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[ita] Ombrelli a Hong-Kong : quando l'arte s'insedia nelle strade

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28 settembre 2014: migliaia di cittadini si insediavano per le strade di Hong-Kong, per protestare contro il giogo di Pechino e fare appello a una maggiore democrazia. Per 10 settimane, il Movimento degli Ombrelli si accingeva a trasformare il cuore politico ed economico dell’ex colonia britannica in uno spazio clandestino di creazione e di libera espressione.  

Il 28 settembre 2014, degli attivisti bloccano le arterie principali del centro degli affari di Hong-Kong: sulla stampa e su Twitter si vedono delle immagini surreali di immensi viali deserti. Defraudati dei mezzi legali per esprimere la propria voce, i cittadini si sono inventanti un nuovo spazio di espressione. La strada, privata della propria funzione quotidiana, diventa una vasta tela bianca, che si offre alla loro creatività.

Anthony Sarrus, motion designer di 24 anni e Agnès Tai, giovane scenografa originaria di Hong-Kong, hanno esplorato questo spazio effimero di creazione collettiva, prima che le forze dell’ordine lo smantellassero del tutto. Ecco la testimonianza - documentata dalle immagini - dei due artisti su questo movimento di protesta pacifica.

Admiralty

Admiralty è un quartiere dell’isola di Hong-Kong, centro economico della regione. Vi si trovano principalmente uffici ed edifici ufficiali.

«E’ il quartiere che ospita la parte più importante del movimento - spiega Anthony. La gente è ben organizzata: ho visto un posto che sembrava un piccolo caffè con wifi e dove di usavano delle cyclette per produrre elettricità. » Se, infatti, i giovani di Occupy Central praticano la disubbidienza civile, stanno nondimeno attenti a continuare a vivere in maniera civilizzata. Nel loro campo ricreano un ordine sociale fondato sull’autogestione. Per assicurare la sopravvivenza del loro insediamento, organizzano spontaneamente dei gruppi con compiti diversi, come il riciclaggio e la raccolta dei rifiuti, la gestione delle pubblicazioni del movimento o l’assistenza medica. I bisogni elementari, come l’acqua ed il cibo, sono assicurati gratuitamente grazie al sostegno dei simpatizzanti.

« Abbiamo anche incontrato una coppia di francesi che aveva riservato una tenda su couchsurfing” prosegue Anthony. “I manifestanti aggiornavano una lista numerica di tutte le tende, per sapere sempre fossero disponibili. » Nel cuore del quartiere degli affari, i manifestanti di Hong-Kong sperimentano un’economia solidale.

Mongkok

Il quartiere di Mongkok è situato sulla penisola di Kowloon, la parte continentale di Hong-Kong.

Un braccio di mare lo separa dall’isola. In conseguenza dell’uso di lacrimogeni da parte della polizia contro gli abusivi di Central, il movimento si allarga e si estende ad altre zone, come Mongkok. Occupy Central diventa il Movimento degli Ombrelli, in riferimento alla forma poetica a scudo immaginata dai manifestanti contro gli attacchi con il gas. L’ombrello diventa allora il simbolo glorioso del movimento. Gli artisti da ogni dove si appropriano con entusiasmo del potenziale estetico di quest’oggetto, per creare una vera e propria « Umbrella art », trasformando Mongkok in una galleria d’arte della contestazione : « Mongkok ospita la parte più « creativa » del movimento. E’ il luogo in cui numerosi artisti e grafici trovano lo spazio per contestare a proprio modo, ad esempio realizzando delle caricature di Chin-Ying » spiega Anthony. Incoraggiato da questo successo, il movimento sviluppa perfino una propria forma d’artigianato attorno a diversi simboli e icone : «Vendevano dei portachiavi a forma di ombrello, dei bracciali e questo genere di cose, per finanziare l’approvvigionamento di cibo e forniture varie per i manifestanti. » 

Il simbolismo gioca infatti un ruolo importante nell’identità del movimento. Qui sotto, dei manifestanti posano con dei pupazzetti che simboleggiano il confine tra il bene ed il male: Bad Cop nel film The Lego Movie, et Dark Vador della saga Star Wars. Va quindi vista come una metafora del futuro di Hong-Kong, che puo’ prendere la via di una reintegrazione al regime di Pechino, oppure di una maggiore indipendenza politica ?  

Il muro di Lennon

Altro grande simbolo del movimento: il muro di Lennon. Questa « bacheca di Facebook» del mondo reale, piazzata sull’ufficio del governo centrale di Hong-Kong, raccoglie migliaia di messaggi di sostegno e di appello alla democrazia, scritti su dei post-it colorati. Il risultato visivo è una sorta di opera d’arte collettiva e spontanea. Il muro di Lennon originale è un muro di Praga, che negli anni ’80 si trasformò in un memoriale informale consacrato al fondatore dei Beatles. In un clima di irrigidimento del regime comunista, questo muro costituiva uno spazio di espressione popolare che il potere percepiva in modo estremamente negativo e provocò numerosi scontri tra studenti e forze dell’ordine. Per i manifestanti di Hong-Kong, è il simbolo di un movimento pacifista di lotta per la democrazia e la libertà. Trendo ispirazione dal muro di Lennon di Praga, il Movimento degli Ombrelli diventa così un eco cinese della « Rivoluzione di velluto », che nel 1989 accelerò la caduta del partito comunista. Un modo di stabilire dei legami di solidarietà al di là del tempo e dei confini, e di riaffermare il carattere universale dell’arte quale mezzo di espressione e contestazione pacifica.

Translated from Hong-Kong : quand le parapluie devient symbole de protestation