Instaura o chi ascolta il cuore dei luoghi nascosti
Published on
Condividere per conoscere, per capire, e per agire insieme. Potremmo sintetizzare così il pensiero di Andrea Damiati, mente del progetto “Instaura”, che abbiamo incontrato. Obiettivo del progetto: riscoprire i luoghi dimenticati del nostro Paese in attesa di progetti di recupero.
L'amore per i luoghi
I paesi diroccati, le fabbriche abbandonate, i palazzi consumati dal tempo, le chiese chiuse. Quanti tesori della nostra storia si celano dietro le porte sbarrate, o alla fine di strade sterrate, offuscati dalla luce dei soliti itinerari consigliati dalle guide turistiche. Il dibattito sulla sorte di questi luoghi, i tentativi di promozione e rilancio, sembrano sempre argomenti da campagna elettorale, una questione di fondi o di tecnicismi che interessano solo autoctoni o addetti ai lavori. Eppure c’è chi, lontano dalla retorica della “grande bellezza” tanto strumentalizzata, ambisce sul serio a valorizzare i siti dimenticati ed è convinto che per dare “nuova vita” ad un posto si debba prima di tutto appropriarsene col cuore. A questo identikit corrisponde Andrea Damiati, mente del progetto Instaura, giovane realtà campana che vuole “dare valore al territorio” tramite la conoscenza e la cooperazione a più livelli.
Assecondare le passioni
In quasi due anni di attività Andrea, giovane architetto napoletano, ha realizzato un network interattivo in cui professionisti e appassionati possono informarsi e discutere sulle architetture “nascoste” del nostro Paese, avanzando anche proposte di recupero e restauro. Un'iniziativa coinvolgente che si fonda sul concetto di condivisione delle idee, andando contro la tipica “chiusura” degli ambienti professionali e sulla consapevolezza che tutti possono “contribuire con un verso” per dirla alla Walt Whitman. Questa scommessa nasce prima di tutto da una viscerale passione. Andrea mi spiega che fu proprio uno dei sopralluoghi fatti con i suoi colleghi ad ispirargli il suo progetto: «Mi ricordo che ci introducemmo in una storica masseria abbandonata nel nostro circondario: fu davvero emozionante scoprire, una volta sommersi dalla vegetazione che tutto celava, elementi di un’architettura rurale, “povera” di sfarzo decorativo ma ricca segni che man mano apparivano e raccontavano. Abbiamo cominciato a ragionare in che modo intervenire per recuperarla iniziando dalla cosa probabilmente più semplice: il parlarne, il comunicarne l'esistenza».
Instaurare connessioni
All'inizio Andrea era il solo a censire architetture sul suo sito, scattandone foto e raccontandone la storia. Inoltre andava in giro a chiedere ai suoi colleghi universitari il loro materiale grafico (piante, foto, rilievi, progetti) per costruire un archivio divulgativo accessibile a tutti, anzi, un “Ideificio”, a scapito di qualsiasi pregiudizio sulla gelosia del proprio lavoro. Adesso può contare su molti collaboratori volontari che inviano contributi da tutte le regioni d'Italia, allargando così il raggio d'azione del progetto, aprendo vivaci dibattiti sul restauro e il recupero di centri storici e architetture poco note.
A questo si aggiunge la partnership con varie associazioni, con le quali si organizzano gli Instaura Tour, delle visite guidate che diventando delle vere e proprie “lezioni on site” tenute da professionisti, molto utili per gli addetti ai lavori ma altrettanto interessanti per gli appassionati. Tra queste vi è stata l'escursione al Rione Terra di Pozzuoli guidata dal professor Alberto Castagnaro, docente di architettura e presidente della ANIAI (Associazione Ingegneri e Architetti della Campania) che ha illustrato le metodologie di restauro e recupero del Duomo. Le adesioni entusiaste e spontanee da parte di esperti come storici dell'arte, geologi, architetti, sono per Andrea la risorsa più importante. «È il miracolo che si ripete ogni volta. La presenza delle persone attribuisce sempre ricchezza all’esperienza, garantisce un confronto necessario. Scegliamo di legarci alle associazioni perché rappresentano il cuore pulsante del contesto in cui nascono, e per cui lavorano duramente. Gli “Instaura tour” nascono per fare ricerca sul territorio, scegliendo di fermarci laddove sia necessario restituire la giusta attenzione ad architetture e siti, talvolta erroneamente, definiti minori».
Esperienze che diventano idee
Tra gli itinerari proposti da Instaura ce ne sono stati alcuni davvero singolari in questi anni, come la riscoperta delle Ferriere Borboniche di Teano, un esempio di archeologia industriale dell'Ottocento celato dalla natura selvaggia, a cui si è giunti tramite sentieri montani guidati da un naturalista. Oppure il format Vivere il centro storico che continua con successo, promuovendo passeggiate inedite per le strade del cuore della città di Napoli. È l’occasione per visitare la farmacia degli Incurabili o il Borgo dei Vergini, ma le iniziative coinvolgono anche altre province: «Siamo stati ad Aversa a fine ottobre e nei giorni seguenti si sono scatenate energie tali che, di riflesso, stanno riattivando tante altre iniziative… Qualcosa allora accade davvero!» Instaura è riuscito a realizzare anche progetti più ambiziosi, come un workshop sull'Albergo dei Poveri dedicato agli studenti della facoltà di Architettura e delle giornate di studio in Umbria per dibattere sul recupero del Castello di Postignano, ma Andrea dichiara, spiazzante, che per il futuro non dobbiamo aspettarci «Niente. Può sembrare banale come risposta ma è così, non dovete aspettarvi nulla».
Andrea intende dire che sono i luoghi a manifestarsi, a mostrare la loro forza regalandoci, nei casi più fortunati, quella strana sensazione stendhaliana di turbamento. Finché si coltiverà la sensibilità verso i luoghi, allora continueranno ad esserci tutti quegli elementi che nutrono il progetto Instaura e i sognatori come Andrea, che ci ricordano, con la loro determinazione, che “instaurare connessioni” ci rende vivi e rende vive le cose.
Per partecipare alle iniziative di Instaura o per scoprire architetture inedite, potete visitare la loro pagina Facebook o il loro sito ufficiale.