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Incubi culinari

Published on

Story by

Jane Mery

Translation by:

Enrica Bracchi

Lifestyle

Viaggiando in Europa non si è mai al riparo da una brutta sorpresa gastronomica: code di toro, paté di testa di maiale, funghi da spalmare e quant’altro!

chotda/flickr«Il 25% degli inglesi che va in vacanza porta in valigia una Marmite». Questo, che potrebbe essere lo scoop gastronomico dell’anno, si riferisce al vasetto di crema spalmabile preparato con estratto di lievito vegetale (costituita da funghi microscopici e molto ricca in vitamina B1), di cui un quarto della popolazione non può fare a meno per due settimane di seguito. Quanto basta per gli addetti alla vendita del marchio Marmite (nato nel 1902!) per creare una campagna pubblicitaria piuttosto divertente. La Marmite e il suo gusto acre dividono, infatti, i palati inglesi: o bianco o nero, «Love it or hate it», come afferma lo slogan.

Formaggio puzzolente

Spalmate uno strato di Marmite e uno strato di formaggio tra due fette di pane in cassetta. Unitele e infornatele nella bocca del vostro amico francese venuto per il weekend. A seconda del livello di gentilezza del vostro ospite, quest’ultimo potrà sudare più del solito, le sue sopracciglia si aggrotteranno e il suo pomo d’Adamo rifiuterà di deglutire: «Oh, che gusto strange!». Non scomponiamoci… In tutti i Paesi europei esistono degli alimenti che provocano questo tipo di reazione ed è meglio conoscerli prima di partire. Immaginate uno spagnolo un po’ brillo nell’est della Francia. In un supermercato della Franche-Comté capita su uno scodellino di Cancoillotte: «¿Qué es?». Secondo l’etichetta si tratta di un formaggio liquido o, meglio, di una sorta di Camembert spalmabile che sa leggermente d’aglio. Ottenuto dal latte scremato cagliato, la Concaillotte risveglierebbe anche il palato di un morto. Questo formaggio è talmente liquido che alcuni lussemburghesi (che ne fanno incetta anche a colazione) dicono spesso che serve loro «come colla per la tappezzeria di casa».

Code in salmì

Anche gli spagnoli hanno le loro piccole ricette esplosive, nascoste dietro ai «bar de tapas», per far scappare i turisti. Lo spezzatino di «rabo de toro», ovvero coda di toro cucinata con una salsa, è un piatto tipico andaluso. Le cuoche riusciranno a togliere tutti i peli? Potremmo chiedere la stessa cosa ai fini intenditori italiani che preferiscono preparare il loro piatto con la coda di bue: la «coda alla vaccinara». Tuttavia, per gustare un bel pezzo di carne, direzione la Germania. Qui si lavora volentieri la testa di maiale per fare un paté. Guanciale, muso, orecchie, lingua, il tutto tagliato a pezzettini, marinato nell’aceto e poi messo in gelatina! Questo piatto, al di là del Reno si chiama «Sülze» e la ricetta si ritrova in tutta Europa, fino in Polonia, dove si preferisce il sangue di maiale per fare la «Kiszka», salsiccia simile al «boudin noir» francese che, di solito, si sposa bene con la frutta cotta (consigliato per le persone anemiche). Che ne dite di una piccola mousse di sangue porcino, insaccato in budello, delicatamente appoggiato su un tappeto di mele al forno? Neanche per sogno, piuttosto la Marmite!

Coda di bue stufata(per 5 persone) :

1 coda di bue

2 cipolle

1 spicchio d’aglio

1/2 litro di brodo di carne o 1 dado di carne

Sale e pepe

Erbe di Provenza

Come accompagnamento

Patate

Funghi

Mettere due cucchiai d’olio di oliva in una pentola a pressione. Quando l’olio è caldo, far dorare la coda di bue. Nel frattempo pelare le cipolle e l’aglio. Aggiungere la cipolla e l’aglio tagliati a pezzettini, mescolare il tutto. Salare, pepare e aggiungere le erbe di Provenza. Versare il brodo di carne nella casseruola, coprendo tutti i tronchetti di carne. Chiudere la pentola a pressione e lasciar cuocere a fuoco lento per tre ore. Pelare le patate e lavare i funghi. Aprire la pentola a pressione e aggiungere la verdura venti minuti prima di sedersi a tavola. Se volete, potete lasciar cuocere più a lungo la coda di bue, ma fate attenzione che non bruci. Per sapere se il piatto è pronto, la carne deve staccarsi facilmente dall’osso. Buon appetito!

Story by

Translated from Cauchemars culinaires