Il mondo dice basta al “politicamente corretto”
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Cristina ColellaGli ultimi eventi dimostrano che le società moderne hanno scelto di allontanarsi dai fenomeni di globalizzazione e tolleranza.
È ormai risaputo che questo è un periodo di fluidità e solubilità in cui i valori morali e gli ideali crollano ogni giorno. In questa difficile realtà è divenuto evidente che molti cittadini d’Europa e del mondo siano stanchi della tolleranza che ritengono essere forzata e imposta dall’alto.
Gran parte dei cittadini di tutto il mondo odia la liberalizzazione delle società e la tolleranza nei confronti di alcuni gruppi di persone emarginate, che in maniera sprezzante etichettano questo atteggiamento come “politicamente corretto”.
Ciò è evidente in ogni luogo della terra, dall’Europa agli Stati Uniti. Basta ricordare i recenti eventi avvenuti durante i referendum di Grecia e Regno Unito e le elezioni in USA.
In tali circostanze si è visto come molti elettori siano rimasti indifferenti alle opinioni e agli avvertimenti degli esperti, che si trattasse di politici, economisti, dei media o delle istituzioni.
Quindi dove sono queste persone che protestano contro un mondo più globalizzato e liberale? Secondo alcuni studi, determinate popolazioni emergono più di altre.
Si osserva che molte di queste persone hanno delle caratteristiche comuni. Sono terrorizzati dalla diffuzione della globalizzazione e dall’incertezza che ne deriva. Rifiutano ogni tipo di riforma a favore di una società aperta e tollerante, rifiutano il capitalismo e il libero scambio, respingono gli stranieri di qualunque categoria, siano essi migranti o investitori.
Quindi dobbiamo chiederci per quanto ancora possiamo protestare perché mantenere lo status quo, se possiamo davvero permetterci di votare con il cuore invece che con la testa e se davvero possiamo permetterci di non vivere nel ventunesimo secolo.
Translated from The end of "political correctness"