Irlanda: paradiso fiscale per la Apple?
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Ila C.La Commissione Europea ha stabilito che la compagnia americana Apple dovrà restituire all'Irlanda fino a 13 miliardi di tasse. L’azienda ha ottenuto da Dublino agevolazioni fiscali non permesse. Apple e Irlanda vanno all’appello.
Tages-Anzeiger: L'Europa non si piega agli USA; Svizzera
Prendendo questa decisione, la Commissione Europea ha resistito alla pressione degli Stati Uniti ed è ora un modello anche per altre parti del mondo, osserva il Tages-Anzeiger: “Anche le terre africane, gli Stati nel vicino Oriente e persino l’India possono ora presentare ricorso sulla base dell’accaduto, in quanto sono state a loro volta vittime di agevolazioni fiscali a favole della Apple. La decisione si potrebbe ripercuotere negativamente sulla relazione con gli USA. Il governo americano ha di recente dichiarato guerra fiscale all’Unione Europea e ha chiesto di non intromettersi nelle sue faccende in Europa. Sembra che il Mistero della Finanza americano sia portavoce della multinazionale e che voglia ostacolare i piani per una coordinazione internazionale delle tasse aziendali. L’impressione potrebbe ingannare, tuttavia la decisione della Commissione Europea è stata una risposta adeguata al bluff.” (31 agosto 2016)
Pravda: Nemmeno i giganti sono intoccabili; Slovacchia
Pravda si mostra felice della multa alla Apple: “L’Ambasciata della Commissione Europea promette: 'Noi vi abbiamo in pugno'. [...] L’Irlanda non è di certo un paradiso fiscale, ma l'aliquota d'imposta è tra le più basse. [...] La Apple ha approfittato di questo per un anno, pagando nel 2014 solo lo 0,005% di tasse sul suo profitto in Europa. La discussione potrebbe andare avanti anni. La Commissione Europea, costretta a pagare le tasse senza agevolazioni speciali e tirare sempre più la cinghia, ha però l’Europa dalla sua parte. Intanto i governi sono diventati ostaggi dei consigli di amministrazione delle grandi aziende, che dettano le loro leggi e regole.” (31 agosto 2016)
El Mundo: È il momento di armonizzare le tasse in Europa; Spagna
Dopo l’accaduto la Apple si trova ad un bivio per quanto riguarda la sua politica fiscale, spiega El Mundo: “I 13 miliardi di Euro non sono un problema solo tra il governo irlandese, la Apple e Bruxelles. In un’unione economica come quella europea, questo fatto va a toccare la legislazione degli altri membri: si tratta di armonizzazione delle tasse. [...] Indipendentemente da quello che decide il potere giudiziario, il caso Apple rivela la necessità di trovare un allineamento fiscale in Europa. Non può esserci una vera unione economica finché i governi dovranno usare aliquote basse, soprattutto nelle imposte commerciali, per attirare investimenti. Gli Stati europei devono trovare un modello fiscale standard, per evitare che accadano casi come quello della Apple. O devono accettare le conseguenze derivanti dalla sovranità fiscale degli Stati.” (31 agosto 2016)
The Irish Times: Colpo basso per l'immagine irlandese
La reputazione dell’Irlanda come luogo di investimento sicuro e prevedibile è ora messa in gioco, teme il The Irish Times: “L'Irlanda si è presentata come uno Stato con un sistema fiscale fondato giuridicamente, offrendo sicurezza all’azienda. Che sia giusto o meno, questa sentenza mette un dubbio come è stata fatta questa pesante imposizione all’azienda. Ne deriva un danno all’immagine dell’Irlanda. [...] Il governo potrà sottolineare che i cambiamenti della normativa fiscale negli anni passati hanno eliminato alcuni dei controversi benefici fiscali. Tuttavia, data l’importanza degli investimenti esteri per la nostra economia, la Commissione non ha avuto scelta nel confermare il devastante verdetto.” (31 agosto 2016)
Daily Telegraph: Bruxelles non ci azzecca neanche stavolta; Gran Bretagna
Secondo il Daily Telegraph, la decisione della Commissione Europea non è solo poco intelligente, ma persino presuntuosa: l’approccio con la Apple e l’Irlanda è l’esempio lampate di come nella UE si stiano commettendo errori in campo economico e politico. Dal punto di vista economico, l’approccio punitivo della tassazione di grandi aziende internazionali è puro autolesionismo: queste aziende se ne andranno in altri Stati dove la pressione fiscale non sarà così elevata. Dal punto di vista politico è un’offesa alla democrazia, che non dovrebbe fare i conti in tasca al governo irlandese. Questo approccio oltretutto non è limitato ai piccoli Paesi: nelle settimane passate, alcuni leader della UE hanno chiesto alla Gran Bretagna di non diminuire ancora le imposte sulle società.” (31 agosto 2016)
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Translated from Steuerparadies Irland: Für einen Apple und ein Ei