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[ita] Anche a Bruxelles sono Charlie

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Dalila minelli

In risposta all'attacco contro il settimanale francese "Charlie Hebdo" il 7 gennaio, sono nate diverse manifestazioni in numerose città della Francia ma anche all'estero. Il punto sulle mobilitazioni a Bruxelles.

La sede di “Charlie Hebdo” a Parigi è stata il bersaglio di un attentato particolarmente grave, mercoledì 7 gennaio. Due uomini incappucciati sono penetrati nei locali della redazione alle ore 11.30 circa e hanno sparato sui giornalisti e i disegnatori presenti, per poi darsi alla fuga. L'attacco conterà dodici morti, tra i quali i celebri disegnatori Charb, Cabu, Wolinski e Tignous, così come l'economista e cronista Bernard Maris.

Il giorno stesso un po' dappertutto in Francia ma anche all'estero, sono nati dei gruppi di ritrovo spontaneo, che raccolgono adesioni grazie ai social network e all'hashtag #JeSuisCharlie. Gli abitanti di Bruxelles hanno potuto esprimere il loro sostegno davanti al Consolato Generale di Francia alle ore 18 ed a Place du Luxembourg, davanti al Parlamento europeo alle 18.30. Secondo le forze dell'ordine, l'evento lanciato su Facebook nel pomeriggio ha permesso di riunire tra le 1000 e le 2000 persone.

Nonostante la fitta folla, l'evento si svolge in un silenzio impressionante. I partecipanti brandiscono delle matite e dei disegni del giornale. Uno scroscio di applausi rende omaggio alle vittime e al loro lavoro, spesso minacciato.

Qualche parola si leva di tanto in tanto per fare appello alla libertà d'espressione e alla resistenza. Un uomo sostiene che il successo di questo ritrovo spontaneo prova che la nostra società ha la capacità di organizzarsi ed essere solidale. Un altro ricorda che in Belgio non esistono più riviste di satira da più di 30 anni, segno per lui di una limitata libertà di espressione nel Paese. Un violinista inizia a suonare "Il canto dei partigiani" (inno della Resistenza francese durante l'occupazione nazista della seconda guerra mondiale) e qualche partecipante lo accompagna cantando.

Presenti sul posto anche personalità politiche. Michèle Rivasi, eurodeputata francese vice-presidente del gruppo dei Verdi, si è mostrata molto toccata: " Appena ho visto ciò che è successo, mi sono detta che bisognava fare qualcosa. E' per questo che sono andata coi miei assistenti a comprare delle candele."

In questo giorno di lutto nazionale in Francia, la Commissione europea ha issato le bandiere a mezz'asta e il personale, riunitosi a mezzogiorno davanti al Palazzo Berlaymont, ha osservato un minuto di silenzio.

Il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha denunciato un "crimine intollerabile, uno choc per il mondo intero", condannando con fermezza questa violenza a nome dell'istituzione che rappresenta. Ha fatto appello perchè non si reagisca a questi atti con la violenza, ma continuando a difendere i valori dell'Europa. Un minuto di silenzio è stato osservato anche davanti al Parlamento europeo oggi alle 10.45. Malgrado la pioggia una folla numerosa si è unita ai deputati europei e al personale.

In seguito all'accaduto, gli eurodeputati francesi appertenenti al gruppo del PPE chiedono l'apertura di un dibattito al Parlamento europeo. Dibattito che dovrebbe avere luogo lunedì 12 gennaio a Strasburgo, durante la seduta plenaria. Gli stessi deputati reclamano inoltre una riunione straordinaria del Consiglio europeo che avrebbe come oggetto la lotta al terrorismo.

Translated from À Bruxelles aussi, nous sommes Charlie