Il posto del bisognino
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Alessandro MancosuCome dire con pudore e discrezione che si sta andando al gabinetto alle più svariate latitudini del pianeta.
Ci sono dei campi in cui le lingue rivaleggiano in creatività eufemistica. La morte e il sesso ne fanno parte. In generale tutto ciò che ha a che fare col corpo non è mai detto esplicitamente. E allora come eclissarsi discretamente per «faire ce que personne d'autre ne peut faire à notre place» (fare quello che nessun altro può fare al nostro posto), come dicono i francesi, e come farlo in tutte le lingue?
Gli americani dicono che vanno a ritirarsi nella “sala di riposo” (restroom). Una stanza della casa che diventerà per i francesi o gli ungheresi il Wc (water closet, il “mobile ad acqua”) o “les toilettes”, al plurale.
In Quebec si preferisce, in tutta umiltà, il singolare: allora si va “à la toilette”. I britannici dal canto loro, usano ed abusano del loro “loo” che arriva dal “regardez l’eau” (guardate l’acqua, una sorta di segnale di attenzione) che usavano i francesi quando gettavano i “rifiuti della notte” dalla finestra.
Se in Francia si va “la dove il re va senza il suo seguito”( là où le Roi va sans sa suite), in Polonia sua maestà si “incipriava il naso” (iść tam gdzie król chodzi piechotą). Gli spagnoli vanno piuttosto a far visita al Signor Roca (“visitar al señor Roca”), l’impresa che fabbrica la maggior parte dei “troni”iberici.
Sembra si tratti di un tabù che resta attuale, dato che perfino l’esperanto ha un suo eufemismo e gli da il nomignolo di "necesejo" (“il posto necessario“), “l’angolino” di Molière, l’”angolo di pace” di Goethe, o ancora il “privy” degli scozzesi.
Translated from Grands secrets du petit coin