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Jihadisti: l'Europa tira fuori l'artiglieria pesante

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Politica

Lo Stato Islamico spaventa. Il 15 settembre più di una trentina di paesi si sono riuniti a Parigi per definire una strategia globale di contrasto al Califfato. Cafébabel ha fatto un giro europeo per illustrare le misure prese o escogitate a livello nazionale per contrastare il reclutamento di jihadisti nel Vecchio Continente. 

La Francia mostra i muscoli 

Il ministro degli Interni francese Bernard Cazeneuve, ha stimato che ad oggi sono 930 i cittadini francesi implicati nella jihad in Siria e Iraq. Il progetto di legge discusso a partire dal 15 settembre nell’Assemblea Nazionale ha come scopo quello di fermare l'arruolamento di francesi nelle crociate jihadiste rafforzando la legislazione antiterrorista. Il progetto prevede in particolare: l'interdizione dall'uscita dal territorio nazionale attraverso la confisca del passaporto e della carta d'identità per una durata di sei mesi (rinnovabile) per i maggiorenni e i minorenni sospetti che potrebbero partire per servire un'organizzazione terrorista o ancora rinforzare la pirateria legale di tutti quei siti che internet colpevoli di indottrinare i giovani e cercare nuove reclute. Secondo il quotidiano "Le Monde", con un tale disegno di legge la Francia si avvicinerà alle soluzioni proposte dall'americana NSA (National Security Agency): privazione delle libertà individuali sotto la copertura della lotta al terrorismo. Il voto sembra dare ragione a questa proposta dal momento che i deputati hanno già votato il 17 settembre la sanzione amministrativa di divieto di uscita dal territorio nazionale. 

Italia: La legislazione antimafia per i jihadisti

In Italia il ministro degli interni Angelino Alfano ha riferito il 9 settembre al Parlamento sul «terrorismo internazionale di matrice religiosa» e sui pericoli che corre il Paese in quanto «culla della cristianità». In questa occasione ha anche annunciato la necessità di una legislazione speciale per contrastare il fenomeno dei "jihadisti della porta accanto". Secondo il governo sarebbero una cinquantina i combattenti partiti dall’Italia per combattere la guerra santa in Medioriente. In una lettera pubblicata dal "Corriere della Sera" il ministro ha sottolineato l'importanza della prevenzione («colpire a tenaglia il lupo solitario, l'aspirante jihadista cresciuto in Europa) e dell'utilizzo dell'articolo 4 del codice antimafia al fine di agire contro coloro i quali sono «indiziati di commettere reati con finalità di terrorismo, interno o internazionale, o di porre in essere atti preparatori in tal senso». 

Spagna: un «problema che riguarda tutti»

In Spagna, l’esecutivo si era espresso contro l'invio di truppe per combattere lo Stato Islamico prima di cambiare opinione all'incontro di Parigi. Per l'occasione, il ministro degli esteri José Manuel García Margallo ha affermato che, qualora la comunità internazione domandasse l'aiuto della Spagna per delle azioni militari, il governo iberico potrebbe «considerare» la possibilità di un intervento. Margallo ne ha approfittato anche per ricordare che «alcuni spagnoli si sono arruolati nella jihad» dopo un reclutamento attraverso le reti sociali, «un problema che riguarda tutti noi». La Spagna ha condotto delle operazioni contro il terrorismo a partire dal 2004, quando Madrid connobbe il peggiore attacco terroristico della sua storia per mano di Al-Qaeda. La maggiorparte delle operazioni sono state dirette a colpire le cellule di reclutamento, indottrinamento e invio di attivisti radicali in Afghanistan o in Iraq. Ad agosto, la polizia ha arrestato due giovani ragazze di 14 e 19 anni che pianificavano di raggiungere i ranghi del Califfato per combattere e gratificare i soldati con favori sessuali.

Quello di "Vice" è ad oggi l'unico reportage realizzato nel cuore dello Stato Islamico.

Germania: "Un corpo di Polizia della Charia" 

I salafiti tedeschi hanno gettato benzina sul fuoco con azioni controverse come la distribuzione gratuita del Corano. Ma recentemente è stata la" Polizia Charia", una pattuglia autoproclamatasi nella città di Wuppertal, che ha attirato l’attenzione mediatica, dal momento che si propone di convertire gli infedeli spiegando loro che la droga, il sesso e l’alcool sono il male assoluto. Quella che sembrava un’azione innocua, è stata ripresa da tutti i media considerati gli ultimi eventi di attualità in Medio Oriente. «Distogliere lo sguardo non è più possibile» secondo Steinmeier, ministro degli esteri tedesco. Si stima infatti che siano partiti circa 400 tedeschi per raggiungere le milizie dell’Isis. In questi giorni il primo jihadista tedesco veniva compariva a Francoforte e da allora le partenze all’estero di cittadini sospetti sono sempre più controllate. Ad ogni modo la Germania fa quello che le riesce meglio, ovvero donare le sue le armi a qualcuno, questa volta ai curdi

Regno Unito: Deradicalizzami! 

La Gran Bretagna ha adottato delle politiche estreme che permettono alle autorità locali di confiscare il passaporto ai cittadini sospettati di viaggiare per raggiungere i gruppi terroristi in Siria e in Iraq. E si tratta della prima misura di una una serie di nuove leggi che il primo ministre David Cameron vorrebbe introdurre per evitare il reclutamento di terroristi nel suolo di Sua Maestà. D'altronde esistono già dei programmi di deradicalizzazione per i combattenti che tornano dopo aver servito il Califfato. Nonostante tutto sembra che non abbiano abbastanza finanziamenti per rispondere alla domanda attuale. 

Translated from Djihadistes : l'Europe sort l'artillerie lourde