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In tandem da Siviglia a Istanbul, il Mediterraneo non è mai stato così grande

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società

Sono partiti da Siviglia e dopo dieci mesi sono giunti a Istanbul. Luis, Mercedes, un tandem e un sogno: far riemergere sulle coste del Mediterraneo il senso della comune appartenenza al mare, attraverso il messaggio della bicicletta.

La loro storia è testimonianza di come musica, forza (e pedali) possano arrivare dove crisi economiche, scontri e rivoluzioni stravolgono il panorama politico del mare nostrum.

Turchi caronti traghettano cittadini da un lato all'altro della città. Nelle giornate di nebbia, il limite tra cielo e mare è impercettibile, i minareti scompaiono nella foschia, nel grigio si intravede qualche gabbiano circondare Torre Galata, mentre il muezzin richiama alla preghiera; in quelle di sole, le cupole brillano in uno skyline fatto di moschee, alberi spogli e tetti, galleggiando sullo stretto del Bosforo al suono del sacro richiamo. In questo mare si incontrano Europa e Asia, Mar Nero e Mar di Marmara. E un po' di Mediterraneo. Dopo undici mesi, 12.000 km e tante storie da raccontare sono giunti anche Luis e Mercedes, i giovani ciclisti di  Tandem Nostrum, partiti quasi un anno fa dall'Andalusia con un tandem e un sogno: unire a pedali le città del Mediterraneo.

Abitanti di una città, Siviglia, che ha fatto spazio a piste ciclabili (per un totale di 77 km) e istituito 250 stazioni di biciclette a libero accesso, i due giovani hanno pensato che tutti potessero essere più felici grazie alla bici, e che questo potesse essere facilmente compreso da popoli e culture simili alla propria, quelle del Mediterraneo. Hanno così deciso di pedalare per tutto il suo litorale facendosi ospitare da associazioni e famiglie, per diffondere il senso della comune appartenenza al mare. E' in questo modo che li ho conosciuti, ospitandoli nella mia casa di Roma e lasciandomi coinvolgere dalla loro passione per la bicicletta. La loro tappa successiva è stata Bari, ed è lì che Luis e Mercedes hanno capito quanto il Mediterraneo fosse "più grande di quello che ci aspettavamo". Mangiavano panzerotti e bevevano birre sul lungomare. Dopo aver percorso la costa Adriatica, attraversato i Balcani e la Grecia, li ho ritrovati sul Bosforo, e tante cose sono cambiate.

Sono più bianchi e più coperti, bevono tè çay a qualsiasi ora del giorno, mangiano kebab e cibi speziati. La crisi economica a nord e le rivolte arabe a sud del mare hanno fatto cambiare governi e crollare dittatori. In Siria, quella che doveva essere la tappa successiva alla Turchia, l'ultimo di questi resiste e contro di lui la popolazione è in rivolta. E se gli scontri non cessano di produrre morti, come poter pensare di attraversare anche questo confine? Un tandem è solo un tandem, e non un osservatore internazionale. Eppure osservare è una delle attività principali di Luis e Mercedes. Osservano i paesaggi cambiare, dal caos della costa italiana all'ordine turistico di quella croata, fino alla desolazione di città albanesi che sembrano essere sempre in guerra. Osservano i caratteri della gente mutare, e confrontano l'invadente ospitalità italiota a quella diffidente ma sempre calda del popolo montenegrino. Osservano la natura "meravigliosa se intatta, distrutta se l'uomo vi mette mano". Osservano l'evoluzione dei processi storici. In Grecia il turco è diventato il nemico per eccellenza. Alla millenaria tradizione classica si è sostituita la cultura militare. Ma nelle case si può ancora danzare un rembetiko greco, che richiama i suoni della danza sivigliana e che li aiuterà ad approcciare quella turca. Di musica in musica, lasciano la Grecia, attraversano le due città militarizzate al confine di Evros, e approdano a Istanbul, dove tutto sembra ricongiungersi. Il Mediterraneo e il Mar Nero, il passato dell'Impero Romano d'Occidente e quello d'Oriente, la storia andalusa e quella ottomana. La sorella di Luis, una coppia di amici arrivati dalla Svizzera, e io, a loro.

La casa dove abitiamo è anche una scuola di lingue in cui un'altra giovane coppia, Tugrul e Ozge, dà lezioni di inglese e spagnolo. Tra un negozio vintage all'ultimo grido di Beyoglu e la quiete meditativa di una moschea di Sultan Ahmet, tra il caos di un bazar e la raffinatezza di un museo di arte contemporanea, la cultura mediterranea si arricchisce di un patrimonio che è insieme occidentale, orientale, europeo, asiatico, arabo. Troppo grande perché il viaggio di Luis e Mercedes si fermi. Anche se dall'ambasciata il divieto di entrare in Siria è ufficiale, con l'aiuto della famiglia turca si organizzano e decidono di adattarsi. Così le due ruote diventano quattro per esplorare la Turchia, e si imbarcano in aereo per volare sulla Siria, atterrano in Giordania, Egitto, Tunisia, e proseguono pedalando. Li osservo mentre organizzano il viaggio. Davanti alla cartina Tugrul indica luoghi da visitare, e pensa agli amici che nelle varie città potrebbero ospitarli. Mercedes appunta tutto sulla sua agendina, Luis si interroga su tempi e chilometri da percorrere. Cerco di immaginare i nuovi meravigliosi luoghi che li attendono. Egeo, Anatolia, Cappadocia. Ancora una volta sul mare, ancora una volta triste di lasciarli, li saluto. Ma posso portare buone notizie a chi mi chiede di loro.

Nella macchina come nel tandem, nella stiva di un aereo come sulle due ruote, viaggerà ancora la voglia di osservare, conoscere, scoprire, addentrarsi in ciò che rende il Mediterraneo così affascinante: la diversità e lo scontro. Superando le difficoltà per farne emergere ricchezza e bellezza.

Tutte le foto: ©Tandem Nostrum video: (cc) tvsei/youtube