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[ita] L'autrice berlinese Linda Sabiers trasforma la quotidianità in prosa

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Anna Massera

Osserva la quotidianità berlinese con arguzia e la riporta nei suoi racconti: Linda Sabiers vuole avvicinare la letteratura alla gente e scrivere uno dei primi romanzi moderni su Berlino e sugli ebrei che non parli dell'olocausto.

Linda Rachel Sabiers ascolta con passione: "Traggo ispirazione dalla vita di tutti i giorni", afferma. "Ascolto continuamente le persone". Ma Linda è anche un'osservatrice: "La mia famiglia e i miei amici mi dicono sempre: 'Non fissare così!'" In questo momento però Linda non può ascoltare quello che succede al tavolo accanto, perché deve concentrarsi su questa intervista. Eppure al Brut, un bar franco-tedesco sulla Torstraße che apre i battenti la sera, ci sarebbe molto da sentire, ascoltare e scoprire.

Linda scrive delle storie su tutto quello che ascolta, non sempre ma molto spesso. Parla di Berlino, turisti, vigilesse, madri e bambini. Al bar, per strada, sul proprio divano. A volte è ambigua, altre poetica, altre ancora divertente. Linda ha intitolato questi racconti berlinesi 030, un riferimento al prefisso telefonico locale, e li condivide regolarmente con il mondo tramite Facebook. "030 rappresenta l'essenza di Berlino ridotta a un minimo comun denominatore", afferma l'autrice trentunenne e aggiunge che utilizza volutamente Facebook quale mezzo letterario: "Voglio avvicinare la letteratura alla gente, voglio rompere quell'aura di arroganza che sempre più spesso l'avvolge." Alcuni lettori però fraintendono i modi poco pretenziosi di Linda. Pensano che la Linda dei testi che scrive, ad esempio, per Mit Vergnügen parlando così apertamente di sesso o pensieri intimi sia la vera Linda. Eppure a scuola ci viene insegnato che l'io lirico non corrisponde all'autore. Linda sospira: "È sempre una delusione. Con i miei racconti voglio accompagnare i lettori in un vero e proprio viaggio, ma alcuni riescono solo a chiedersi se quello che scrivo è tutto vero."

Un romanzo su Berlino e sugli ebrei senza l'olocausto

Quando Linda non si dedica alle attività che la impegnano durante il giorno – lavorare in una startup e scrivere per il Jüdische Allgemeine – sfrutta ogni minuto libero per infondere tutta la sua passione in vari progetti letterari, il più importante dei quali è il suo primo romanzo. Di cosa parla? Linda beve il suo tè e riflette. "A dire il vero anche per me è difficile spiegarlo." Un altro sorso di tè e poi ci prova: "Potremmo definirlo un romanzo familiare. Raccontato dal punto di vista di una donna ebrea moderna, che sta vivendo un conflitto identitario. Mentre mette in discussione tutto ciò che la rappresenta e caratterizza, scopre un segreto di famiglia che la sconvolge profondamente."

Per Linda è fondamentale che il suo romanzo sia concentrato sul qui e ora. Deve diventare un romanzo su Berlino e sugli ebrei, ma senza olocausto, ricollegandosi piuttosto all'epoca della Repubblica di Weimar, quando il sesso, la droga e la vita notturna regnavano a Charlottenburg, l'epicentro della cultura ebraica. Ed è proprio qui che Linda vive, un luogo che ama e che non vorrebbe lasciare mai: "Prima della guerra hanno vissuto qui tutte quelle personalità che hanno influenzato in maniera decisiva la letteratura tedesca. La maggior parte di loro non è sopravvissuta alla guerra oppure è scappata." E da allora la cultura ebraica è stata sempre associata alla guerra e al ruolo della vittima. Questo assunto innervosisce Linda, che cita Charlotte Knobloch, l'ex presidentessa del Consiglio centrale degli ebrei di Germania: "È importante che non ci definiamo solo in riferimento all'olocausto".

"Razzismo quotidiano da salotto" in ogni angolo

Linda afferma di non essere religiosa, ma credente. Crede nella "famiglia, nei valori, nella cultura". Sua madre è ebrea ed è nata a Tel Aviv, mentre suo padre è tedesco e non è ebreo. Linda si reca due volte al mese in sinagoga, soprattutto per la comunità. A volta le risulta difficile scrollarsi di dosso il peso delle aspettative della parte più conservativa della comunità ebraica: "Ci si deve sposare molto presto. Molti miei amici ebrei sono in coppia e hanno dei figli. E io? Io sono single a Berlino", dice ridendo.

E proprio in questa Berlino aperta al mondo, multiculturale, povera ma attraente, Linda nota spesso questo "razzismo quotidiano da salotto", che è presente in ogni angolo e non si fa mancare esternazioni  come: "Voi ebrei ve la intendente con la finanza". Certi stereotipi sono duri a morire. La cosa si è fatta nuovamente evidente soprattutto con il conflitto che coinvolto Israele e la striscia di Gaza nel 2014: all'improvviso in Germania tutti avevano qualcosa da dire sulla politica israeliana e in molti hanno sfruttato l'occasione per esprimere pareri antisemiti nascondendosi dietro al pretesto del conflitto con Israele. Linda ha vissuto 10 mesi a Tel Aviv, dove ben presto si è resa conto di essere "troppo europea": "Scrivo in tedesco e la lingua è quanto basta per farmi sentire molto legata a questo Paese". L'ascesa di partiti di destra come l'AfD la spaventa e trova ingenuo l'atteggiamento disinvolto dei giovani tedeschi della sua generazione.

Stregare i lettori, sempre

Tel Aviv resterà sempre la seconda patria di Linda, ma è a Berlino che la sua "anima prussiana" si sente più a proprio agio. Da quasi sette anni vive qui e quello che prova verso la città è soprattutto un senso di gratitudine. "È qui che sono diventata quella che sono", dichiara Linda. Berlino l'ha stregata e ora è lei che cerca di stregare i lettori con i suoi racconti berlinesi. Linda fa una smorfia: "Potrà sembrare molto kitsch, ma è quello che voglio. Oggi siamo bombardati dagli stimoli esterni, tanto che la quotidianità sembra tutto d'un tratto noiosa. E invece non è così!" Almeno non nei racconti di Linda, nati da questo caos chiamato Berlino, che a volte seduce e altre fa perdere il senno.

Berlino in breve con Linda Sabiers

Luogo preferito: Savigny-Platz, dove si scontrano le due facce di Berlino, quella pre- e post-bellica

Cosa fare assolutamente: bere un caffè all'Ora su Kreuzberger Oranienplatz

Cosa evitare assolutamente: Alexanderplatz, in particolare Primark e il mercatino di Natale, la quintessenza della perversione

Berlino in una parola: casa

Il prossimo 20 aprile Linda leggerà la propria opera al Volksbar in esclusiva per il pubblico femminile! La lettura successiva, durante la quale anche gli uomini saranno i benvenuti, è prevista per il 31 aprile. 

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Questo ritratto fa parte della serie BERLINERS, dove presentiamo diverse figure della città.

Translated from Berliner Autorin Linda Sabiers: Den Alltag in Prosa verwandeln