Il collettivo Voina boicotta la biennale di arte contemporanea a Mosca
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Graziella ToscanoNon è un paese da cui vi aspettereste la celebrazione dell’arte militante. Invece dovete ricredervi. Fino al 30 ottobre Mosca ospiterà la quarta Biennale di arte contemporanea.
Tuttavia non si tratta di un vero e proprio passo avanti verso la libertà di espressione, dal momento che il famoso gruppo di contestazione russo sta paradossalmente protestando contro il Festival internazionale dell’arte militante della Biennale.
Nel 2005, la Russia portò letteralmente l’arte contemporanea sulla piazza Rossa. In un ironico colpo di scena che riconciliava l’arte contemporanea con quello stesso regime sovietico che una volta la reprimeva, la prima biennale a Mosca si tenne accanto al Cremlino in quello che era il museo di Lenin. Fondata nel 2003, ha avuto luogo nel 2005, 2007 e 2009. La Biennale di Mosca è così arrivata al suo ottavo anno. La quarta edizione si è aperta il 23 settembre e mette in mostra le star internazionali della scena dell’arte contemporanea fino al 30 ottobre. Tuttavia, la biennale continua a combinare un profilo officiale – ad esempio, uno dei partner mediatici è il canale televisivo di stato Russia 24 – e paradossalmente, la celebrazione di un’arte contemporanea critica e di contestazione, che la autorità russe solitamente non sono liete di supportare.
Ai WeiWei: VIP in Russia
Questa combinazione può dar luogo a strane situazioni. I paradossi dello stile Alice nel Paese delle Meraviglie della Biennale 2011 potrebbero persino essere la realizzazione di una farsa mal riuscita. D’altronde, chi si sarebbe mai aspettato Ai WeiWei, voce critica nei confronti della corruzione nella vicina Cina, ospite di una città nella cui prigione è recluso Mikhail Khodorkovsky (magnate del petrolio e oppositore di Putin)? Ospitare a Mosca un qualunque evento come la Biennale solleverà sempre scomode questioni politiche. Gli organizzatori hanno forse sperato che la partecipazione di Ai WeiWei avrebbe allontanato l’attenzione da questioni di integrità politica. Se così fosse, di certo non erano preparati alla ribellione di scatenata dal movimento artistico militante Voina, nato, cresciuto e diventato celebre in Russia .
Sin dalla sua nascita nel 2007, Voina (che significa “guerra” in russo) ha attirato l’attenzione del governo nazionale e della stampa internazionale con azioni tempestive, come nel caso del ponte di San Pietroburgo, in cui decorarono un ponte levatoio con un fallo illuminato. Gli interventi di Voina sono tanto inattesi quanto lo sono quelli di Ai WeiWei in occasione di un evento sponsorizzato dal ministero della cultura russo: gli esponenti principali del gruppo, Oleg Vorotnikov e Leonid Nikolaev, sono stati arrestati dalle autorità russe nel novembre 2010 per rimanere poi sotto stretta sorveglianza della polizia. Tuttavia, il gruppo è presente in una speciale esibizione in occasione della Biennale dal titolo “L’impatto dei media: festival internazionale dell’arte militante”.
Artisti militanti protestano contro il festival dell’arte militante
Strano, penserete – ma come Alice direbbe, diventa ancora più strano. I Voina hanno aggiunto un nuovo colpo di scena all’intreccio annunciando di voler boicottare la Biennale. Affermano di essere stati inclusi nel festival contro il loro volere, dichiarando che alcune delle opere messe in mostra sotto il loro nome sono dei falsi, mentre altre sono state rubate loro dalla polizia russa durante l’arresto dello scorso autunno. Una dichiarazione sul sito web del gruppo accusa gli organizzatori della biennale di volere screditare l’arte di opposizione e protesta e tentare di mantenere la facciata dell’esistenza di una scena artistica in Russia di fronte alla comunità internazionale.
Tale dichiarazione non è tanto diversa dai commenti di altri critici russi. Il duo americano The Yes Men si è unito a Voina nel boicottaggio, dando risonanza alla causa del collettivo anche oltreoceano. Intanto, il presunto falso in mostra alla biennale è un video di attiviste russe che baciano poliziotte russe nella metropolitana di Mosca. Il video è stato diffuso nel 2001 da ex attivisti Voina dopo la loro espulsione dal collettivo. Gli abbracci sono improvvisi, teneri in alcuni casi, brutali in altri. Le reazioni delle ufficiali di polizia variano dalla perplessità alla rabbia, che ben simboleggiano la tesa relazione tra l’arte militante e le autorità russe.
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Translated from Russian art group Voina boycotts Moscow contemporary art biennale