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Italia, 9 aprile, scende in piazza la Repubblica dei precari!

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societàPolitica

In Italia ci sono 500.000 stagisti, 300.000 tirocinanti, un popolo di giovani precari che ha deciso per la prima volta di alzare la voce. Unito, senza bandiere politiche, scenderà in piazza il 9 aprile, per una manifestazione nazionale dal titolo “Il nostro tempo è adesso”.

Eleonora Voltolina, fondatrice del portale La Repubblica degli stagisti, fa parte dei 14 promotori dell’appello: «Ci sono archeologi, operatori dei call center, giornalisti, avvocati…Tutti vogliamo uscire dalla gabbia del precariato e dire basta al welfare state delle famiglie».

Cafebabel.com: Da “Se non ora, quando?” a “Il nostro tempo è adesso”. In Italia tutti vogliono conquistare il presente. Come faranno i precari?

E’ la prima volta che scenderanno tutti in piazza, alla street parade di Roma come nelle altre città d’Italia (ma sono previste anche manifestazione nelle terre di approdo dei precari italiani, come Washington e Bruxelles, ndr). E’ già una bella speranza. Vogliamo dire che siamo stufi di conoscere solo i lati negativi della flessibilità, dimostrare che non siamo solo una generazione silenziosa. Vogliamo contratti e stipendi all’altezza dei nostri studi e della nostra dignità. Questo è un paese dove vengono assegnati dei dottorati di ricerca senza borse di studio!

Cafebabel.com: Un primo censimento per la Repubblica degli stagisti e dei precari?

E proprio qui sta il rischio. Se saremo poche centinaia, per noi sarà una sconfitta, e una vittoria per chi ci considera un manipolo di lamentosi. Per questo chiediamo anche alle famiglie di partecipare, perché più di tutti subiscono il sistema, sostituendosi a uno Stato che non dà aiuti economici ai precari. Dobbiamo fare in modo che i politici non facciano più le orecchie da mercante e trovino una soluzione per farci uscire da questa gabbia.

Cafebabel.com:Perché in Italia il mercato del lavoro flessibile si è trasformato in un calvario per i giovani?

I dati sono eloquenti: qui solo uno stage su dieci si trasforma in contratto. Più della metà non prevede un solo euro di rimborso spese. L’80% delle nuove assunzioni avviene con contratti di tipo flessibile, la disoccupazione giovanile (15-24 anni) tocca il 29%, solo la Spagna fa peggio di noi. Bisogna agire, lo chiediamo forte e chiaro, senza distinzioni politiche. Tra noi ci sono posizioni diverse sulle soluzioni, ma su una cosa siamo d’accordo: diciamo sì alla flessibilità ma no alla precarietà del lavoro.

Cafebabel.com: Popolo viola, donne indignate, manifestazioni pro-Costituzione, la rabbia degli studenti a fine anno…Questa frammentazione delle proteste non gioca a vostro sfavore?

E’ vero, è nel dna degli italiani, regionalisti e individualisti, dividersi su tutto, anche sugli intenti comuni. Capita perfino che 20 parlamentari presentino 20 proposte di legge diverse sullo stesso tema! Per questo cercheremo di ridurre al minimo le nostre divisioni. Vogliamo coinvolgere i giovani, perché sono protetti nell’oasi universitaria e non prendono coscienza di quello che li attende. Quella di dicembre è stata solo una scintilla, noi abbiamo un progetto più ambizioso: non agire d’istinto ma costruirci un futuro!

Immagini: cortesia di Il nostro tempo è adesso