instagram: quanto sono veri i tuoi ricordi?
Published on
Translation by:
Eugenio CollinassiI segnali del passato, che siano una fotografia, una canzone o un profumo, sono effette a distorsione, comela nostra fantasia. Ora, nell'età della documentazione ossessiva delle nostre vite online, mentre noi alteriamo la realtà mettendoci in posa, tagliando, staggando, cancellando, facendo "beauty facing" e applicando filtri alle nostre foto, non rischiamo di produrre ricordi fasulli?
Il mondo simulato creato dalle più recenti tecnoligie digitali suona distopico, ma, affinchè non ce lo dimentichiamo, ci da anche un'opportunità di essere ciò che vogliamo. Questa è una foto che ho fatto dopo essere passata attraverso l'obbligatorio libro da tavolo da caffé di Nan Goldin, richiesto in ogni appartamento di Kreuzberg. Mi sta venendo una voglia matta di un'estetica Goldinesca, dopo l'intima "urban bohemia". Lo posterò su Facebook, Instagram, Pinterest accompagnato da #bohemianlifestyle #eroina #chic e #intellectual. Se la foto sembra genuina, è grazie a Instagram che ha nascosto il fatto che tutta la scena era preparata, in posa. Che io ho chiesto al mio coinquilino di farmi una foto, che io in realtà non fumo, che ho strategicamente piazzato il libro sull'arte e l'attivismo (che non ho mai letto) sul divano, che in realtà sono pienamente sveglia. Però sto da Dio in questa foto.
Instagram è un importante perpetratore nella produzione di ricordi fasulli. Tramite una serie di filtri "skeumorphic" (che replicano prodotti fisici nel software, come quando nell'app "Appunti" compare un finto bloc notes, o il Calendario viene contornato da finte cuciture in pelle), bordi sfumati, e pellicola da film simulata, le foto fatta col cellulare possono essere trasformate in foto rovinate dal tempo e foto stampate su carta. La foto "instagrammata" è spesso voluta, e gli "inconvenienti" sono disperatamente ricercati, come il presente è visto sempre più come un'opportunità di documentare il passato. Ma nonostante la sua natura ingegnosa, la foto pubblicata su instagram fa il suo meglio per dare un'idea di spontaneità, cammuffando con successo momenti fabbricati da veri ricordi. I risultati sono fotografie che sembrano essere state scoperte in un album fotografico degli anni '70, emettono quell'immediata nostalgia e trasformano le nostre foto spensierate in veri e propri "ricordi".
TUTTO PUò ESSERE BELLISSIMO - SU INSTAGRAM
Attraverso un filtro Instagram, tutto sembra migliore. Nulla di così mondano come una tazza di caffè da asporto all'americana ha l'abilità di instillare nostalgia. Tramite Instagram, una pessima serata con un conoscente può essere trasformata nella #NottedellaMiaVita. Questo non è solo pericoloso per le falsità del presente alla comunità online, ma anche per il futuro; queste foto in tinte rosa più la distorsione del tempo risulteranno in finti ricordi. Un giorno forse riflettermo su queste foto e penseremo: "Perchè non siamo rimasti in contatto quando eravamo così buoni amici?"
Elizabeth Loftus parla della finzione della memoria (TED Talk).
La psicologa ed esperta della memoria Elizabeth Loftus sostiene che ognuno di noi è suscettibile di distorsione della memoria. Quando veniamo nutriti con disinformazione, cominciamo a ricordare cose che non sono mai successe. La Loftus ha portato avanti diversi esperimenti, che l'hanno portata alla conclusione che i falsi ricordi possono essere facilmente inculcati nella mente delle persone, che siano falsi ricordi infantili dove ci si perde in un centro commerciale, o ricordarsi di fatti mai accaduti. Questa facilità ci suggerisce che la nostra documentazione di finte storie, sommata alla nostra volontà di credere alla nostre stesse fantasie, può anch'essa creare falsi ricordi.
Simulando la realta' nuda e cruda
Forse un'altra ragione per la recente moda delle fotografie pre-digitali è un tentativo inconscio di riappropriarsi di qualcosa di tangibile in un mondo così simulato e virtuale. Oggigiorno ricreiamo l'estetica da istantanea divenuta popolare negli anni '80 e '90 grazie a fotografi come Nan Goldin e Corinne Day. Le loro oneste istantanee fungono da portali sulla loro vita, rivelando emozioni intense, e concedendo un punto di vista interno sulla contro-cultura dei tossicodipendenti, dei travestiti e delle vittime dell'AIDS. Le foto hanno proprio gli attributi di "realtà" e "crudezza", che noi ricerchiamo e ricreiamo nelle nostre foto. Ora, l'utente medio di Instagram probabilmente non frequenta festini, non si fa di eroina, non divide la vasca da bagno e, probabilmente, non ha neanche un grande "occhio" come fotografo. Ma ciò non importa- con il filtro anni '80 di Instagram , ci possiamo appropriare dei ricordi degli altri, come se fossero nostre, ed ottenere il "look" così ricercato. Per molti la mia appropriazione, direi indebita, di una fotografia di Goldin è abbastanza imbarazzante, ma forse nel futuro dimenticherò di aver scritto quest'articolo e crederò alla mia stessa menzogna.
Translated from Instagram: How phony are your memories?