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Italiano all'estero? Al voto!

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Politica

Con la legge Tremaglia dal 2001 gli italiani oltre confine votano per le elezioni politiche nazionali. Dodici deputati e sei senatori che possono fare la differenza.

Europa-Russia-Turchia, Sud America, Nord-centro America, resto del mondo (Africa, Asia, Oceania e Antartide). Non si tratta di un ripasso di geografia, ma delle quattro circoscrizioni in cui è stato suddiviso il mondo dal Ministero degli Esteri per organizzare il voto dei cittadini italiani residenti oltre confine.

Non solo salami?

A chi accusa l’Italia di essere poco all’avanguardia rispondiamo che, oltre alle automobili e ai salami, abbiamo anche una legge per il voto all'estero. Il provvedimento risale al 2001: l’allora Ministro per gli Italiani nel mondo, Mirko Tremaglia, classe 1926 e di Alleanza Nazionale, ha realizzato il sogno di una vita. Ha dato la possibilità, a più di tre milioni e mezzo di italiani espatriati di votare per le elezioni nazionali.

Così è nata la legge numero 459/2001. La sua particolarità sta nel fatto che gli iscritti all’Aire (albo italiani residenti all’estero), che funziona come un'anagrafe, possono votare per i propri candidati "esteri", coloro cioè che si presentano nelle grandi circoscrizioni di cui sopra. Cosa c'è in gioco? Dodici deputati e sei senatori, che facciano valere a Montecitorio e Palazzo Madama le esigenze dei propri connazionali oltre confine.

Calcio per tutti

Quali sono queste esigenze? Principalmente: riforma della rete consolare, diffusione della cultura e promozione della lingua italiana. Ma anche sostegno del made in Italy e dell’imprenditoria italiana nel mondo, nonché la possibilità di ricevere la televisione e le partite del campionato di calcio all’estero.

Il provvedimento è alla sua terza applicazione: si cominciò con il referendum del 2003, sulla riforma del Codice del Lavoro, e in particolare sull'articolo 18, quello cioè che non permette il licenziamento di un lavoratore senza giusta causa. Ma la vera prova del fuoco furono le elezioni politiche del 2006. Fino a due anni fa i candidati della circoscrizione estero non se li filava nessuno finché il risultato elettorale, e la vittoria di Romano Prodi in particolare, sono dipesi da due senatori "esteri".

Per ora i risultati non sembrano eccellenti. Forse per la mancanza di esperienza degli eletti, forse per il poco tempo a disposizione: fatto sta che di miglioramenti concreti gli italiani all’estero ne hanno visti pochi. Un recente sondaggio di Rai International dice che per il 45,2% degli intervistati il voto all’estero non è stata un’esperienza positiva.

Speriamo che questa volta i risultati ci siano e che, soprattutto, gli italiani all’estero non debbano cercare per l’ennesima volta di spiegare ai propri amici e conoscenti in loco un’altra caratteristica tutta italica per la quale siamo famosi nel mondo: le elezioni anticipate. Italian elections? Again, encore, noch einmal, otra vez…