Il G4 di Parigi. Un’Europa di pochi: efficace ma non giusta
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Francesca BarcaOlivier Duhamel lavora a France Culture ed è direttore della rivista Pouvoirs, che si occupa di diritto. Un’analisi della strategia d’azione francese rispetto all’attuale crisi finanziaria: ritrovarsi tra potenti è efficace, ma non per forza democratico.
C’è stato un tempo in cui la Francia parlava sola o agiva in coppia con la Germania. Ormai Parigi parla e si muove con un’attitudine che potremmo dire “franco-europea”. Stiamo assistendo all’emergere di una strategia coerente di Nicolas Sarkozy, al meno per quanto riguarda gli affari “esteri” o “mondiali”, perché il nazionale, l’europeo e l’internazionale sono sempre più coesi.
In cosa consiste questa strategia? Ad intervenire su quattro o cinque cerchi concentrici: la Francia, i vicini europei, l’Europa, il mondo. O, detto in un altro modo: “io”, “noi”, “noi altri” e “gli altri”. La Francia, il nocciolo duro d’Europa, l’Ue e gli altri, che possono essere sia i Paesi del G8, sia l’Onu.
Vantaggi e svantaggi
Dal punto di vista europeo la strategia dei cerchi concentrici presenta un vantaggio e un inconveniente. Il vantaggio? Aumenta le possibilità d’azione. Prendete i G4 riuniti sabato a Parigi: la Germania, l’Inghilterra, la Francia e l’Italia, accompagnati della autorità europee, dal Presidente della Commissione, della Banca Centrale e dai rappresentanti dell’Eurozona. Così ristretto a sei spettatori, il vertice ha potuto arrivare a ottenere degli impegni su quindici punti, anche piuttosto importanti, che si tratti di regole europee per la sicurezza dei depositi bancari, o della creazione di un supervisore per le istituzioni finanziare transazionali.
L’inconveniente dipende, invece, dallo scontento degli assenti: la Spagna, le cui banche hanno una certa importanza, i paesi più piccoli, sempre sospettosi verso i più grandi. La chiave che può permettere alla strategia di Sarkozy di riuscire è di attivare simultaneamente i suoi vicini. Che significa? Di non cominciare solo, ma già attivando il “secondo cerchio”, una sorta di “direttorio europeo”. Questo deve consultare il terzo cerchio (i 23 assenti del G4 e, in maniera particolare, i più importanti e più potenti tra loro). Che nessuno pretenda di decidere per gli altri, ma solo di proporre. Questa strategia permette di combinare iniziative e effetti di mantenimento. E non soltato dimostrare ma anche agire.
Translated from Le noyau dur de l’Europe en G4 à Paris