Il critico: “il cinema europeo perde colpi”
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daniela salernoBarry Norman, il critico cinematografico più rinomato in Gran Bretagna ed acclamato autore, ci svela la sua opinione sul cinema europeo.
Quali sono le differenze sostanziali tra cinema europeo e cinema statunitense?
La differenza essenziale è data dal fatto che il cinema europeo, eccezion fatta di quello britannico, ha la tendenza a considerare il film come una vera e propria opera d’arte. Gli americani vedono il cinema come un business. Ma si tratta di una differenza che sta pian piano scomparendo
Può individuare dei trend particolari nel cinema europeo sia a livello della scelta che del trattamento dei soggetti?
La predominanza di film americani al botteghino sembra sortire un effetto negativo sui film europei. Tradizionalmente questi ultimi venivano apprezzati per la sofisticatezza, la finezza, l’arguzia o l’esame introspettivo dei rapporti umani, siano essi sessuali o di altra natura, e per un’insistenza sui personaggi, più che sulla trama. Si rivolgevano ad un pubblico adulto, piuttosto che a bambini o ragazzi. Adesso che il pubblico sembra manifestare una maggiore tendenza verso trame più semplici, verso action-movie all’americana, i film europei sembrano protendersi verso il metodo hollywoodiano, nel quale lo stile è più importante della trama e il movimento, il caos, le corse, le esplosioni, viene spesso scambiato per azione. E’ un altro modo di dire che l’azione, nel film, dovrebbe scaturire dai personaggi, non dalla trama. I film europei sembrano più rivolti al grande pubblico, diventano meno sofisticati, meno “sottili”. In altre parole, stanno cercando di “volare basso” per attrarre l’attenzione di un’audience di massa. Questo principio può essere applicato anche ai film britannici, con l’eccezione di quelli fatti da figure come Mike Leigh e Ken Loach.
Quali sono i film europei in circolazione che lei ritiene di maggior spicco, pionieristici?
Al momento non vedo nessun film con queste caratteristiche. Ci sono delle produzioni eccellenti come Vera Drake di Mike Leigh o La cattiva educazione di Pedro Almodovar e I ragazzi del coro> di Christophe Barratiers. Ma sono scarsi, se non inesistenti i personaggi alla Godard, alla Truffaut, alla Tarkovsky... per non parlare di Kieslowski, Wenders, o molti altri ancora che, in passato, hanno fatto la differenza. Il film più innovativo del 2004 è stato probabilmente l’americanoSe mi lasci ti cancello, sebbene dovesse gran parte della sua aria di novità e di innovazione al suo regista francese Michel Gondry.
Quali sono i registi o gli attori europei da tenere d’occhio per il 2005?
Audrey Tautou è, ovviamente, una stella nascente nel firmamento degli attori. Altrimenti, a giudicare dai film europei che stiamo vedendo in Gran Bretagna, pare che non ci sia una nuova stella che possa avere un impatto simile a quello di Belmondo o della Moreau come nel passato. Tra i registi, si potrebbe continuare a tener d’occhio personaggi come Gondry, Almodovar, Jean-Pierre Jeunet, François Ozon, Agnes Jaoui, Andre Techine e Christopher Nolan. E’ sempre difficile prevedere, già fin adesso, quale attore o quale regista potrebbe fare una buona impressione, un’impressione duratura. Al momento sembra che l’Europa stia in un attimo di stasi ed è difficile distinguere un nuovo talento che si profila all’orizzonte.
Il recente ampliamento dell’Ue può intendere una maggiore diffusione di film dai paesi dell’Europa dell’Est?
Visto il crescente numero di paesi dell’est Europa che si uniscono all’Ue, dovremmo certamente assistere ad un incremento della diffusione delle produzioni cinematografiche di quest’area geografica in particolare. In passato, uno dei problemi principali a cui dovevano confrontarsi i paesi dell’est europeo era quello di individuare un distributore adeguato per il mercato occidentale. Il che, adesso, dovrebbe sicuramente cambiare. Qualsiasi sia l’impatto che tutto questo può avere sull’intera industria cinematografica europea, ritengo sia ancora troppo presto per pronunciarsi. Molto di questo dipenderà dalla qualità delle produzioni cinematografiche europee. Se, ad esempio, l’industria polacca è ancora satura dello spirito di personaggi quali Kieslowski e cerca di realizzare dei film intelligenti, dei film cresciuti per gente cresciuta, e se hanno successo, ecco che gli ultimi entrati nell’Ue potrebbero avere un vero e proprio effetto benefico sui loro colleghi dell’Europa occidentale. Dobbiamo solo aspettare e vedere, wait and see.
Translated from Barry Norman on European Cinema