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[ita] Di carne e inchiostro II : una tattoo culture turca tra suvversione e superficialità.

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Default profile picture Monica Sireus

Seconda parte del nostro panorama consacrato al tatuaggio in Turchia. Dopo avere analizzato i fattori del recente ma rapido sviluppo della pratica, è arrivata l'ora di interessarsi all'identità di un tatuaggio cultura dall'inchiostro ancora fresco. 

« Sosterrò la mia opinione fino all'ultima goccia del mio inchiostro. »

Jean-Baptise Poquelin, dit Molière. Il matrimonio forzato, Scena VI.

In un paese ben polarizzato come la Turchia, la politica non si trova mai lontano. Il tatuaggio non infrange la regola. Come aveva già riscontrato nel 2010 Piotr Zalewski, giornalista polacco residente a Istanbul, i kemalisti (fedeli partigiani di Mustafa Kemal dit Atatürk), vi hanno visto un'opportunità di manifestare anche sulla loro epidermide la loro incrollabile devozione ai principi fondatori della Repubblica, tra i quali una laicità non negoziabile. [i]Come un simbolo, l’emblematica firma di Atatürk si è improvvisamente ritrovata incisa su un numero crescente di pelli. Per alcuni, una marca benvenuta di solidarietà e di tempi difficili, per altri un business opportunista. 

Dal gesto suvversivo…

Il semplice fatto di avere un tatuaggio, non importa il motivo, incarnerebbe già per alcuni una maniera come un'altra di risaltare un Governo conservatore in termini di usanze. Nel 2012, uno studio di Community Mental Health Journal effettuato su 607 liceali istanbulesi ha osservato una più elevata consumazione d’alcol, droghe e sigarette, così come una più elevata frequentazione di bar e discoteche tra i soggetti tatuati. [ii] In alcuni casi , portare un tatuaggio sembra essere la rivendicazione di uno stile di vita suvversivo. Una professione in qualche modo di non-fede.

Ma i kemmalisti non hanno il monopolio del tatuaggio politico, lontano da esso. Come ci insegna Hakan Gerçek (Hakan Gerçek Tattoo Shop – Bağdat Caddesi), ritroviamo anche un buon numero di temi ultra-nazionalisti seguendo l'esempio del logo del MHP (Partito d'azione nazionalista, estrema destra) o delle teste di lupo, simboli per ecellenza di milioni di neo-fascisti turchi.

Da poco hanno anche diffuso delle opere che fanno riferimento al movimento protestante di Gezi, ancora molto presente nello spirito più di due anni più tardi.

Il tatuaggio politico resta dopotutto una tendenza minoritaria, che oltretutto sta perdendo importanza. « Molte persone si sono fatte tatuare delle firme di leaders, delle bandiere, dei simboli di partiti, ecc. Ma questi sono via via sempre meno numerosi perchè questi tatuaggi hanno causato dei problemi nella loro vita professionale. », commenta Resul Odabaş (Resul Odabaş Tattoo Studio - Beyoğlu). « A volte si tratta di una questione politica ma non obbligatoriamente. Ho dei clienti che lo fanno piuttosto per delle ragioni di carattere spirituale. Delle donne velate per esempio che vengono da me perchè preferiscono farsi tatuare da una donna », testimonia da parte sua Nilufer Özüer (-2, Kadıköy), talentuosa artista dal profilo atipico. Questo deigner di formazione è atterrato nel mondo del tatuaggio per difetto, noon trovando un lavoro nel proprio settore per causa di un contesto economico sfavorevole.

…al semplice accessorio

Se la democratizzazione del tatuggio assomiglli a un¡onda irresistibile, quest'ultima avrebbe tuttavia la tendenza a peccare per la sua mancanza di profondità. I più scettici la considerano una cultura abbastanza futile. « La gente non possiede una vera cultura del tatuaggio, è solamente una moda. A volte scorgono il tatuaggio di qualcuno per la strada e si dicono: " Voglio farmi lo stesso !". », deplora la giovane Yeliz Ozcan (Galata Tattoo, Tünel) che ha debuttato solo 18 mesi fa.

