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Inscenare il presente

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Default profile picture Chiara C

L'essere umano è, nel suo sentire e spesso anche nelle sue prospettive, strettamente legato al presente.  Ciononostante, l'uomo moderno sembra allontanarvisi e cercare di prendere le distanze dall'Ora. Si tratta di un atto volontario, o il presente è solo l'ennesima vittima della digitalizzazione? Una riflessione sul tema. 

Dolci onde luccicano nel sole mattutino davanti alla veduta di Trieste, quello che un tempo era il porto asburgico sul Mediterraneo. Dal molo, dall'ambiguo nome "Audace", si ha una vista mozzafiato. Si protende avanti, nelle acque turchesi dell'Adriatico. Davvero difficile non venire sopraffatti dalla bellezza di questo posto. O forse no? Due ragazze a metà del molo si stanno facendo dei selfie da almeno un quarto d'ora: provano tutte le pose possibili, senza levare gli occhi da quel piccolo schermo, le loro risate immortalate. Qualche metro più in là, c'è un uomo seduto su una panchina. Non fa nient'altro. Niente smartphone, niente foto - la capacità di godersi il dolce far niente. Saranno capaci di fare lo stesso anche quelle due ragazze?

C'è da dubitarne,  eppure sembra che anche loro soffrano di questa incapacità di vivere l'Ora. Pochi riescono ancora a percepire il presente e lasciare semplicemente che le cose accadano. Le nuove generazioni non vivono il momento, bensì lo inscenano: selfie dopo selfie, post dopo post. Sono i cosiddetti POPC - permanently online, permanently connected. La digitalizzazione ha reso la nostra vita un reportage continuo incentrato su un presente che è una pura messa in scena. E perciò nient'altro che un'illusione. Sono anche i viaggi a pagarne le conseguenze, come testimonia lo studioso del turismo Ulrich Reinhardt. Con l'avvento di Facebook oggi ciascuno di noi può creare il proprio diario personale, il cui contenuto non è poi così diverso da quello dei diari del secolo scorso: anche un tempo infatti la gente scriveva solo quello che le faceva gloria, e ometteva gli aspetti negativi. Abbellire la vita, allora come oggi. Non portiamo più i nostri amici sempre con noi, bensì i nostri smartphone. Ma ci sono anche persone che vi si oppongono, per quanto il loro numero possa sembrare sempre più esiguo.

Ritorno sul molo. Due coppiette siedono sul ciglio abbracciate e parlano. Quello che salta all'occhio non sono tanto i loro discorsi, quanto il fatto che si distinguono dagli altri: come minimo ci saremmo aspettati un paio di selfie. Una delle due coppie, però, non delude: dopo qualche minuto il ragazzo piazza una grande macchina fotografica dietro di sé e della ragazza. Prima di far partire l'autoscatto chiede: Pronta? Pronta per cosa, ci domandiamo. Per il presente? La ragazza sembra un po' insicura. Alla fine danno le spalle all'obiettivo e guardano all'orizzonte. La perfetta messa in scena della "coppietta sognante di fronte al mare". Il presente non esiste più. Ha lasciato il posto al teatro. Ormai lo si può vivere solo in forma di passato, su uno schermo.

Translated from Inszenierung und Gegenwart