Intervista a Khelil Ben Osman: “In Tunisia per ora ha vinto la democrazia”
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Ester GarufiI risultati delle elezioni in Tunisia non sono ancora ufficiali. Tuttavia, di ora in ora si conferma una tendenza: Il partito degli islamisti moderati, Ennahda, sta per vincere le elezioni della costituente di domenica scorsa.
Uno dei pionieri del risveglio digitale durante la “rivoluzione dei gelsomini”, membro dell'Associazione tunisina delle libertà digitali, Khelil Ben Osman, concede a cafebabel.com la sua opinione riguardo al primo grande momento democratico della Tunisia.
cafebabel.com : Anche se i risultati non sono ancora ufficiali, il partito degli islamisti moderati, Ennahda, è in testa nello scrutinio. Cosa prova a qualche ora dalla fine dello spoglio delle schede?
Khelil Ben Osman: Si deve ammettere che hanno ottenuto un risultato eccezionale e che sono ormai una forza politica estremamente importante. Per un lavoro di terreno, di strutturazione, Ennhada è stato onnipresente e il partito ha potuto avere buoni risultati in tutto il paese. I partiti progressisti hanno commesso un errore lasciando da parte molte zone rurali della Tunisia. Ma penso che il popolo tunisino abbia imboccato il sentiero della democrazia. Lo testimonia il tasso di partecipazione straordinaria (circa il 70%, ndlr).
Cafebabel.com: La potenziale vittoria di un partito islamista alle elezioni della costituente può essere vissuta come una regressione rispetto alla primavera araba in generale e in particolare alla “rivoluzione dei gelsomini”?
Khelil Ben Osman: Chiaramente no. Sapevamo che avrebbero ottenuto un buon punteggio. E' un segno negativo invece il fatto che i modernisti non abbiano avuto buoni risultati: Semplicemente perché il dibattito della campagna si è focalizzato sull’accaduto di Nessma TV (un gruppo di islamici ha invaso il palcoscenico del canale televisivo per protestare contro la diffusione di un film, Persepolis, ndlr), di grave importanza per molti Tunisini, che ha ridato vita ad un fronte laico e un fronte conservatore-musulmano.
“Sono fiducioso”
Cafebabel.com: Pensa che i partiti modernisti abbiano mancato di strategia politica, che non si siano preparati abbastanza ad una tale eventualità, probabilmente rilassati per lo slancio democratico dei mesi precedenti?
Khelil Ben Osman: E' ciò che rimproveriamo al PDP (Partito democratico progressista) che avrebbe dovuto ritrovarsi in seconda posizione secondo i sondaggi e che ha giocato eccessivamente la carta di una modernizzazione radicale, senza prevedere scenari diversi. Adesso sorge una domanda: quella sulla compatibilità tra la modernità e un partito musulmano.
Cafebabel.com: Infatti, molti uomini politici occidentali e media europei, a cominciare da Le Monde, si chiedono dove sia la compatibilità tra Islam e democrazia. Cosa risponde?
Kehlil Ben Osman: Secondo le mie conoscenze, gli Stati Uniti sono uno Stato cristiano. Il presidente americano, durante la sua investitura, giura davanti a Dio con una mano sulla Bibbia. Perché non contestiamo questa prossimità tra la religione e lo Stato come lo si fa nei paesi arabo-musulmani? Allo stesso modo, molti partiti europei si fanno notare facendo prevalere un aspetto religioso (il CDU di Angela Merkel, per esempio, ndlr)
Cafebabel.com: La costituzione americana è retta però da un diritto non legato alla religione mentre gli islamisti tunisini sollevano la questione di uno Stato regolato da una legge islamica: La Shari’a.
Khelil Ben Osman: La Shari’a rappresenta anche una questione di corrente di pensiero in seno all’Islam. Non è una generalità. Penso che poiché l’Islam è preso di mira da tutti, ne conserviamo alla fine solo gli aspetti negativi e caricaturali. La posta in gioco sottolineata durante la campagna riguarda l’articolo 1 della Costituzione tunisina. Decideremo di scrivere che la Tunisia è uno Stato musulmano? E’ un grande interrogativo che, secondo me, dev’essere gestito dopo le elezioni. Come altri d’altronde: il concetto di laicità è applicabile all’Islam? Su questi interrogativi, mettiamo sempre in contrapposizione l’Oriente e l’Occidente. Ed è necessario riuscire a realizzare una simbiosi. L’uno fa veramente parte dell’altro. E’ mescolando la cultura e la diversità della Tunisia che si riuscirà a rispondere a queste domande.
Cafebabel.com: Qual è la sua opinione sul seguito degli eventi?
Khelil Ben Osman: Penso che dopo essere usciti da un periodo di disordine gestito estremamente bene, la coalizione che si costituirà nei prossimi giorni dovrà continuare a promuovere lo slancio democratico della “rivoluzione dei gelsomini”. Sono fiducioso. La democrazia si è espressa. In Tunisia esiste ormai una libertà di parola senza precedenti. Bisogna quindi continuare a difendere la libertà di espressione e i diritti fondamentali che saranno garanti delle libertà di domani.
Foto: Testo © Ezequiel Scagnetti
Translated from Tunisie : « La démocratie s’est exprimée »