« È superficiale. Non riusciamo a farli capire che non si tratta di un accessorio. Qui, tutto ciò che è "occidentale" attira. La gente lo vede tutto come una moda, una tendenza. Va e viene. Tirarsela ha sempre fatto parte della cultura turca… », espone Nilüler Özüer prima di rincarare Budakan Tamer (Lithium Tattoo, Kadıköy) : « La gente si preoccupa di fare i tatuaggi quando arriva l'estate. In questo modo, possono portare le maniche corte e esibire le loro braccia. »

« Alcune persone non lo fanno solo per tirarsela. Ma queste persone non sono numerose. La maggior parte dei miei clienti hanno delle buone ragioni per farsi tatuare. », sfuma da parte sua Cağatay Ateş. « Questo cambierà. La cutura di qua è una cultura ancora giovane rispetto a quella dell'Inghilterra. Gli servono 25 anni addizionali per svilupparsi completamente. », profettizza infine Hakan Gerçek, colui dal cuale tutto è cominciato.

La disapprovazione delle autorità

Superficiale o no, questa marea nera sembra in ogni caso impossibile da contenere. Una condizione infatti che ha spinto le autorità lievemente preoccupate a pronunciarsi nelle circostanze in cui l'inchiostro ha fatto molti colori. Il gennaio scorso, la Direzione deli affari religiosi ( il Diyanet, un organo ufficiale incaricato del tema religioso e direttamente attaccato all'ufficio del Primo ministro), emetteva una fatwa mettendo in guardia gli amatori di dövne (il termine turco consacrato) : « Una persona con un tatuaggio sul corpo dovrebbe farselo togliere se è possibile. Essa dovrebbe pentirsi davanti a Dio se è possibile. »[iii] Una precisione è venuta poi a sfumare che, sebbene siano proibiti dalla religione, i tatuaggi non impediscono la pratica delle assoluzioni rituali.

Un anno e mezzo prima, nel luglio 2014, durante l'occasione di una visita delle installazioni della squadra nazionale di football, colui che era allora il Primo ministro Erdoğan era stato accolto da un corteo di giovani gioctori tra i quali Berk Yıldız, cui braccio tatuato era passato inosservato. « Cosa sono questi tatuaggi ? Perché rovini il tuo corpo in questo modo? Non lasciarti contagiare dagli stranieri. Dio ci riservi, ma potrebbe anche causarti un cancro della pelle. É molto pericoloso», aveva allora moralizzato Recep Tayyip Erdoğan interpretando uno dei suoi ruoi feticci : L'indiscreto padre di famiglia facendosi un inchiostro di sangue…[iv]

[i] Piotr ZALEWSKI, Turkey’s Tattoo’s Politics, The Atlantic, [En ligne], 2010,

http://www.theatlantic.com/international/archive/2010/11/turkeys-tattoo-politics/66094/ (pagina consultata il 7 ottobre 2015)

[ii] Ozalp EKINCI et al., [En ligne], 2012,

http://link.springer.com/article/10.1007%2Fs10597-012-9509-y

(pagina consultata l'11 ottobre 2015)

[iii] Repent over your tattoos, Turkey’s top religious body says, [En ligne], 2015,

http://www.hurriyetdailynews.com/repent-over-your-tattoos-turkeys-top-religious-body-says.aspx?pageID=238&nID=76668&NewsCatID=341 (page consultée le 7 octobre 2015)

[iv] Turkish PM Erdoğan’s rebuke convinces footballer to remove his tattoos, [En ligne], 2014,

http://www.hurriyetdailynews.com/turkish-pm-erdogans-rebuke-convinces-footballer-to-remove-his-tattoos.aspx?pageID=238&nID=68695&NewsCatID=36 (pagna consultata il 7 ottobre 2015)

Translated from De chair et d'encre : une tattoo culture turque entre subversion et superficialité