Il genio e la fede
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daniele melliI tragici attentati del World Trade Center hanno messo in luce tutti i problemi dell'intelligence mondiale. E' per questo che si impone una profonda critica dei sevizi segreti: circa i loro metodi, il loro finanziamento e, in un certo senso, la loro ragion d'essere.
"America at war". Negli animi delle persone, cosi come nei bollettini giornalieri, questo martedì 11 settembre 2001 resterà impresso per sempre come esempio di crudeltà umana e di infamia. E pertanto sono molti a pensare che questi atti terribili avrebbero potuto essere evitati. Perché siamo arrivati a questo punto? Che fine hanno fatto i servizi di intelligence e la CIA? Queste domande restano purtroppo senza alcuna risposta. Come nel 1961, quando dei poveri esuli cubani hanno pagato con la loro pelle gli errori dell'agenzia nella Baia dei Porci. Come moltissime altre volte nella storia.
La verità è che questa amara vicenda ne chiama in causa molte altre: la Baia dei Porci, appunto, ma anche Kennedy nel '63, Allende nel '73, l'operazione Condor in America Latina. Ma questa volta, sembra proprio che la goccia abbia fatto traboccare il vaso. In oltre, si ritorna a parlare dell'assassinio di René Schneider - il generale cileno, che si era rifiutato di attuare un colpo di stato contro Allende. I servizi segreti sono tuttavia sopravvissuti. In ogni caso hanno attraversato diverse epoche.
In passato si puntava sugli uomini, sulle risorse umane attive sul territorio. La superficie del globo era ben "coperta", giacché ogni ambasciata statunitense dava accoglienza ad un incaricato per i collegamenti. Poi sono comparse le intercettazioni: si sono diversificate, moltiplicate fino a diventare ossessive. A tal punto che la profezia contenuta in "1984" di George Orwell è più reale che mai. L'epoca del "sorridete, siete in onda!" si è istituzionalizzata: il Regno Unito conosce e riconosce i suoi cittadini sotto tutti i punti di vista e in tutti i luoghi pubblici. Li bracca fino in strada. L'opportunità offerta dal concetto di "Public eye" non sfugge nemmeno agli Stati uniti.
Risulta pertanto difficile credere che la preparazione degli attentati abbia potuto effettuarsi in un modo così discreto e segreto. Due giorni dopo il fattaccio, le foto satellitari del Pentagono erano diffuse già sui siti delle organizzazioni di sicurezza. Persino la rete Echelon - basata sull'intercettazione dei segnali sonori "sigint" (Signal Intelligency) e delle comunicazioni "comint" (Communications Intelligency) - non avrebbe funzionato. Oltretutto, le trascrizioni delle conversazioni di Bin Laden sono disponibili su alcuni siti Internet.
Il problema sta proprio qui. Infatti se c'è una lezione da imparare da questa carneficina, è che gli strumenti tecnologici non sono sufficienti, malgrado le migliaia di impiegati della National Security Agency (NSA). In questo campo, se i progressi sono rapidi, lo sono pure le fughe e le reazioni. La volontà umana supera il semplice quadro del genio scientifico. Quali che siano le ragioni delle loro azioni, i terroristi hanno proceduto con organizzazione, serietà ed una preparazione stimata tra i 2 e i 5 anni. Ma erano soprattutto armati da una innegabile determinazione e da una fede inalterabile.
Nel XXI secolo, l'uomo è più che mai ancora un lupo per gli altri uomini che all'epoca di Hobbes. Somme enormi sono state sprecate nei progetti d'intercettazioni. Tuttavia l'efficacia dei servizi segreti si è sempre basata sull'infiltrazione e la presenza di agenti sul territorio. Ora la CIA non dispone più del personale necessario per questo tipo di missioni. Il primo "uomo di contatto" in Medio Oriente si farebbe in breve tempo smascherare.
Inoltre gli Stati Uniti hanno sempre preferito formare loro stessi degli autoctoni per assicurare la loro copertura nella regione. Oggi questi luogotenenti hanno capito gli insegnamenti basilari. E si ritorcono contro i loro maestri. Hanno costituito loro stessi la propria rete tentacolare. I loro mezzi sono colossali, tanto dal punto di vista logistico che a livello degli effettivi.
E' per questo che è oramai giunta l'ora di organizzare il futuro dei servizi segreti. L'Europa comunitaria si interroga sull'armonizzazione dei sistemi di intercettazioni. Un rompicapo permanente che "flirta" con la sovranità degli Stati membri. Una cosa è sicura, la sicurezza del territorio non può essere gestita da una struttura burocratica le cui decisioni sono caratterizzate da tempi troppo lunghi. Del resto l'operazione presenterà indubbi problemi pratici come la possibilità d'ottenere dei rapporti in ogni lingua dell'Unione.
Anche la CIA rischia di voler rinforzare i suoi strumenti tecnologici. Il problema è semplice.
Come in informatica, ogni scoperta ha il suo anti-virus e tutto deve rinnovarsi molto velocemente. Un esempio semplice: Echelon ha già conosciuto diverse versioni. Da allora è difficile costruire una politica di informazione unicamente su delle tecniche instabili. E in più bisognerà ritornare a dei sistemi più diretti con il dispiegamento di agenti sul terreno. Qui l'equazione diventa più complicata: come integrare degli uomini efficaci nel tessuto di una popolazione senza esporsi al tradimento o alla neutralizzazione? Fino ad oggi gli Stati Uniti formavano o portavano il loro sostegno a dei guerilleros per rovesciare dei regimi e restaurare i loro interessi strategici. Ma ora che il loro suolo è stato umiliato, la sicurezza interna potrebbe assumere una maggiore importanza. E ciò suppone più peso per la FBI. Alla CIA, il dipartimento delle operazioni speciali sarà profondamente ridimensionato di fronte a quelli delle operazioni interne e di logistica.
Questo rimaneggiamento non è sufficiente. L'America deve poter contare su altre forze, non solo sui marines. Di agenti armati di fede e fierezza di servire un popolo ed una nazione. Altrimenti non potranno rivaleggiare con individui pronti a sacrificare le loro vite. Il genio non può nulla contro la fede. Durante la guerra fredda, la saggezza umana ha evitato la catastrofe del genio nucleare. Oggi, la situazione richiede più della saggezza. Richiede la determinazione. Prima come adesso, homo homini lupus.
Translated from El genio y la fe