In lotta per la Commissione: il Risiko europeo
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Gaia ProitiLe elezioni europee hanno riservato diverse sorprese e dubbi. Adesso si conosce la composizione del Parlamento Europeo per i prossimi cinque anni, ma la presidenza della Commissione resta una chimera. Tra intrallazzi, alleanze e tradimenti. Eccovi le spiegazioni.
Come precisato in un nostro precedente articolo, si supponeva che il candidato alla Presidenza della Commissione del partito arrivato in testa alle elezioni avrebbe preso l’incarico dell’esecutivo europeo. Ed invece nulla è mai semplice nella politica europea. La decisione finale spetterà al Consiglio Europeo che dovrà di certo nominare il Presidente, ma ci sono pochissime possibilità che questa nomina non rispetti la scelta dei cittadini. Tuttavia, questa probabilità va tenuta in conto, sarà la prima delle sfide delle prossime settimane. Il futuro Presidente farà parte dei sei candidati?
L'EUROPA COME UNA PARTITA DI RISIKO
Questa é infatti la domanda che tiene banco da alcuni giorni, ovvero la scelta del Presidente tra i candidati. E qui comincian i problemi: il PPE (Partito Popolare Europeo, ndlr) non può avvalersi di una vittoria schiacciante, giacché lo scarto tra i vari partiti europei si è di fatto ridotto notevolmente. Jean-Claude Juncker non può ricevere la nomina diretta come capo dell’esecutivo dell’Unione Europea, poiché lo scrutinio è fondato sul sistema proporzionale. Il Presidente della Commissione non può provenire quindi da una sola famiglia politica, ecco qual è una delle conseguenze di queste elezioni. È necessario, quindi, che i partiti creino una coalizione allo scopo di formare una maggioranza in grado di eleggere il prossimo Presidente. La scena politica europea dunque si "politicizza", nel senso che e i cittadini dell’Unione potranno assistere così nelle prossime settimane a quei tipici giochi di alleanze e mosse strategiche tipiche della logica della politica nazionale. Il Vecchio Continenente, in parole povere, sarà teatro di combattimenti e negoziazioni degna di una folle partita a Risiko. Si dovranno trovare consensi e compromessi, cosa non facile in politica. Tanto più che, considerata la serata elettorale, nessuno tra i vari candidati è al momento disposto a rinunciare a quell’incarico.
Jean-Claude Juncker rivendica la legittimità dell’incarico di Presidente della Commissione e ha sottolineato nel suo discorso che «non si metterebbe mai in ginocchio davanti al Partito Socialista». Secondo quanto dichiarato da Martin Schulz, presidente del PE uscente, ci sono «buone speranze» che lui acceda alla Presidenza della Commissione europea. Ska Keller resta invece più aperta alle negoziazioni, sottolineando che i Verdi «si augurano di poter discutere con Jean-Claude Juncker», il candidato del Partito Popolare Europeo (PPE) e aggiungendo che voteranno "solo per il candidato che sosterrà le priorità ecologiche".
I discorsi si sovrappongono e nessuno per il momento ha voglia di lasciare il suo posto all’altro. Si giocherà tutto i prossimi giorni e settimane, ciascun candidato cercherà di far pendere l’ago della bilancia a suo favore ricorrendo a tutte le argomentazioni possibili. La sfida è adesso la formazione di una maggioranza in seno al Parlamento capace di assicurare la sua legittimità nella designazione del Presidente. Secondo i sondaggi, una coalizione tra socialisti, liberali, verdi e radicali per sostenere Martin Schulz ha poche possibilità di realizzazione. Per adesso, la situazione lascia pensare che la coalizione di almeno 376 deputati, necessaria per l’elezione del Presidente della Commissione dinanzi il Parlamento, sosterrebbe piuttosto il candidato vincitore delle elezioni: Jean-Claude Juncker.
Nel caso in cui venisse nominato un candidato «outsider» molti parlerebbero di distruzione di quel minimo di democrazia che riveste ancora l’Unione. Ma se domani dovessero essere fatti dei nomi come quelli di Christine Lagarde (direttrice generale del FMI, ndlr) o di Pascal Lamy (ex direttore dell’Organizzazione mondiale del commercio, ndlr), la credibilità della democrazia europea riceverebbe un colpo basso.
Translated from Bataille pour la Commission : Petits meurtres entre amis