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Il blogger tunisino -Z- : «Non abbiamo fatto la rivoluzione per questo»
Published on February 20, 2012
Cultura società
Il blogger -Z-, venuto alla ribalta per i suoi « disegni feroci » (Pierre Haski) durante la primavera araba, si è dato alla caricatura per puro caso. Eppure, sembra impossibile chiudere gli occhi sull'attuale dittatura tunisina e non appoggiare la sua critica. Oggi, più di un anno dopo che un giovane tunisino si è immolato, dando il via alla primavera araba, -Z- torna a parlare della storia del suo Paese.
Disegno fin da quando ero bambino. Ma ho cominciato a fare caricature
nel 2007 , a Parigi . Mi occupavo di urbanistica in un periodo in cui a
Tunisi dovevano essere messi in atto enormi progetti. Poi mi è venuta
l’idea di usare i fenicotteri rosa che disegnavo di solito per
illustrare i miei progetti come metafora. Simbolizzano il cittadino
oppresso, completamente escluso dai dibattiti politici. Il mio blog si
chiama DebaTunisie per questo. Più mi interessavo della questione, più
mi chiedevo perché le persone restano in disparte rispetto alla
politica.
Foto: ©Davide Weber )
La scelta dello pseudonimo -Z- è frutto del caso. Quando mi occupavo di urbanistica non pensavo certo di essere una sorta di Zorro tunisino. Se
avessi dovuto riempire un modulo, avrei potuto scrivere -X- o -Y-. E poi la
mia prima caricatura, che rappresentava dei fenicotteri rosa che
manifestano, è stata ripresa un po’ dappertutto sul web.
Foto ©Davide Weber
Non c’erano caricaturisti in Tunisia, ho colmato un vuoto. Qualunque
disegno facessi circolava rapidamente su Internet. Tutti i giorni facevo
una caricatura. A parte i fenicotteri rosa, c’è la montagna a due
punte, la vedete in tutti i miei disegni. È la montagna che domina
Tunisi, l’anima della città. A parte questo, il color malva rappresenta i
membri del partito, è il colore del regime. Poi ci sono i Ben Simpsons ,
borghesi danarosi, che si impossessavano delle ricchezze del paese, i
cui cittadini erano costretti ad espatriare.
Disegno e foto: ©-Z- / Davide Weber
Il mio blog era censurato dal 2008 . In Tunisia non si poteva accedervi a
meno di non usare un proxy. Ma anche all’epoca della censura le mie
immagini circolavano su Facebook. Nei miei disegni, “404 ” simbolizza la
censura. Wikileaks ha spianato la strada – su internet si diffondevano i
documenti confidenziali dell’ambasciata americana. La sera in cui Ben Ali ha tolto la censura su internet
, i Ben Simpsons hanno deciso di
manifestare davanti al ministero degli interni per urlargli di
andarsene: “Vattene Ben Ali! ”. Quando Mohamed Bouazizi si è immolato,
erano tutti pronti.
Disegno e foto: ©-Z- /
Davide
Weber
Non sono un esiliato politico, questo no. Cyberdissidente sì, lo
ammetto. Ho lasciato la Tunisia per studiare, come molti dei tunisini
che si trasferiscono in Francia . Non era a causa di Ben Ali. Ma poiché
ero già censurato all’epoca in cui tenevo un blog sull’urbanistica, mi
sono detto: “c’è qualcosa che non va”. Ho dichiarato guerra al regime,
la caricatura era il mio modo di combattere, semplicemente perché sapevo
disegnare. Se avessi saputo cantare, avrei cantato.
Foto: ©Davide Weber
Ho avuto veramente paura, per la prima volta, quando hanno arrestato la
blogger tunisina Fatma . Su internet, la vignetta “I am not Fatma. Siamo
tutti Fatma ” ha fatto molto parlare di sé (novembre 2009 ). Poiché Fatma usava
il suo vero nome - era una kamikaze, lei - sono andati a casa sua a
prenderla. Mi ha detto: se tra due giorni non mi sono ancora fatta
sentire, lancia un’operazione. Fatma è stata accusata di essere me, di
essere -Z-. Quindi io ho dovuto pubblicare quel disegno. E l’hanno
rilasciata.
Disegno: ©-Z-/DebaTunisie
Non è giusto mettere in discussione la legittimità delle elezioni. Non
voglio demonizzare gli islamisti perché vorrebbe dire che Ben Ali ha
avuto ragione. Non abbiamo niente da rimproverare loro, se non che usano
la religione per comprare i voti dei più deboli. Utilizzano gli slogan
della rivoluzione a modo loro. Gli islamisti di Ennahda hanno affermato
che non toccheranno le leggi religiose, ma sono i gruppi che gravitano
attorno a loro - i salafiti, per esempio- ad essere pericolosi. Credo
nella democrazia. Voglio che gli islamisti restino al potere ma che,
allo stesso tempo, la libertà di poter ridere di Dio assieme a loro sia
salvaguardata.
Foto: ©Davide Weber
Il trattamento riservato dai media occidentali alla questione tunisina è
una bella merda. Il vero problema non sono gli islamici. Se vogliamo
parlare seriamente, parliamo della disoccupazione e della distribuzione
della ricchezza. Ogni volta che ci si limita all'aspetto politico, si
elude il nocciolo della questione. Delle mie caricature purtroppo non
viene visto che questo, ma non è il mio unico argomento! Certo,
l’islamismo è più redditizio in termini di clic . La religione non è che
una conseguenza delle ingiustizie sociali e della globalizzazione. Il
capitalismo ha creato generazioni completamente abbandonate, per le
quali la religione non è altro che una risposta immediata al disagio.
L’occidente vuole tenere sotto controllo il mondo arabo. Quindi, dal suo
punto di vista, è meglio giustificare la dittatura e un sistema arcaico
in nome di una minaccia islamica, piuttosto che ammettere che c’è un
problema di povertà.
Foto: ©Davide Weber
Dibattito sulla primavera araba al teatro Tarmac/ Parigi; Foto: ©Davide Weber
Ancora oggi ricevo minacce di morte. Perché ora comincio ad attaccare
gli islamici. Una nuova dittatura si sta installando. Ci sono per
esempio 140 avvocati tunisini che non hanno niente di meglio da fare che
far causa al direttore del canale che ha trasmesso il film Persepolis . È
solo l’inizio. Sto lavorando ad un nuovo neologismo - Zaballah . Ben Ali
veniva chiamato Zaba (acronimo di Zine El Abidine Ben Ali ), e io
aggiungo Allah . Mi assumo le mie responsabilità perché, secondo me,
bisogna cominciare a demistificare dio. Stanno nascendo movimenti molto
pericolosi. E non abbiamo fatto la rivoluzione per questo.
Foto: ©Davide Weber
Il libro di -Z-: «Révolution ! Des années mauves à la fuite de Carthage»
Foto: ©Davide Weber
Translated from Le cyber tunisien -Z- : « On n’a pas fait la révolution pour ça »
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