[ita] "Immagina Istanbul" a Bruxelles
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Monica SireusNell'ambito di EUROPALIA Turchia, il palazzo delle Belle-Arti di Bruxelles accoglie l'esposizione "Immagina Istanbul". Un viaggio fotografico dal XIV secolo ai nostri giorni che immerge i visitatori nel cuore della città di Instanbul.
Istanbul. Con i suoi quattordici milioni di abitanti. Il suo Bosforo. La sua Moschea azzurra. Inafferabile e in costante cambiamento, la metropoli turca amante degli artisti tanto locali come internazionali.
Ara Güler, "l'occhio di Istanbul"
Impossibile evocare Instambul senza parlare di Ara Güler. Nato nel 1928 da genitori armeni, il fotografo costituisce una leggenda vivente in Turchia. Soprannominato "l'occhio d'Istanbul", ha catturato in nero e in bianco i diversi volti della città. Leica in mano, si interessa molto più al lavoratore esausto e agli spazzini che ai noti ricchi. Ma il commissario dell'esposizione R. Paul McMillen avverte subito: "Se cercate l'Istanbul di Ara Güler o di Orhan Pamuk, non la troverete - non la troveret più che la Roma di Fellini o Dublin de James Joyce." Quello che Ara Güler racconta è "la sua" Istanbul. Une Istanbul poetica et bagnata di nostalgia.
"Il più grande successo d'Ara Güler è l'avere realizzato un memoriale visual che restituisce la città in tutta la sua ricchezza e poesia. Ogni volta che analizzo i dettagli delle fotografie di Ara Güler, sento la voglia di precipitarmi nel mio ufficio per scrivere sulla città. Orhan Pamuk, Premio Nobel dellaletteratura nel 2006.
A metà degli anni 60, Henri Cartier-Bresson rende visita al suo amico Ara Güler. L'esposizione "Immagina Instanbul" presenta più immagini del fotografo francese, testimonianza della loro deambulazione comune sulle rive del Bosforo.
Ahmet Polat, Ali Taptik: la giovane generazione si imposessa di Instabul
L'ultimo decennio ha sentito l'esigenza di una nuova generazione di fotografi turchi. Mentre alcuni fanno riferimento a Ara Güler, altri, al contrario, cercano di allontanarsi il più possibile da quest'emblematico anziano.
È il caso di Ali Taptik. L'artista, nato nel 1983, viene spesso presentato comme l'antitesi de "l'occhio di Istanbul". Diplomato in architettura, privilegia una vicinanza molto personale. Ali Taptik mostra dei muri sventrati, delle montagne distrutte, dei sacchi di patate che giacciono sul suolo. Lo scopo è quello di fotografare "una città che si evapora", che ogni mese "cambia volto".
L'esposizione consacra ugulmente un grande posto Ahmet Polat. Il lavoro del Turco-olandese di 37 anni bisogna classificarlo nel lato della fotografia urbana, documentaria e di moda. Con le sue catture scattate nella strada o nei mezzi di trasporto, Ahmet Polat racconta la quotidianità di una metropoli diversa, mista dove si mescolano religione e laicità.
"Immagina Istanbul"
Palazzo delle Belle-Arti di Bruxelles (Bozar)
Fino al 24 gennaio 2006.
Translated from "Imagine Istanbul" à Bruxelles