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Il Parlamento europeo sanziona chi inquina

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Laura Bortoluzzi

La seduta plenaria del Parlamento europeo di mercoledì 4 febbraio sui cambiamenti climatici comincia col piede sbagliato: alcuni giorni fa, l’Ue si è vista costretta ad applicare sanzioni a 10 dei suoi Stati membri per inadempimento della legislazione comunitaria sulla qualità dell’aria. L’ultima boccata di aria “fresca” da Bruxelles.

Spagna, Germania, Cipro, Slovenia, Estonia, Italia, Polonia, Portogallo, Regno Unito e Svezia non si preoccupano abbastanza della qualità della loro aria. Per lo meno, questo è quello che si deduce dalle sanzioni imposte a questi paesi dall’Unione Europea lo scorso 29 gennaio, a causa di una concentrazione di polveri sottili superiore a quella consentita dalla normativa comunitaria. Il Commissario all’ambiente, Stavros Dimas, ha dichiarato che il rispetto di queste leggi «deve essere la nostra priorità assoluta», perché questo tipo di inquinamento «ha effetti gravi sulla salute».

Da parte sua, il Parlamento europeo si prepara per la sessione di mercoledì 4 sulla raccomandazioni per la futura politica integrata della Ue sui cambiamenti climatici. Quello che non sappiamo è se le raccomandazioni saranno sufficienti o bisognerà ricorrere nuovamente alle sanzioni per convincere chi di dovere dell’importanza di un’aria pulita.

Translated from Salvar el medioambiente a golpe de sanción