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Il cielo di Berlino sopra Bobo. Le vignette di Staino in mostra alla GAM di Torino

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Torino

Immagini da 34 anni fa: una città che guarda al futuro, nonostante sia spezzata da una barriera insormontabile. La voglia di cambiamento di tanti giovani. E un turista particolare, Bobo, che si ritrova a vivere e raccontare la Berlino del 1981 grazie alla matita di Sergio Staino.

Di diari di viaggio ne esistono innumerevoli, dai caratteri e dai toni più disparati. Solo Sergio Staino, il ben noto disegnatore italiano, poteva però realizzarne uno a fumetti, che ha per protagonista la sua creatura prediletta, ossia Bobo. Se si considera poi che le tavole di Staino sono ambientate a Berlino, nel 1981, quando ancora il muro di Berlino divideva la capitale tedesca – e con essa il mondo intero – in due blocchi incomunicabili, questo diario di viaggio in forma di vignetta acquisisce un valore ancor più speciale.

BERLINO CALLING La matita di Staino si ritrova nel cuore della Germania, più di tre decenni fa, grazie a un invito, quello di Detlef Heikamp, uno storico dell’arte berlinese che aveva conosciuto l’autore italiano – natürlich – attraverso una sua vignetta. Di qui l’esortazione a raggiungerlo nella capitale teutonica per cercare di catturare e raccontare lo spirito di un luogo – già allora – in costante e irrefrenabile evoluzione. A distanza di 34 anni da quella chiamata ad affilare la matita per scolpire sulla carta la Berlino degli anni Ottanta, le avventure di Bobo trovano collocazione, in queste settimane, nella Wunderkammer, camera delle meraviglie che non è altro che lo spazio espositivo della Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di Torino, per una mostra che ha aperto i battenti il 20 febbraio e resterà in calendario fino al 6 aprile.

IL RACCONTO DI BOBO

Sono oltre 120, tra singole vignette e qualche storia di più ampio respiro, le opere esposte. Impossibile, e perfino inutile, ritrovare il filo conduttore di un percorso che richiama, piuttosto, il girovagare di Bobo, pervaso e influenzato da contraddizioni, incontri, stimoli diversi e inconciliabili. Lo sguardo del personaggio cambia in base alla prospettiva. Spesso curioso, come di fronte ai giovani antagonisti (i cosiddetti Hausbesetzer, occupanti di case sfitte), che rappresentano uno dei temi ricorrenti, o alle donne con il capo coperto dal velo. Talvolta divertito, per esempio di fronte a una signora attempata che si copre gli occhi al cospetto di un busto di donna procace che troneggia da un balcone. Oppure, all’opposto, stranito, quando si ritrova disperso nelle periferie di palazzoni anonimi e grigi. Non manca qualche cedimento al luogo comune del turista italiano a Berlino (birra-wurst-tentativi di rimorchio di bionda in discoteca), né la ricerca della Christiane F. de I ragazzi dello zoo di Berlino (libro divenuto film nel 1981, con la regia di Ulrich Edel). Ma quello che lascia interdetti, tanto i visitatori quanto, nel 1981, lo stesso turista Bobo, sono le scene con vista muro. I tentativi di andare oltre – almeno con lo sguardo – quella barriera di mattoni, magari con l’ausilio di una scala, sempre frustrati dall’arrivo di un poliziotto.

LO SGUARDO SUL FUTURO È una giovane ribelle, la Berlino che emerge da questo racconto. Pervasa da venti di novità, scossa dalle proteste, animata da ragazzi anticonformisti. A ben vedere, in questo viaggio del 1981, in queste vignette di Bobo datate 34 anni (è bene ricordarlo!), ci sono già tutti gli ‘ingredienti’ che avrebbero costituito il mix necessario a scuotere le coscienze, a infrangere la forza della geopolitica e a determinare la caduta del muro. Ci sono, nella vita di tutti i giorni delle persone comuni, immortalata dalla matita di un turista speciale come Staino/Bobo, le ragioni che avrebbero fatto di Berlino, oggi, una capitale non solo tedesca ma europea.