Participate Translate Blank profile picture
Image for Il Facebook che si mangia: gruppi “alimentari” e crisi

Il Facebook che si mangia: gruppi “alimentari” e crisi

Published on

Lifestyle

Le risposte del social network più famoso alla crisi nelle tasche dei giovani.

C’è la crisi, e anche il palato ne soffre. Basta dare un’occhiata a Facebook: impazzano gruppi di fan della sempiterna pasta al tonno – fra i più gettonati in Italia c’è “Noi della pasta al tonno”, rifugio di «quelli che aprono il frigo e non trovano mai nulla, di quelli che sono a metà settimana e hanno già speso 20 euro con Runner Pizza o affini» –, dell’economicissimo pangasio, un pesce allevato in Vietnam e Thailandia e commercializzato in Europa sotto forma di filetto congelato che, secondo i suoi detrattori del gruppo “Io non mangio pangasio”, «non apporta valori nutrizionali maggiori di un bicchiere d'acqua», e dei leggerissimi – specialmente per il portafoglio – noodles, ovvero gli spaghetti cinesi.

Gli studenti non mangiano solo pasta

Se c’è chi si ribella, come i tre giustizieri di Manchester animatori del gruppo “Più soldi agli studenti, subito. Siamo stanchi di mangiare noodles”, o chi si cerca una terza via, come i londinesi di “Cibo per studenti”, orgogliosi di «mangiare alla grande, e non solo toast e fagioli»: anche se sono al verde, in molti si rassegnano, magari gettandosi nell’ipercalorico, assai economico e – diciamolo – consolatorio junk food. «Ne mangio fino a quando non mi sento più le labbra», confessa Mark, dell’inglese “Sale sui popcorn dolci”. Anche i francesi non scherzano: il gruppo “Junk food” conta cento iscritti e si avventura in dibattiti da café littéraire, tra crisi di identità collettive – la baguette è junk food? – e individuali, come l’ardita France, che si autodenuncia agli altri del gruppo: «Amo il junk food di lusso. Un buon hamburger, un kebab ben fatto, una pizza con degli ingredienti saporiti. Sono forse una snob del cibo-spazzatura?». Meno introspettivo, anche se decisamente onirico, il tono di grupponi – ben 500mila gli aficionados, soprattutto inglesi – come “Petizione per convincere McDonald’s a fare le consegne a domicilio”: «Immaginate, dopo una serata fuori, poter avere direttamente a casa un hamburger caldo di McDonald’s, anziché la solita pizza molliccia o le patatine fredde». A rovinare la festa ai devoti dello sballo calorico c’è la folta tribù degli oltranzisti del lowfat sempre e comunque, dallo yougurt al latte fino ai superalcolici. Le tentazioni non mancano, però, se c’è chi rivendica, come la “Coalizione per il cheeseburger ipocalorico”, il diritto alla felicità in versione dietetica, e chi sogna l’impossibile nel gruppo “Vorrei che la Nutella non avesse calorie”.

Ricetta del pangasio al peperone per 4 persone

4 filetti di pangasio, 2 peperoni rossi, 1 costa di sedano, 1 carota, 1 cipolla, 200 ml di vino bianco, olio, prezzemolo tritato

Preparazione:

Cuocere i peperoni in forno per 20 minuti. Farli raffreddare, pelarli e frullarli con mezzo bicchiere di olio e un po’ di sale fino ad ottenere una salsa morbida. Cuocere il pangasio al vapore, mettendo nell’acqua la carota, il sedano, la cipolla e un bicchiere di vino. A cottura ultimata, servirlo con un po’ di salsa dopo e cospargerlo di prezzemolo tritato.