IL TANGO: UN PENSIERO TRISTE CHE SI BALLA
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Gaia ProitiViviamo in una generazione di giovani che si riflettono nelle sue melodie. Il tango, con la sua fisarmonica stridente, si riafferma con forza: sempre più persone, specialmente i giovani, vogliono lasciarsi trascinare, affacinare e stregare dai suoi passi, dai suoi sensuali volteggi, dagli sguardi controversi e passionali.
I CASI DELLA VITA
Un’amica della redazione mi chiese di scrivere qualcosa sul tango e diligentemente mi forní l’indirizzo di una scuola del centro di Berlino per vedere se potevo intervistare un maestro o una maestra di tango. Il risultato fu che, dopo essermi recato un paio di volte nel posto, non ottenni nessuna intervista. Alla fine, la maestra che si trovava lí mi disse che se avessi voluto, avrei potuto scriverle una mail, inviandole le domande. Ma, come sappiamo, i gesti dicono più delle parole e il tono della voce è il riflesso di mille parole: non voleva rilasciarmi nessuna intervista, si vedeva che era di cattivo umore e per essere la seconda volta che mi vedeva lí, aveva fatto una faccia scura. Cosí cercai altri professori; stesso risultato: non potevano, non avevano tempo da lí a mille o settemila settimane. Allora, a testa bassa e imprecando per le strade di Berlino fino alla fermata del S Bhan, tornai a casa. Con mio stupore, sulla strada del ritorno, sotto il portone di casa, incontrai Jamal.
Jamal è un omone di due metri che studia figurinismo, qui, nella capitale. Allora gli raccontai le mie vicessitudini per le quali si mise a ridere e mi rispose che proprio lui nei fine settimana prende lezioni di tango con dei suoi amici. Gli chiesi se per caso avessi potuto intervistarlo. Mi rispose che bhé, vedeva la cosa come divertente e ... cosí lo invitai a casa a prendere un thè. Replicó che bere del thè lo annoiava, era meglio prendere una birra e quindi siamo andati a comprare il famoso sixpack Becks. Bhé, non sempre nella vita tutto è facile come bere un bicchiere d’acqua, ma per lo meno grazie al mio vicino Jamal ho scoperto come si sente la gente quando impara a ballare il tango. La vida è un tango pensai: non sai mai cosa puó succedere.
IL TANGO RIFLETTE GLI STATI MALINCONICI DELL’ANIMA
Jamal prende una sigaretta nella stanza, mentre io apro le bottiglie di birra. Mentre sistemo e preparo il tutto chiedo a Jamal perché balla il tango, perché ha scelto proprio questo genere musicale, come è accaduto. Mia madre è argentina e mio padre di Boston. Sono cresciuto negli USA, ma ho sempre voluto conoscere le mie radici; mia madre ha ballato il tango fin da ragazza e ... cosí è cominciato tutto.
E cosa hai scoperto ballando il tango? Ti ha suscitato, forse, una serie di emozioni nuove? Raccontami un po’ di più ...
Il fatto è che il tango è molto complicato da ballare – risponde- soprattutto se vieni dagli USA (ride) ma poco a poco il corpo si sintonizza da solo per poi lasciarsi andare; seguire la musica con l’anima è essenziale, riuscire a mantenere i passi, i giri... Credo che sia una questione di cuore, si percepisce la malinconia che si fa improvvisamente triste, il contrappunto del bandoneón (la fisarmonica, ndt) che fa sí che la canzone riviva, ti trasporti verso altri stati malinconici dell’anima.
Ecco, volevo chiederti proprio questo, a prima vista il tango sembra essere sempre e indubbiamente un" pensiero triste che si balla", qualcosa da ubriachi malinconici che vivono attanagliati dalle pene amorose per l’eternità...
Bhé Daniel, se la metti cosí è possibile, ma non dimenticare che quando balli una milonga la sensualità della coppia riveste un ruolo importante, l’erotismo è qualcosa che hai dentro, che ha del mistero, sfumature d’emozioni che non possono essere espresse verbalmente con delle spiegazioni bensí con delle sensazioni. Ti apre un mondo di possibilità infinite.
Cosa pensi dell’evoluzione del tango? Non so se sai qualcosa su quest’argomento...
Da studente o semplice appassionato non so molto: so che Gardel (chi non lo conosce!) è uno degli esponenti più importanti; che il tango è frutto della fusione di diverse musiche e culture sia europee, sia sudamericane. Finora non hanno certezze sulla sue origine, neanche del cosidetto tango primitivo per questo si pensa che inizialmente "la sua essenza era gioiosa". Solo constava di una chitarra, un violino, la voce o poco più. Dopo essere stato ballato nei sobborghi argentini di Buenos Aires, l’aristocrazia parigina lo adottó e da allora il tango diventó un ballo delle classi medio-alte anche in Argentina. Vent’anni dopo diventó universale.
"libertango"
Dopo aver bevuto due birre ciascuno, chiedo a Jamal, che parla bene lo spagnolo, se crede che il tango si stia evolvendo e perché tanti giovani e non solo lo ballano a Berlino.
Ride e risponde: la musica odierna si fa sempre più semplice ed elementare, non ha un’essenza, non racconta storie, non crea miti. Il tango è precisamente un genere colmo di miti, intrighi, ravvolgimenti, bugie e verità. Le storie in lunfardo sono difficili da comprendere facilmente. La complessità del tango è attraente; è un genere sopravvissuto che non morirà; per questo motivo attrae e incanta. Indubbiamente a Berlino ci sono molte scuole dove poterlo imparare.
Quindi, credo che, soprattutto per il fatto che sia una musica concepita dai tempi dell’immigrazione, terribile immaginario popolare e che ritorni a ció, i giovani cercano una profondità, un certo romanticismo nei movimenti di questo ballo.
Esatto –dice Jamal- il tango è qualcosa che passo dopo passo si è arricchito grazie al fenómeno migratorio, si è poi amalgamato al suono del bandoneón e infine Piazzolla ha composto meraviglie con i suoni.
Qual è la tua opera preferita di Piazzolla? Lo interrompo.
“Il mio pezzo preferito- conclude Jamal- è precisamente Libertango che mostra la prodezza del suono misto a quello della fisarmonica che normalmente detiene il ruolo principale, ma che qui non viene rispettato. Adesso c’è anche l’elettro-tango, vediamo come evolverà in futuro”.
Translated from El tango es un pensamiento triste que se baila