[ita] Brexit: la prova più grande per l'Europa
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Francesca De VitaPer la prima volta un paese ha deciso di lasciare l'Unione Europea. Al referendum il 51,9% degli inglesi ha votato a favore della Brexit, il 48,1% ha votato contro. Il premier Cameron ha annunciato le sue dimissioni.
Financial Times: La fine della Gran Bretagna?; Regno Unito
La maggior parte degli scozzesi e dei nordirlandesi si è dichiarata a sfavore della Brexit e il Financial Times teme che ora essi possano volere la secessione dalla maggioranza inglese che ha un atteggiamento critico nei confronti dell'UE. Il popolo britannico è diviso. In Inghilterra esiste una linea di demarcazione tra le grandi città e le province postindustriali. [...] Il voto contro l'UE potrebbe rivelarsi un voto contro la Gran Bretagna. I sostenitori della Brexit sono nazionalisti inglesi. La Scozia e l'Irlanda del Nord volevano rimanere nell'UE, così come Londra, metropoli globale. L'uscita da un'unione potrebbe significare anche la morte di un'altra unione. Chi può biasimare gli scozzesi perché preferiscono l'Europa a un'Inghilterra che si è chiusa in se stessa? Per quanto tempo ancora gli inglesi saranno disposti a investire in Irlanda del Nord?" (Articolo del 24 giugno 2016)
Il Sole 24 Ore: L'Europa si guarderà allo specchio; Italia
Il Sole 24 Ore prevede che per l'Europa non sarà facile superare questo shock: "Da qualche tempo l'UE si è brexizzata - sull'onda di rabbia, frustrazione e disincanto dei suoi cittadini." In questo senso la Brexit, quella vera, appare lo specchio impietoso, che mostra la coscienza sporca dell'Europa - di un'Unione che da tempo è ai ferri corti con se stessa. I negoziati con Londra saranno lunghi, difficili e poco inclini al compromesso - diversamente dal solito- perché stavolta bisogna evitare l'effetto imitazione. E la situazione sarà ulteriormente complicata dal fatto che l'anno prossimo si voterà in Olanda, Francia e Germania. Da anni le prime due nazioni sono logorate da irrefrenabili spinte nazional- euroscettiche, mentre la terza da una sindrome anti-immigrati e anti-euro." (Articolo del 24 Giugno 2016)
Helsingin Sanomat: Cameron ha perso; Finlandia
Il referendum non è stata una buona idea dall'inizio, sostiene a gran voce l'Helsingin Sanomat: "Il risultato scandaloso del venerdì mattina dimostra che il premier conservatore David Cameron ha fatto un errore di valutazione fatale all'inizio del 2013. Per rafforzare la sua posizione e quella del suo partito, Cameron ha promesso agli inglesi un referendum. Egli era a conoscenza del grande scetticismo inglese nei confronti dell'UE e sapeva che i risultati dei referendum non rispecchiano sempre la realtà. Nonostante ciò egli ha rischiato e ha promesso il referendum. Adesso si devono affrontare le conseguenze. [...] La posta in gioco era alta e Cameron ha perso. Allo stesso tempo hanno perso anche gli inglesi e tutta l'Unione Europea." (Articolo del 24 giugno 2016)
Berlingske: Quale sarà la prossima uscita?; Danimarca
La reazione a catena è iniziata, teme il Berlingske: "Oggi parliamo dell'uscita della Grecia, domani di quella del Regno Unito e dopodomani di quella della Francia" disse la guida del partito Front-National Marine Le Pen proprio un anno fa. Anche nei Paesi Bassi, dove in un referendum nel mese di aprile una netta maggioranza ha votato contro l'accordo commerciale dell'UE con l'Ucraina, si potrà discutere di un referendum sull'UE, se Geert Wilders, leader del partito anti-europeo, salirà al potere alle elezioni del prossimo anno. [...] Si parla già di Nexit. E si parla anche dell'uscita della Danimarca - la Dexit - su Twitter e altri social media insieme alla Frexit e alla Nexit.
Infine, il nemico numero uno dell'UE, Nigel Farage, prevede che seguiranno la Brexit, la Dexit e la Nexit, prima che l'UE crolli completamente.[...] I giochi di parole sono destinati a continuare.“ (Articolo del 24 Giugno 2016)
Duma: L'UE finirà come l'Unione sovietica?; Bulgaria
Se l'UE dovesse ulteriormente dividersi, la pace sarebbe in pericolo, avverte il quotidiano socialista Duma: „Gli inglesi sono disgustati dall'UE e dalla sua leadership. Juncker si comporta in modo antipatico e arrogante nei loro confronti, e non solo. L'UE è simbolo di una burocrazia insensibile, quote insensate e regolamenti irrealistici. In un ambiente così malsano, non sorprende che fioriscano i nazionalismi e che molti paesi europei vogliano lasciare la nave che affonda. Eppure abbiamo visto negli anni '90, cosa succede quando un'Unione si rompe: armeni, georgiani e altre repubbliche dell'ex Unione Sovietica arrivarono ai ferri corti. È possibile che nell'UE scoppino conflitti simili? [...] Eccome! Non ci sarà una guerra dopo la Brexit o dopo la rottura dell'Unione Europea, ma i rischi di conflitto saranno molto più alti“ (Articolo del 24 Giugno 2016)
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Translated from Brexit: Europas größte Belastungsprobe