[ita] Viaggio verso il Sud: più che un festival
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Daniela MontalbanoTesto: Susanna Arús Fotografia: Karina Logotheti e Susanna Arús Un Festival di musica è sinonimo di svago, ritmo, affluenza di gente, stanchezza, evasione dalla città e una lunga lista di concetti.
Lo scorso fine settimana ha avuto luogo a Marmande, un piccolo comune al sud della Francia, il 15º festival Garorock : 3 giorni, più di 80 artisti e un’inevitabile opportunità per una studentessa Erasmus in Francia.
In questi tre giorni, a Marmande, abbiamo condiviso un’esperienza una catalana, due greche, una bulgara e un francese. La lingua francese e quella inglese finirono per diventare un’unica lingua, e il risultato fu, tra risate e curiosità, un brindisi in lingue diverse. L’importante è riuscire a comunicare, no?
Il viaggio iniziò a Parigi, sei ore e due treni, una camminata fino l campeggio e alla fine l’istallazione della tenda. Tutto è pronto. Il campeggio sembra essere una straordinaria spianata di erba e un bosco in cui risulta impossibile vedere dove finisce la marea di tende montate e inevitabilmente ti domandi: ma quanta gente ci sarà? L’organizzazione è eccellente e le prestazioni sono multiple e diverse, da una bancarella di dolci, cibo da asporto e una tenda dove rilassarsi prendendo un tè o un caffè biologico, fino a una zona di concerti dove è possibile continuare la festa una volta finita, alle sei di mattina, quella dell’area ufficiale del Festival.
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Un numeroso corpo di volontari rende possibile la buona organizzazione del festival. Per quanto riguarda la sicurezza, questo è un altro dei pilastri importanti. È venerdì, alle ore 19 del pomeriggio, e i concerti sono già iniziati! Bisogna andare già verso il recinto del festival, fare la fila e sottomettersi a un controllo che non ha niente da invidiare ai fastidiosi controllori degli aeroporti. Il festival ci offre tre diversi scenari, più una zona chiusa usata come club principalmente dai dj’s. A partire dalle ore 19 fino alle 5 di mattina, c’è sempre più di un concerto da poter scegliere: esponenti del rock, pop, hip hop, elettro, reggae e trance sfilano davanti agli spettatori e offrono veri show.
Il pubblico, appassionato, apprezza sempre i gruppi che vedono o conoscono per la prima volta. In più di un’occasione mettono in scena dei veri e propri spettacoli e i cantanti offrono pezzi teatrali degni di studio. Provocazione, originalità e sorpresa sono parole che definiscono gruppi come Sexi Sushi, Bonaparte o Shaka Ponk.
Dentro l’area, a parte bar e concerti, hanno istallato anche stands di cibo. Si può scegliere tra kebabs con patate fritte, churros, fajitas o un piatto di tartiflette. Qualsiasi opzione sembra perfetta per recuperare energia.
È chiaro che in questi festivals troverai gente di tutti i tipi. Giovani di 15 anni con i propri zii o cugini maggiori, gruppi di amici di 50 anni con una lunga storia da rockettari alle spalle, studenti stranieri e giovani dello stesso paese di Marmande. Si respira una buona atmosfera e convivialità anche se richiama l’attenzione la combinazione di sfasatura, droga e il proprio corpo portato al limite.
Di ritorno a Parigi, i tre giorni in cui il tempo non passava e solamente pensavamo ai concerti, già sono solo un ricordo in più. Non mi resta che tornare alla stazione Gare de Montparnasse e fare in fretta per non perdere l’ultima metro.
Translated from Viaje hacia el sur: más que un festival