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[ita] Un’altra economia è possibile!

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Fabrizia Conti

Nel momento in cui l’Unione europea si trova a un punto di svolta nella sua storia, nel tentativo di superare le conseguenze di crisi finanziarie, economiche e sociali, un approfondimento su un modello economico che si pone al servizio della società e dei cittadini con la conferenza stampa dell’AMICE al Parlamento europeo il 4 febbraio 2015.

Immaginate un’economia che non miri alla redistribuzione dei profitti agli azionisti ma allo sviluppo economico e sociale delle nostre società. Un’economia basata su valori democratici e sociali, che favorisca l’occupazione e la sicurezza sul lavoro, ma che sia anche competitiva e più affidabile.

Questa economia è possibile, ma ancora poco conosciuta dal grande pubblico. Si tratta dell’economia sociale, meglio nota come "imprenditoria sociale" nel gergo europeo.

Le imprese sociali: imprese per e dei cittadini

Le associazioni, le mutue, le fondazioni e le cooperative hanno tutte qualcosa in comune. Sono a un tempo componenti fondamentali della società civile europea, ma anche attori economici presenti in tutti i settori. Si caratterizzano per uno scopo e per una maniera diversa di fare impresa.

Secondo l’Unione europea, si inseriscono pienamente negli obiettivi delle politiche europee (specialmente negli obiettivi EU2020). 

Le imprese che compongono il settore dell'economia sociale rispondono, secondo la Carta europea dell’economia sociale, a delle forti specificità: la priorità della persona e dello scopo sociale, un controllo democratico da parte dei membri volto a soddisfare i bisogni degli stessi e l’interesse generale, la difesa e l’attuazione dei principi di solidarietà e di responsabilità, l’autonomia di gestione e l'indipendenza nei confronti dei poteri pubblici. Infine, una redistribuzione degli utili a servizio delle attività e dello sviluppo dell’impresa.

L’Unione europea e leconomia sociale

Come tutte le materie europee, l’economia sociale è in balia di interpretazioni che variano da paese a paese in merito al suo riconoscimento, alle sue forme giuridiche e alle sue componenti. Ciononostante, l’Unione europea si interessa alla questione dal 2011. Infatti, dopo l’approvazione del rapporto Toia del Parlamento europeo nel 2009, che evidenzia i contributi dell'economia sociale e invita la Commissione a prendere misure di sostegno, e in seguito ai numerosi rapporti del Comitato economico e sociale europeo sull’argomento, nel 2011 la Commissione europea lancia liniziativa europea per limprenditoria sociale. L'iniziativa prevede, tra l’altro, un fondo di sostegno, delle proposte per la creazione di statuti europei per fondazioni, associazioni, mutue e coopertive al fine di facilitarne le attività transfrontaliere e una riforma dei mercati pubblici volta a agevolare l’attività economica di tali imprese.

Eppure, nonostante il contributo che le imprese dell’economia sociale possono offrire all’Europa, il riconoscimento delle specificità di questo settore non è ancora del tutto completo e l’Unione europea non può dirsi pronta a far poggiare la propria regolamentazione sulla piena acquisizione di tali modelli. Queste imprese non possono godere pienamente dei vantaggi offerti dalla libera prestazione di servizi. Il settore spera dunque nel sostegno delle politiche europee per lo sviluppo e il riconoscimento del proprio modello. Per la presidentessa dell’AMICE (associazione delle società cooperative e mutue assicuratrici d'Europa) Hilde Vernaillen, "Le mutue devono essere riconosciute e devono poter lavorare in un sistema regolamentare e commerciale sostenibile. I loro obiettivi commerciali, la loro governance e le loro strategie sono diversi, e ciò deve essere preso in considerazione dai responsabili politici. Tale diversità offerta dal nostro settore contribuisce significativamente alle scelte dei consumatori e alla stabilità del mercato".

Mutue e cooperative: delle alternative alle assicurazioni private 

L’AMICE ha recentemente pubblicato il suo Manifesto per la mutua assicurazione europea. La colazione del 4 febbraio 2015 al Parlamento europeo, organizzata dall’associazione su invito del parlamentare europeo social-democratico Brando Benifei, è stata l’occasione per presentare tale Manifesto a membri e parlamentari. L’associazione sottolinea l’importanza del settore delle società cooperative e mutue assicuratrici per il lavoro e la sicurezza finanziaria. Di fatto, il settore impiega circa 350 000 persone, rappresenta una fetta di mercato del 30% ed è al servizio di più di 200 milioni di cittadini europei. Soprattutto, il settore si caratterizza per la sua particolare resistenza. Non essendo presenti sui mercati finanziari, le mutue e le imprese cooperative hanno potuto resistere più facilmente alla crisi finanziaria. Per effetto della loro peculiare struttura, le mutue non hanno una visione a breve termine dell’assicurazione, ma si sforzano di costruire una prospettiva sostenibile e di lungo periodo.

La difesa di queste strutture d’impresa è necessaria a garantire il pluralismo e la differenziazione dei servizi d’assicurazione in Europa, tali strutture partecipano alla coesione sociale e allo sviluppo della comunità. Ed è per questo che, attraverso il Manifesto, il settore delle mutue e delle cooperative richiede il riconoscimento del proprio modello in tutte le fasi di determinazione della regolamentazione europea.

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