come soggetto il proprio divorzio, una storia d’amore o l’esperienza militare possa essere accettata senza riserve».

Nonostante ci si lamenti a profusione del fatto che viviamo nell’epoca delle immagini, ancora oggi la parola scritta ha una sua valenza. Il tuo film, gioco, programma televisivo o radiofonico preferito si basa ancora su testi scritti da paladini della parola che l’industria del cinema non perde tempo ad esaltare. Il tuo eroe o eroina preferito sarebbe letteralmente muto senza la dedizione ed il duro lavoro dello sceneggiatore. «Ma il duro lavoro e l’intelligenza da soli non sono abbastanza», mette in guardia Gray, che cominciò il suo lavoro di consulente di sceneggiatura nel 2008 ed il suo blog ed i suoi podcasts a riguardo sono sempre più seguiti dai principali responsabili dell’industria cinematografica.

«Per diventare uno scrittore di successo devi essere un buon comunicatore, qualificato e organizzato. La maggior parte degli aspiranti scrittori pensa che una storia che ha come soggetto il proprio divorzio, una storia d’amore o l’esperienza militare possa essere accettata senza riserve». Gli scrittori devono avere inventiva come nel caso delle commedie romantiche “Prima ti sposo, poi ti rovino”, “Pretty Woman” e il coraggioso vincitore dell’oscar 2010 come miglior film, “Hurt Locker”. Sceneggiatori, sembra che l’industria cinematografica americana non vi prenderà sul serio, a meno che non abbiate almeno dieci sceneggiature alle spalle. Il nuovo libro di Julie Gray ”Just Effing Entertain Me” (Michael Wiese edizioni), basato sul suo premiato blog di cui porta il nome, uscirà nella primavera del 2011.

Foto: adamlopezphotography.com

Translated from Julie Gray: Europe scriptwriting Hollywood